In riva al mare nel far della sera

Un giorno me ne stavo in riva al mare e tutto ad un tratto un uomo mi ha chiamato.

Mi son voltato indietro per guardarlo, quanto splendore aveva nel suo volto.

Era Gesù, il Salvator… il Redentore che Dio mandò.

Or tu Simone insieme a tuo fratello beati siete se mi seguirete.

A quell’invito io non rifiutai, sentivo nel mio cuore già d’amarlo…

(Cantico evangelico)

In questo breve scritto, vorrei parlarvi di questo cantico (tratto dal Vangelo di Matteo, capitolo 4 verso 18) che anni fa cantavo in una chiesa evangelica ADI con gli altri fratelli e sorelle in Cristo. Ero adolescente, l’ho cantato tantissime volte anche quando il mio cuore era ancora senza Gesù, ma quell’appello che il Signore mi faceva ogni volta anche attraverso dei cantici di adorazione era per me come il pungolo di Saulo da Tarso, a cui mi opponevo consapevolmente.

Iniziando dal primo verso del cantico, già si può comprendere una cosa molto interessante. Essere in riva al mare potrebbe indicare un’attesa. L’uomo senza Dio è in una inconsapevole e incessante attesa che il Signore lo liberi dal peccato. Affermo ciò, perché noi che eravamo sotto il giogo del peccato soffrivamo pene spirituali atroci, che ci laceravano lentamente ogni giorno. L’anima che pecca altresì langue, è una verità incontestabile perché nella Parola di Dio troviamo diversi riferimenti a questa sofferenza. Basta leggere il Libro dei Salmi per farsi un’idea.

Continuando con il primo verso, improvvisamente c’è una chiamata. È interessante notare, sempre secondo l’adattamento del cantico, che quest’uomo era di spalle e quando sente chiamare il suo nome si volta. Il peccato ci aveva fatto voltare le spalle a Dio, per non guardarlo, per non cogliere quello sguardo d’amore che ogni singola volta ci rivolgeva in attesa di un nostro cambiamento. Ma se il peccato ci teneva di spalle, il Signore ha fatto in modo di farci pervenire in qualche modo la Sua Parola. Eravamo voltati verso la nostra vita terrena condotta magari nella sofferenza, nell’odio verso noi stessi e gli altri, incuranti di un Dio che voleva attrarci a Sé per salvarci. Quindi se prima l’uomo del cantico era di spalle, dopo aver sentito qualcuno che lo chiamava si gira finalmente per guardarlo, e la prima cosa che nota è lo splendore del Suo volto! In quel momento il protagonista del cantico riconosce Gesù. L’uomo che guarda a Cristo Gesù e al sacrificio in croce è colui che finalmente ha aperto il suo cuore e ha contemplato lo splendore e la bellezza del Figlio di Dio! Quindi parliamo di un cuore che era di pietra ma si trasforma secondo la grazia concessa da Dio in Cristo e che si predispone per ascoltarLo.

Una volta che riconosciamo il Signore nella nostra vita, possiamo comprendere che seguirLo è lo scopo principale del nostro cammino. Il Signore ci invita sempre, lo farà finché saremo in vita su questa Terra. Ci inviterà a stare con Lui, in Sua presenza, anche nei momenti in cui magari per i troppi impegni lo ignoriamo. Voglio precisare che siamo noi ad ignorare Lui, non il contrario! Siamo ancora in un periodo di tempo in cui possiamo godere della grazia concessa dal Signore e che non sappiamo quando finirà. Rifiutare di accogliere Cristo nel nostro cuore vorrà dire scegliere di essere condannati e subire la sua ira quando si manifesterà sul mondo (per coloro che in quel periodo di tempo saranno ancora su questa Terra).

“Se non parlo, dentro di me sento un fuoco che arde dentro il mio cuore. È il suo amore…” (Cantico evangelico tratto da alcuni versi del Libro di Geremia)

Dio è anche un fuoco consumante (Ebrei 12:29)

Il Signore fa ardere il suo amore nei cuori che lo hanno accolto ma senza consumarli. Come un fuoco che deve costantemente essere alimentato, il nostro cuore necessita di nutrirsi della Parola di Dio ogni giorno, perché noi siamo abituati a seguire la nostra concupiscenza, e in un certo senso dobbiamo combattere una guerra interiore ogni volta che il nostro spirito anela al Signore. E se il Suo amore ci fa ardere, comprendiamo anche che quello stesso amore consumerà l’uomo che non si sarà ravveduto perché cederà il posto all’ira di Dio, nel giorno stabilito, al momento opportuno.

Chi ha creduto a quello che abbiamo annunziato? A chi è stato rivelato il braccio del Signore? (Isaia 53:1)

Signore, tu hai rivelato il tuo Unigenito Figlio a noi miseri, indegni peccatori. Grazie per la Tua bontà, il Tuo amore e la Tua comprensione. Sia la lode a Te, sommo Re dei re!

A Dio sia la gloria!

V.D.S.

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