Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

PARTE  I

 

CAP. 7 - LINEA IDEALE: ACCENNI AL RAPPORTO DIRETTO CON DIO NELLA SOLITUDINE E NELL'ABBANDONO

 

   

     Abbiamo parlato di una "linea ideale" di una strada più breve per percorrere la distanza tra cielo e terra, ricordate? Era a proposito della fig. 10. Vediamo ora da più vicino di cosa potrebbe essere composta.

      Quando nei nostri occhi c'e' solo Dio, il mondo perde di importanza, tutti gli affari, gli impegni ed il tempo terreno sono relativi. Ci si riempie di Dio, ma ci si impoverisce del mondo.

      Il distacco dal quotidiano, dalla mondanità, dalle parole e dai fatti inutili non e' più una norma da applicare faticosamente, quasi fosse una disciplina, ma diviene logica conseguenza di chi porta nel cuore Gesù.

      Non e' allora la parola, la gioia di vivere, il mondo, che e' allontanato, ma questo mondo, questi atti che lo contraddistinguono, le sue illusioni, gli inganni, la cattiveria, i falsi valori, l'ipocrisia. E' inevitabile. Dio e il peccato non hanno nulla in comune e questa terra e' carica di peccato, sull'orlo del collasso;[1] chi ha un pò di Dio in cuore non può far parte delle cose di questo mondo. La nostra vera identità non e' di questo mondo. La nostra fede, l'abbiamo visto ci fa rassomigliare sempre più al Signore, in attesa di essere trasformati definitivamente in sostanza simile alla sua, quando Lui verrà a prenderci; ma nel frattempo a testimonianza di Gesù siamo mandati nel mondo pur non essendo più parte di questo mondo.[2] Abbiamo fatto la nostra scelta ed il mondo, la terra carica del peccato, e' lontano da noi come il peccato stesso; ci permea, ci attanaglia, spesso ci fa cadere e ci procura ferite, ma non fa più parte di noi, come non faceva parte di Gesù. E' questa la "verità che dobbiamo conoscere e che ci fa liberi"[3] la consapevolezza di essere rinati come altre creature non più di questa terra. La terra sarà distrutta. Non so se rinascerà anch'essa trasformata e purificata dopo il millennio o se saremo portati in una terra promessa chissà dove, so che comunque sarà una terra nuova in cieli nuovi che non avrà più nulla in comune con questa.[4]

      E allora, volenti o nolenti, tra noi e il mondo c'e' una grande distanza, una grande incompatibilità. Non solo, ma ci sarà distanza ed incompatibilità anche tra noi, che siamo di Cristo, e quelle persone che appartengono al principe di questo mondo che si sta mostrando sempre più realisticamente per quello che e': il diavolo, l'avversario di Gesù, l'anticristo;[5] quelle persone che seguono spiriti ingannatori di perversione, violenza, libertinaggio, possesso, potere, ricchezza, egoismo, ribellione, superbia, ubriachezza, droga, morte, ecc. ecc.

      Non ci sono più mezze misure, compromessi possibili; siamo arrivati ad uno stadio di saturazione quasi completo; tutto il mondo e' nelle mani del maligno[6] ma noi abbiamo ascoltato le parole di Gesù, abbiamo creduto in Lui e per fede superiamo anche ciò che non ancora non capiamo, nella libertà che lo Spirito suo ci dona.

      Il Signore vede a che punto siamo arrivati ha sentito il grido dei deboli e tornerà a liberare il suo popolo prigioniero di questa terra e di questo corpo legato ancora alle leggi terrene.

      Sarà simile a quando Mose' guidò gli Israeliti nel deserto: Gesù ci guida ora, per opera dello Spirito Suo, nel deserto dei silenzi, delle solitudini, della sofferenza di dover vivere ed amare chi non sa vivere e non sa amare. Ci guiderà direttamente, poi, nello spazio del cielo, fino a ritrovare la nostra vera terra che un giorno lasciammo, a causa del peccato. Torneremo come tornano le rondini a primavera: contenti, puliti, "decontaminati", liberi, pieni di luce divina; ognuno di noi troverà la sua casa, il suo posto,[7] la sua vera identità.

      Ed allora, quale sarà quella via più breve che abbiamo disegnato? Di cosa sarà fatta se non di solitudine?

      Solitudine dal mondo, in primo luogo; ma anche solitudine interiore, come quando si digiuna. La Parola di Dio ci verrà a mancare, non perche' Dio ci viene a mancare, ma perché e' la prova del deserto che tutti dobbiamo passare. Non si procederà più seguendo una ragione, una logica, una motivazione di buon senso: tutti i nostri ragionamenti saranno stravolti: resterà solo la fede. Chi si fiderà fino in fondo riuscirà a a camminare nel deserto di queste cose morte che chiamiamo mondo e troverà il suo orientamento chiudendo gli occhi, guardando da dentro al cuore, per non vedere con gli occhi ciò che vedono tutti, cioe' una modalità inconsistente e vuota chiamata falsamente realtà.

      A che vale allora fare questioni di gerarchie, di proibizioni, di santità delle regole, di fronte all'avvento di Cristo? Ognuno viva nel suo cuore la fede che ha appreso dal Signore e si sforzi d'amarlo sopra ogni cosa. Si sforzi ognuno di adempiere al proprio servizio, cercando sempre di capire qual'e' quello che Dio si aspetta da lui; non ciò che gli altri, o i suoi stessi ragionamenti si aspettano; ma quello che Dio stesso si aspetta (peggio poi sarebbe andare a sindacare il servizio di altri, magari compiendo male il proprio).

      Eccola allora la nostra strada: solitudine, poche o nessuna consolazione, attesa, servizio umile, preghiera continua con rendimento di grazie, intercessione per chi vorrebbe riconciliarsi col Signore, per chi sta male, per chi e' trattato ingiustamente. Soffrire con chi soffre, non insegnare a chi soffre regole pesanti; soffrire con lui, pregare assieme a lui e piangere con lui cercando di riportare la speranza. Essere disponibili, preparare la strada a chi ha difficoltà, accompagnare le persone accanto a Gesù e poi umilmente diminuire, come fece Giovanni il Battista, affinché solo il Cristo possa esistere. Sforziamoci di non formare delle persone dipendenti da noi, dalla nostra chiesa; insegniamo, se proprio vogliamo insegnare, che solo il Signore e' il Signore e che noi non siamo nulla. Organizziamo pure le chiese in maniera efficiente e adattata al tempo che viviamo, ma che non sia vincolante nel battesimo e nelle scelte individuali. Siamo fratelli perché di Cristo e non perché di questa o quella denominazione. Sono ampiamente superate tutte le denominazioni: ciò che siamo o saremo e' solo in Cristo. Sua e' la Chiesa, sua e' ogni parola, ogni nostro gesto e ogni nostro pensiero. Noi rinunciamo ad ogni gestione autonoma, viviamo perché vive Lui ed esistiamo perché lo vuole Lui. Noi non siamo altro che piccoli servitori e neanche tanto capaci.

      Ringraziamo il nostro caro Signore Gesù che ci ha amati tanto, senza che noi avessimo alcun merito. Il Signore sempre ci ama e vive in noi; e così anche noi perdonati ed amati, possiamo perdonare ed amare chiunque Egli ci manderà, nell'attesa del suo ritorno.

      Manteniamo la fede; superiamo ogni sbarramento denominazionale; non chiediamo più al fratello: -di che chiesa sei?- chiediamo invece nel nostro cuore, allo Spirito di Dio: -Signore, cosa posso fare per lui?-  

     Parliamo meno; anche nelle preghiere, non sforziamoci, parliamo meno; agitiamoci meno; cerchiamo di ESSERE meno. Proviamo a fare dei silenzi nelle nostre chiese. Leggiamo la Parola e poi prima di tutto ascoltiamo in silenzio. Silenzi d'ascolto.[8] Il sabato chiudiamo l'orologio in un cassetto: entriamo nell'ascolto dell'Eterno: non ci facciamo prendere dalla preoccupazione del fare. Il sabato, ma anche la preghiera in un qualsiasi momento del giorno della settimana che ripropone un continuo sabato, sono finestre aperte nell'infinito, nello Spirito di Dio incommensurabile; rappresentano la presenza di Dio alla fine dei tempi, dove non si farà, ma si contemplerà.

      Eccola la strada: essere già nel riposo di Dio; ritrovarsi in momenti d'ascolto lontano dalla confusione: abbandonarsi totalmente a Dio! Lasciar fare a lui. Evitare di prendere troppe decisioni e se proprio costretti dalle responsabilità, prima di parlare evitare gli "slogan" dottrinali, pregarci sopra molto, molto a lungo, aspettando nella nostra coscienza la luce del Signore. Ammesso che vi sia una regola valida per uno, dubito che la stessa identica regola valga anche per un altro evitiamo allora di riformare altre leggi. Nessuno sia più di un altro. Attenzione ad accogliere interpretazioni profetiche sulla fine dei tempi, perché e' su questi punti che gioca molto l'ingannatore. Pensiamo più ad amarci che a correggerci. Discernimento, sapienza, consiglio: parliamo meno, siamo meno.[9] Aspettiamo pregando insieme.

      Chi si abbandona totalmente al Signore si trova sempre dove deve essere. La sua conoscenza non e' nel sapere di Dio, ma nell'essere conosciuto  da Lui. Non si pone problemi di scelta di chiese, perché non cerca più, egli sa di essere stato trovato; sa che in qualunque posto sarà e qualunque cosa dirà ci sarà il Signore. Non sarà più il protagonista dell'evangelizzazione studiando tecnicamente cosa dire, come, quando, a chi; ma eserciterà un semplice servizio umile: al momento buono saprà ogni cosa, quando nella missione sarà opportuno; senza regole preorganizzate. Ascolterà e perciò saprà; quando, come e perché Dio vorrà. A Lui il giudizio, la salvezza, il perdono, la vendetta, la giustizia; a noi e' data solo la grazia, enorme, immeritata, di poter sentire e percepire parte del suo amore e di poter essere inseriti nel suo piano salvifico. Possiamo amare sentendo il suo amore e possiamo parlare sentendo le sue parole. Non chiediamo altro. 

  

Correlazioni:
 

1 - SEME, RADICE DELL'UOMO: "IMPRINTING" DI DIO

2 - ORIENTAMENTO

3 - CONFINI ENTRO CUI MUOVERSI - IL GIOVANE RICCO E I COMANDAMENTI

4 - RAPPORTO SIMBOLICO TRA CIELO E TERRA

5 - UNA VOLTA ERA LO SPIRITO SANTO A GUIDARCI - ELEMENTI  INGANNEVOLI DI SATANA  

6 - L'APERTURA ALLO SPIRITO DI DIO INSTAURA UN'ATTRAZIONE,  UN ORIENTAMENTO NEI PENSIERI DELL'UOMO E UN MOVIMENTO DI TUTTA LA PERSONA

 

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[1] Is 24:19-20

[2] Giov 17

[3] Giov 8:32

[4] “ Pt 3:13; Ap 21:5

[5] 1 Giov 4:1-6

[6] 1 Giov 5:19-21

[7] Giov 14:2

[8] Mar 4:24

[9] Eccl 5:1-3

 

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