Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

PARTE  I

 

CAP. 3 - CONFINI ENTRO CUI MUOVERSI - IL GIOVANE RICCO E I DIECI COMANDAMENTI

 

Vi era un giovane che evidentemente sentiva anche lui questo richiamo di Dio, questo invito alla conversione; così si avvicinò a Gesù "e inginocchiatosi davanti a lui, gli disse: -Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?-"[1] L'atteggiamento composto ed umile ("si inginocchiò") il chiamarlo "Maestro buono", non passò inosservato davanti al Signore, il quale vedendo i suoi talenti e la sua disposizione comincia a rivelarsi, cominciando a "provarlo": "Perché mi chiami buono? Nessuno e' buono tranne uno solo, cioè Dio."  L'accostamento di se stesso a Dio era una prova difficile per un giudeo; non scordiamoci che Gesù e' stato condannato e ucciso dalla classe sacerdotale del tempo, che conosceva perfettamente le scritture, proprio perché "si era fatto come Dio" e questo, secondo la legge comportamentale mosaica era meritevole di morte. Una persona istruita nella legge non e' detto che sappia riconoscere in Gesù il Cristo, il Messia; per cui, se la salvezza viene dal Cristo,[2] occorre un passaggio di maturità e di fede tra la legge che e' il fondamento del tempio e Gesù[3] che e' il tempio stesso.

      Ma il giovane sembra superare questo primo grosso ostacolo e non se ne va. Rimane, non si scandalizza dell'accostamento; desidera ancora ascoltare quel maestro che, evidentemente, per lui, rimane "buono". Allora Gesù prosegue: "Tu conosci i comandamenti: 'non commettere adulterio. Non uccidere. Non rubare. Non dire falsa testimonianza. Non frodare. Onora tuo padre e tua madre.'"[4]

      Il giovane, non solo rimane ed ascolta, ma desidera andare avanti: "Maestro tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia fanciullezza"

      Dev'essere molto soddisfacente vedere un discepolo così pronto e pieno di buona volontà. Non mancava nulla a quel giovane, era arrivato al vertice: ottima preparazione, ottima disposizione, la Perfezione davanti a lui a cui si inchinava e da cui aspettava luce. Gesù, che sa investigare bene i cuori "..fissandolo nel volto, l'amò.." Pensateci bene.

      Il giovane aveva sempre volto lo sguardo a Dio; ora si trovava di fronte al suo Maestro e continuava a guardarlo in una fiduciosa attesa; ed il Signore volge lo sguardo su di lui. Come deve essere terribile, dolce, profondo, acuto, potente, quello sguardo! Chi può resistere? Non ci sono ombre grigie che possono nascondersi davanti al nostro Signore; non si può più barare; siamo come un foglio trasparente su una finestra piena di sole. Quel giovane doveva avere veramente una buona disposizione perché Gesù, non solo "fissò lo sguardo su di lui", ma "l'amò". Certo, non gli sarà sfuggito il fatto che era una persona ricca e che questo poteva essere un contrasto con la vita e le scelte sue e dei suoi apostoli, ma per amarlo, probabilmente, avrà anche visto in lui la capacità della fede, il coraggio delle scelte. Così vedendo la sua fiducia, la sua disposizione, anche il Signore pone la sua fiducia in lui. L'uomo si fida di Dio e Dio vuole fidarsi dell'uomo; concede credito all'uomo. "Una cosa ti manca; và, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, prendi la tua croce e seguimi"

      Qui si sta parlando della vita eterna, non di un perfezionismo teologico; il giovane aveva chiesto "cosa devo fare per ereditare la vita eterna?" Gesù in un attimo lo ha vagliato ed alla fine, con grande amore, ritenendolo degno di fiducia, sarebbe stato disposto persino a prenderlo con sé. La vita eterna, un dono immenso, con in più la ricchezza della presenza del Maestro. Ad altre persone che avrebbero voluto seguirlo aveva detto di no[5]. Ma il giovane non sa superare quest'ultima prova, si rattrista e se ne va. A noi viene facile giudicare quella persona, vero?  -Che sciocco che e' stato! Non ha capito che Gesù vale più di tutte le ricchezze del mondo!-  Siamo molto bravi. Ora però mettiamoci al suo posto, rifacciamo la sua strada e lasciamoci esaminare da Gesù come fece lui. Si, ci inginocchieremmo davanti al Signore e gli chiederemmo anche cosa fare per avere la vita eterna, ma la risposta non sarebbe subito: "Credi in me, vieni e seguimi prendendo la tua croce"; almeno non solo questa; prima di questo occorre l'obbedienza. Obbedienza ai comandamenti del Padre.

      Quanti di noi passerebbero alla fase successiva, ad essere invitati da Gesù?

      I comandamenti non richiedono un solo un atto intellettuale; non basta essere d'accordo; bisogna metterli nella pratica il meglio  possibile.

      Senza l'obbedienza ai comandamenti non si può passare a seguire Gesù; sarebbe una scorciatoia ingannevole, come le mezze verità di Satana.

      L'esempio ci serve, in questo contesto, per fare questa prima considerazione: chi vuole salvarsi ha bisogno di due cose essenziali:

  1. Cominciare dalla base biblica dei comandamenti ed osservarli; 

  2. Seguire Gesù in modo appropriato.

      Oggi si tende invece a prendere delle scorciatoie. Si vuole passare alla santificazione, alla comunione con Gesù, senza prima passare nel processo di purificazione e di conversione adatto. Può esserci santificazione in Dio se non c'e' prima obbedienza a Dio? Se Gesù e il Padre sono Uno, si può obbedire a Gesù senza obbedire al Padre? Obbedire a Gesù e' obbedire al Padre. Obbedire e' seguire i comandamenti. Sono bugiardi quelli che pensano di poter fare diversamente.[6]

      Ecco dunque quello che stavamo cercando: i confini entro cui muoverci, sono proprio i comandamenti di Dio. Questa e' la base, il linguaggio comune su cui costruire, dialogare, crescere.

      La nostra generazione vuole tutto subito, non sa, non può aspettare. In quasi tutti gli stati i governanti hanno abbassato considerevolmente la maggiore età; ma se anche tecnicamente giusto (in effetti un sedicenne e' fisicamente in grado di guidare anche un aereo) bisogna vedere se in lui c'e' la maturità necessaria per fare buon uso di questa capacità. La maturità, quella che io intendo piena di saggezza, dov'e'? Forse nemmeno a trenta, cinquanta anni; non e' questione di numero di anni infatti, ma di pensiero. Se il pensiero e le decisioni che caratterizzano l'uomo sono il risultato anche dell'uso del cuore e del cervello poveri noi! Oggi il cervello e' un'optional tra una pubblicità e l'altra ed il cuore e' solo quello che si può trapiantare.

      Non sono certo sbagliati i discorsi sulla sola fede, sulla grande libertà di "movimento" che la sola fede in Gesù ci consente; ma siamo sicuri di aver capito bene questa nostra libertà? Chi e' a quell'altezza? Dobbiamo ripartire dal pedagogo, dalla legge; e solo chi avrà mostrato a Dio la sua capacità di umiliarsi, di essere ubbidiente, potrà passare alla saggezza della libertà. Gestire la libertà e' molto più difficile che seguire regole. Per chi e' cristiano e' anche molto più limitante.[7]

      Chi poi ha la grazia di essere chiamato, preparato, convertito, pentito, battezzato, riempito dello Spirito Santo, ebbene che pensate che faccia, che non rispetti i comandamenti solo perché "libero"? Che rinneghi il Padre perché esiste il Figlio? Avrebbero ragione gli Ebrei allora a considerarci idolatri. Ciò che e' nuovo e' la sublimazione del vecchio non la sua fine. La legge che prima era obbligo e regola staccata da me, come affissa su un muro estraneo alla quale dovevo obbedire, comprendendola o meno, diviene essa stessa libertà,[8] piacere,[9] parte di me stesso.[10]

      Nella maturità si comprendono le "frasi a rischio", i "punti difficili a comprendersi" di cui accenna Pietro.[11] Ma non diamo mai per scontato che questa maturità esista!

      Si vive oggi una falsità di fondo. Pensiamo di aver raggiunto un grado di libertà sufficiente per poter fare tutto; ma e' così solo per chi non pensa ne' a Dio, ne' agli altri. Pensiamo alla parola "libertà": come si può comprendere senza capire prima il senso della "schiavitù"? Una volta provata l'esperienza della liberazione si potrà combattere per non tornare nella prigionia e per salire i gradini della conoscenza; ma qualcuno che si ritiene di per se stesso libero solo perché "nato", dove porterà le sue idee e le sue azioni se non nello stesso ambiente che trova alla nascita? Non ha bisogno di uscire da nulla visto che non ha coscienza di prigionia alcuna. Il battesimo per esempio, esprime una nascita, un inizio: non uno stato pieno e finito di preparazione spirituale.

      Nel primo segnale indicatore che a noi credenti ha dato Dio, nel primo comandamento, e' insito il concetto di liberazione; L'abbiamo appena incontrato: "Io sono l'Eterno, il tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù".[12] Dobbiamo allora riflettere bene sui concetti di libertà e schiavitù; ma siamo in grado di riflettere, di pensare, di meditare per il nostro bene? Saremmo già in gran parte liberi. E' triste invece constatare quanto ci sia difficile pensare con serenità; vedere il nostro pensiero "preso" da troppe cose; la nostra attenzione ipnotizzata da fatti inutili, ingannevoli e quel che e' peggio, anche dannosi.

      Questa libertà, prima interiore nel cuore, il centro del nostro essere, e poi anche esteriore nel comportamento, va conquistata. Si deve combattere per questa libertà. Apprendiamone i primi rudimenti.

  

 

Correlazioni:
 

1 - SEME, RADICE DELL'UOMO: "IMPRINTING" DI DIO

2 - ORIENTAMENTO

4 - RAPPORTO SIMBOLICO TRA CIELO E TERRA

5 - UNA VOLTA ERA LO SPIRITO SANTO A GUIDARCI - ELEMENTI  INGANNEVOLI DI SATANA  

6 - L'APERTURA ALLO SPIRITO DI DIO INSTAURA UN'ATTRAZIONE,  UN ORIENTAMENTO NEI PENSIERI DELL'UOMO E UN MOVIMENTO DI TUTTA LA PERSONA

7 - LINEA IDEALE: ACCENNI AL RAPPORTO DIRETTO CON DIO NELLA  SOLITUDINE E NELL'ABBANDONO

 

 

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[1] Mar. 10::17 e segg.

[2] Giov. 3:17-18

[3] Giov. 5:46

[4] Che  Gesù non citi tutti e dieci i comandamenti non vuol dire che li abbia tolti; ce lo spiegherà meglio in  seguito  (Matt. 5:18;  Luca 16:17; ecc.). Osserviamo bene che sta parlando ad una persona "che conosce già i comandamenti", non è  dunque  indispensabile una esposizione completa.

[5] Luca 8:38-39

[6] 1 Giov. 2:3-6

[7] "Badate però che questa vostra libertà non divenga un intoppo per i deboli." "Perciò se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare il mio fratello" (1 Cor. 8:9 e 13; vedi anche Rom. 14:21).

[8] "Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa,non esendo uditore  dimentichevole ma un facitore dell'opera, costui sarà beato nel suo operare." (Giac.1:25).

[9] "Dio mio, io prendo piacere nel fare la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore" (Sal. 40:8).

[10] "Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore.." (Ger. 31:33).

[11] 2 Pt 3:16

[12] Es. 20:2

 

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