Moltiplicazione dei Pani

(Questo breve riflessione è tratta dalla discussione “moltiplicazione dei pani riflessione nella prospettiva dell'evangelizzazione affidata ai discepoli” presente nel Forum del sito. La discussione sul tema è aperta a tutti gli iscritti al sito. Chiunque sia interessato può liberamente registrarsi e iniziare a partecipare per la comune edificazione della Community!)

Luca 9:12 Or il giorno cominciava a declinare; e i dodici, accostatisi, gli dissero: «Congeda la folla, perché se ne vada per i villaggi e per le campagne d'intorno a trovare alloggio e nutrimento, perché qui siamo in un luogo deserto». 13 Ma egli disse loro: «Date voi ad essi da mangiare». Essi risposero: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci, a meno che andiamo noi stessi a comprare dei viveri per tutta questa gente». 14 Erano infatti circa cinquemila uomini. Ma egli disse ai suoi discepoli: «Fateli accomodare a gruppi di cinquanta». 15 Essi fecero così e fecero accomodare tutti. 16 Egli allora prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai suoi discepoli, perché li distribuissero alla folla. 17 E tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati ne raccolsero dodici ceste.

Dal passo biblico citato ci soffermeremo riflettendo in particolare su Luca 9:13 “Ma egli disse loro: «Date voi ad essi da mangiare». Essi risposero: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci, a meno che andiamo noi stessi a comprare dei viveri per tutta questa gente». Notate l'indicazione di Gesù "date voi a loro da mangiare" e quel "non abbiamo”.

Riportiamolo a noi stessi e pensiamo all'evangelizzazione: tutti ci sentiamo perplessi ed incapaci perché "non abbiamo". Ma chiediamoci: chi moltiplica i pani? Chi moltiplica la Parole del Signore?

Ora esprimerò ciò che penso riguardo i versi presi in considerazione:

Molti credenti che vivono la loro vita cristiana cercando di fare la volontà di Dio, spesso si trovano a combattere contro l’incredulità del mondo.

Esempi pratici: se dico ad una persona, mia conoscente, che Dio può provvedere in maniera pratica quotidianamente, la risposta che ricevo è: “Aiutati che Dio ti aiuta”. Questo è il lato materiale comunemente dato per scontato dalla maggior parte delle persone che non hanno ancora conosciuto il Signore; se dico ad una persona che la sua condotta non è come Dio indica nella Sua Parola, la risposta che mi viene data è: “È scritto di non giudicare se non si vuol essere giudicati”. Queste sono due linee di pensiero terrene, umane, senza la prospettiva della salvezza contro cui un credente può trovarsi a combattere.

Adesso veniamo all’evangelizzazione e alla moltiplicazione dei pani e dei pesci. Quando ci inoltriamo nella conoscenza del Signore e della Sua Parola, comprendiamo che Dio ci ha già concesso un dono, oltre a quello della salvezza: la grazia di riuscire a comprendere ciò che è nella Scrittura attraverso la Sua rivelazione. Quindi se a volte vi è capitato di sentire in chiesa che “Dio ogni giorno una grazia ci fa” (come comunemente detto da un pulpito durante alcuni culti a cui ho partecipato), è assolutamente vero. Ora, partendo dal presupposto che il Signore ci aiuta a comprendere ciò che Lui ci ha lasciato nella Sua Parola, e che quindi ci ha ritenuti degni di accostarci a Lui, ci rendiamo anche conto che quel messaggio di salvezza non è riservato ad un piccolo gruppo ma dovrebbe essere proclamato “ai crocicchi delle strade”.

Tralasciamo il fatto che alcuni lo fanno letteralmente ed è una cosa lodevole; altri mettono le tende nelle piazze e distribuiscono volantini, altra cosa assolutamente lodevole, ed apprezzata anche dai non credenti a cui piace assistere agli spettacolini, a detta loro, perché viviamo in una società libera in cui è ancora possibile esprimere un’opinione e professare il proprio culto in rispetto alle norme che vigono. Parlare di Gesù, oggi, è importante ma l’evangelizzazione classica non è presa più seriamente come una ventina di anni fa. I cuori sono sempre più induriti, la fiducia nel prossimo scarseggia e dire che credi in un Dio misericordioso non sempre è accettato da tutti come una verità universale. Se prima le persone ridevano di quelli che credevano agli alieni, adesso deridono te che sei credente in Cristo, portando avanti ragionamenti assurdi per trovare una giustificazione valida all’esistenza dell’uomo e dell’universo intero senza Dio, invalidando così la dottrina della creazione divina.

Tutta questa premessa ci porta però a riflettere su cosa siamo in grado di fare per portare le anime a Cristo. Chiedo perdono in anticipo a chi si offenderà quando leggerà le mie parole, ma credo che noi, da soli, non siamo in grado di fare assolutamente nulla! Se non siamo guidati, anzi, condotti per mano dallo Spirito di Dio, non penso che il nostro parlare di Gesù possa portar frutto.

Parlare di Gesù vuol dire già averLo in qualche modo conosciuto. Altrimenti come si potrebbe parlare agli altri di una persona che non si conosce? Certo potremmo semplicemente fare un elenco dei miracoli compiuti dal Signore quando era sulla Terra, oppure potremmo fare un sunto storico del personaggio, ma non è questo che è utile per la salvezza di un’anima. Molte persone credenti e che frequentano comunità evangeliche, quando evangelizzano per strada parlano di salvezza anche con una certa superficialità. Un mio amico un giorno mi disse: “Ma tu ce l’hai la salvezza?”, e lo disse quando io ero in un periodo estremamente buio della mia vita in cui avevo bisogno di un sostegno fraterno, non di un terzo grado su un argomento così importante e profondo, che non poteva riassumersi in una semplice domandina buttata lì per fare la figura di cristiano evangelico, battezzato e salvato. Per questo nei versi indicati, credo che il “non avere” sia qualcosa di molto soggettivo perché dipende dalla nostra predisposizione. È quando pensiamo di non avere, che molto probabilmente lo Spirito di Dio moltiplica quel poco del nostro cuore per portare frutto alla gloria di Cristo Gesù.

I discepoli pur avendo camminato con Gesù e visto cose grandi, compresero solo dopo la Sua crocifissione chi era stato per loro, cioè che significato aveva avuto seguirLo ed essere stati istruiti da Lui per tre anni. Così è stato per noi, quando pensavamo di conoscerLo non sapevamo proprio nulla, finché non abbiamo fatto una esperienza reale e concreta.

V.D.S. (tratto dalla discussione "moltiplicazione dei pani riflessione nella prospettiva dell'evangelizzazione affidata ai discepoli”  presente nel forum del sito)

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