Mano di bambino e mano della madre

“E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.” (Giovanni 1:14)

La “parola” è qualcosa che si esprime con un suono. Ora, vorrei che la vostra mente vada all’episodio dei due discepoli di Emmaus (Luca capitolo 24). Essi dicevano che il loro cuore ardeva all’udire le parole di Gesù risorto e ciò era dovuto a quella che possiamo chiamare “risonanza”, ovvero un vibrare alla stessa frequenza di quella di Dio. C’è qualcosa in noi che quando si avvicina a Dio ci fa sentire “particolari”, intonati, pieni. Un qualcosa di assolutamente buono!

Come esiste il ricordo del battito del cuore di una madre, così esiste questo ricordo di una presenza di Dio che si ripete, dandoci una specie di cadenza.

Mi sono ricordato che giorni fa ho ascoltato un programma (1) in cui c’era uno scrittore, anche musicista, che parlava di un tipo particolare di “ascolto” come il primo senso fisico che l’individuo quando nasce inizia a sviluppare. Sto parlando del battito del cuore della mamma. È la prima cosa che un individuo ascolta. C’è anche il suo cuore, certo, come anche la respirazione, ma nel battito del cuore della mamma ricordiamo qualcosa che poi ci accompagna tutta la vita. È un po’ come un metronomo, che stabilisce il tempo nella musica. Questo cuore è come se fosse una specie di regolatore di più di alcuni ritmi. È come una specie di cadenza, forse è il primissimo “imprinting” che abbiamo ascoltato e che ha poi determinato la nostra crescita. Infatti anche da adulti ci accorgiamo che c’è qualcosa in questa “musicalità” che ricordiamo e che andiamo a cercare.

C’è dunque una musicalità, calma e ordinata che viene da Dio. Questa, la si può accostare al trascorrere i giorni del tempo terreno. La musica, il tempo, il cuore. Tutte e tre hanno delle cose in comune. Per esempio, in uno spartito musicale vi sono divisioni, battute, tempo. Nel trascorrere dei giorni possiamo comprendere che anche in questo c’è un ritornello. Pensiamo alla nostra settimana, c’è un giorno più particolare degli altri che è quello del “riposo”, ci riferiamo al sabato. È importante perché, come un ritornello, ha delle parole chiavi, un contenuto e una stabilità che permea gli altri giorni. Il riposo settimanale può essere indispensabile, perché Dio stesso possa espandersi nella nostra anima per vivere. Il riposo settimanale costituisce la base del nostro ascolto. Faccio un esempio: senza il riposo non potrebbe esserci una nuova pulsazione nel cuore e le settimane non potrebbero ripartire se non ci fosse appunto un riposo. In Matteo 6:34 troviamo scritto “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.” Con questo riposo, l’affanno si placa e in Dio ritroviamo il nostro percorso. Ecco quindi l’ascolto nel rilassamento, ed è un ascolto che va distribuito in tutti i giorni. Un ascolto del riposo settimanale che si diffonde in tutti i giorni. È come se la grazia si distendesse, si diffondesse per tutti i giorni. Questo per noi rappresenta una benedizione, un dono veramente grande.

Dio ci benedica.

R.R.


(1) tratto da: 165 - Il battito del cuore di Dio, Riunione online PIC 23 Aprile 2023

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