Prato

Ci siamo allontanati da un ambiente in cui il Signore ci ha creati, viviamo in questo ambiente attuale che si corrompe sempre di più e siamo in attesa del momento in cui incontreremo di nuovo il nostro Dio.

Dobbiamo però capire che questo allontanamento non è stato solo una punizione, come abbiamo già accennato e adesso lo svilupperemo un po’ meglio. Il Signore ha agito in quel modo per non distruggere subito tutto il genere umano; quindi, ha “messo fuori” l’uomo per il suo/nostro bene. Infatti, noi siamo “contaminati”, per così dire, dalla morte (1 Corinzi 15:56 “il dardo del peccato è la morte”). L’estrema conseguenza del peccato è la morte, quindi la morte è arrivata. Cosa vuol dire? Significa che se noi fossimo rimasti in quell’ambiente non contaminato dal peccato avremmo perpetuato la morte, non la vita. Mi spiego meglio, perché questo concetto non è semplice da interiorizzare:

Dio permise una prova di maturità, una scelta per esempio in Adamo ed Eva. Questo rientrava e rientra nel Suo progetto della creazione nell’universo, e questo universo Lui lo ha ideato, pensato e realizzato. Dio realizza l’universo; anche se lo permea Egli è Colui che lo crea, Lui non è l’universo, non è il tempo che è nell’universo. Dunque Dio ha creato l’universo in cui c’è il tempo e tutto il resto.

Il punto sostanziale che in questa vita terrena non arriveremo mai a capire bene è quanto sia grande come dono questa libertà di scelta che Dio dà ad ogni creatura. Per Suo volere, ogni creatura doveva essere libera di fare la sua scelta. Quale scelta? Decidere se fidarsi di Dio e continuare così il Suo programma (perché l’uomo era in una fase di crescita quindi stava “maturando”), oppure non fidarsi di Dio e scegliere un’altra strada. Tutte le creature hanno fatto questo tipo di scelta. L’hanno fatta gli angeli prima di noi (altrimenti Lucifero/Satana/il serpente, non avrebbe tentato l’uomo; evidentemente questa creatura ribelle aveva già fatto la sua scelta prima). L’hanno fatta i nostri antenati, la fece Caino come abbiamo visto nello studio precedente, e in fondo la fanno e la faranno tutti gli uomini fino alla fine dei tempi. Cosa vuol dire questo? Nella scelta di Adamo ed Eva, cosa possiamo raffigurare? Possiamo raffigurare e comprendere come è simboleggiato tutto il genere umano che si trovò in un difficile passaggio, simile a quello che c’è tra l’adolescenza e la maturità. Infatti quando l’uomo cresce c’è un momento in cui fa una scelta sostanziale nella sua vita, c’è un momento in cui diventa adulto. Da quel momento in poi diventa “responsabile” con tutto ciò che comporta questo status. Dio permise la tentazione nel momento in cui, in base al Suo giudizio, lo ritenne più adatto. Era una scelta non da poco per i primi uomini, perché avrebbe condizionato il loro e il nostro futuro. Quindi Adamo ed Eva erano di fronte a questa domanda: “Continuiamo a seguire quello che dice Dio, (che si è presentato come un Padre veritiero), oppure dobbiamo seguire il serpente che si è presentato come un’altra figura paterna?”

Questa differenza si nota nella Scrittura su due punti precisi:

  1. in Genesi 3:3b Dio disse: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete.” Semplice e lapidario.
  2. La dichiarazione del serpente in Genesi 3:4a “Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto.” La differenza si nota subito: Dio dice che moriranno e il serpente afferma l’esatto contrario. L’uomo quindi si trovò di fronte a questa scelta “A chi do retta? A chi credo?”

Sappiamo che il serpente rappresenta l’animale più astuto in quel momento nell’Eden (ci sarebbe da approfondire il meccanismo complesso dietro a questo inganno ma lo faremo in seguito), e purtroppo l’uomo scelse di credere al serpente. Cosa accadde dunque? L’uomo era in crescita, era legato a Dio Padre da cui riceveva la vita attraverso una specie di cordone ombelicale, e attraverso quello si sarebbe sviluppato secondo il programma di Dio fino a raggiugere la maturità e l’eternità. Nello scegliere di seguire le parole del serpente e quindi dichiarare quasi Dio come bugiardo, questo cordone ombelicale tra l’uomo e Dio si stacca, si sfilaccia quasi del tutto e in un certo senso se ne forma un altro con Satana. Questo è un punto importante perché ci sono, per così dire, due “getti” di cibo: uno proveniente dal Signore che voleva e vuole farci crescere bene e l’altro che viene dal nemico che vuole nutrirci di altro a nostro danno. Quindi l’uomo diventa una creatura “ibrida” precaria.

Ma l’uomo sarebbe mai potuto restare in questo stato dentro l’Eden? No, perché se Adamo ed Eva fossero rimasti in quell’ambiente che aveva al suo centro l’albero della vita (cito MacArthur “in grado di assicurare la vita eterna” Genesi 2:9), allora mangiando anche dall’albero della vita, avrebbero tecnicamente introdotto in quell’ambiente una “morte eterna”, cioè sarebbero stati distrutti.

In conclusione, proverò a rispondere alla domanda che dà il titolo a questa riflessione, basandomi anche sulla mia esperienza col Signore. “Se è tutto stabilito dalla preconoscenza di Dio, perché allora Lui sta aspettando ancora prima di portare a termine il Suo progetto?”

Penso che probabilmente  sia perché deve salvare tutti coloro che vuole salvare: Dio ha pensato a me, a te e a tutti quelli che devono ancora nascere e che sono già nella Sua mente, nel Suo pensiero.

Lui ha un vero programma, un reale progetto, ma non solo dell’uomo inteso come “generazione umana”, come massa. Infatti in Isaia 43:1 è scritto “Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!

Lui ci conosce per nome e cognome, conosce le nostre impronte digitali, sa come siamo fatti, ha con noi un rapporto unico e personale! Dio sapeva ogni cosa già da prima che noi nascessimo, anche se questo è un punto un po’ difficile da capire lo dovremmo accettare per fede. Quindi ci sono ancora delle persone che devono nascere, è per questo che Lui aspetta.

È per questo che ha estromesso l’uomo dall’Eden ed è per questo che sta aspettando, affinché tutti quelli la cui nascita era prevista possano venire al mondo e possano scegliere di servire il Signore, di amarLo, di conoscerLo e di tornare nel Paradiso.

Questo penso sia il punto, lo ripeto: Dio attende affinché tutti possano avere la possibilità di scegliere Lui, di amarLo ed essergli poi accanto per l’eternità. Gloria all’Amore di Dio!

Inoltre va ricordato che nonostante la morte si sia infiltrata nell’uomo condannandolo alla perdizione eterna, Dio ha dato comunque all’uomo la possibilità di fare la sua scelta e di essere perdonato dal peccato per i meriti di Cristo.

Il punto centrale è la scelta libera e volontaria dell’uomo, di ogni singolo uomo che è stato e che ancora deve nascere. E allora Egli aspetta. “Restate lì fino a che non sarà il momento”, non importa se la nostra vita è un soffio, ciò che conta è la vita eterna di ognuno di noi.

Il Signore disse “moltiplicatevi” perché già aveva in mente coloro che sarebbero nati. Pensate alla creazione dei mondi, degli spazi, delle stelle, delle galassie, come si può calcolare l’infinità di un simile progetto? Per noi è impossibile; eppure, Dio ha creato tutto ciò. Dunque, Egli avrà sicuramente un’idea di quelli che sono i “suoi”: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco, ed esse mi seguono.” (Giovanni 10:27)

A Dio la gloria in eterno!

(tratto da video-studio 164) EDEN, RAPIMENTO, MILLENNIO ED OLTRE)

R.R

Sorry, this website uses features that your browser doesn’t support. Upgrade to a newer version of Firefox, Chrome, Safari, or Edge and you’ll be all set.

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito stesso.
Proseguendo nella navigazione accetti l’uso dei cookie; altrimenti è possibile abbandonare il sito.