Camminare in solitaria

1 Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: «Ho acquistato un uomo con l'aiuto del SIGNORE». 2 Poi partorì ancora Abele, fratello di lui. Abele fu pastore di pecore; Caino lavoratore della terra. 3 Avvenne, dopo qualche tempo, che Caino fece un'offerta di frutti della terra al SIGNORE. 4 Abele offrì anch'egli dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. Il SIGNORE guardò con favore Abele e la sua offerta, 5 ma non guardò con favore Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato, e il suo viso era abbattuto. 6 Il SIGNORE disse a Caino: «Perché sei irritato? e perché hai il volto abbattuto? 7 Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!»” (Genesi 4:1-7)

In questa breve riflessione, prenderò in considerazione due aspetti importanti del comportamento adottato da Caino nei confronti di Dio e che produssero in lui irritazione e abbattimento.

Nella seconda parte del versetto 5 del passo di Genesi 4 è scritto “Caino ne fu molto irritato, e il suo viso era abbattuto.” Due parole importanti: irritazione e abbattimento.

Per spiegare meglio questo punto, ho posto delle domande a delle care sorelle in Cristo: “Quando si parla di irritazione, cosa accade dentro di noi? Cosa vuol dire essere suscettibili e seccati? Cosa significa essere permalosi?” Per non parlare poi dell’abbattimento, che ti fa perdere proprio le forze certe volte. E se una persona resta abbattuta chiudendosi in sé stessa mantenendo un punto fermo, del tipo che non riesce ad accettare un qualcosa, questo fa sì che questa persona “covi la rabbia”. La rabbia accumulata è terribile! La rabbia crea un disfacimento e non ci mette mai in discussione. Caino infatti da quello che leggiamo nei versi successivi, non si pente, si dispiace solo per quello che Dio gli dice dopo. Non si assume alcuna responsabilità riguardo a ciò che ha fatto a suo fratello e quindi non si mette in discussione. Potremmo dire che pur essendo il fratello maggiore era un immaturo. Un atteggiamento simile a quello del figlio maggiore nella storia del figliuol prodigo (Luca 15:11.32), che non aveva capito il comportamento del padre. Questo per dire che qui abbiamo una persona che si irrita davanti a Dio, è seccato. In alcuni studi è stato notato che c’è un riecheggiare nel comportamento di Dio verso Caino molto simile a quello precedente avuto verso Adamo. Ma anche se Adamo e sua moglie inizialmente cercarono di accusarsi a vicenda oltre che accusare il serpente, alla fine non si ribellarono al Signore. Non osarono andare contro Dio, anzi, capirono di essere in torto verso di Lui e cercarono anche di nascondersi dalla Sua presenza. Nel caso di Caino invece, abbiamo un uomo che si irrita e si ribella. Su questo argomento della permalosità, dell’irritazione e dell’abbattimento vi invito a riflettere bene. Io stesso li ho combattuti e li combatto ancora. Sono elementi per noi che possono essere molto nocivi. Se il Signore ci mette davanti queste cose, magari attraverso persone a noi vicine che a loro volta ci fanno notare questi atteggiamenti sbagliati perché ci amano, dobbiamo considerare che persistendo in questo tipo di atteggiamento non facciamo altro che nuocere alla nostra salute spirituale. Bisogna sapersi mettere in discussione con umiltà, non dobbiamo cadere in una depressione che poi ci porta al senso di colpa. E non dobbiamo nemmeno cadere in quello stato depressivo che ci porta a covare una rabbia tale da condurci, come Caino, a commettere un atto scellerato quale fu per lui uccidere suo fratello. Infatti, se noi non accettiamo nemmeno da parte di Dio una correzione, come possiamo migliorare e diventare persone capaci di accogliere la pace? Il Signore ci dona la pace, ma come facciamo ad accoglierla nel nostro cuore se facciamo i supponenti pensando di saperne più di Lui quando ci ribelliamo dinanzi ad un Suo rimprovero? Un giorno parlai con una persona che rivolgeva le sue preghiere agli idoli. Mi disse che “nemmeno Dio in persona lo avrebbe potuto convincere di essere un idolatra”. Purtroppo, a volte l’arroganza mette in evidenza l’immaturità della gente, si ha paura di perdere qualcosa di sé stessi senza capire che se Dio manda qualcuno per farci andare a Lui è soltanto per il nostro bene. Ora, chiudo questa riflessione dicendo che dobbiamo sforzarci di non puntare i piedi.

A Dio la gloria!

R.R.

(tratto da: 163 - CAINO E ABELE STUDI E RIFLESSIONI ANCHE ATTUALI - RIUNIONE PIC 15 APRILE 2023)

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