Leggere la Bibbia

Nei movimenti settari esiste un sottile inganno che riguarda più la pratica, le opere, che la rinascita dallo Spirito Santo. Prendiamo ad esempio la questione che riguarda il “nome” di Dio (su cui insistono questi movimenti). L’inganno sta nel concentrarsi e fare disquisizioni su un argomento che a noi non è stato completamente rivelato dalla Parola di Dio. I settari si concentrano quindi su ciò che è scritto in maniera letterale in alcune parti della Bibbia riguardo un determinato argomento (come il nome di Dio), ponendo enfasi appunto sul significato letterale, in questo caso, del nome. In questo modo non si fa altro che trattare la Parola di Dio come un cadavere da sezionare. Non si riesce a capire che la Parola del Signore è vivente! Non è una serie di lettere o parole messe così lì, come un codice! In quel modo persone zelanti, serie, attentissime a fare la volontà di Dio, vengono ancora spinte verso l’aspetto più “pratico”, legalista, più comportamentale delle opere, privilegiandolo.

Queste persone purtroppo si perdono, perché vanno a vedere il comportamento preciso riportato in certi passi nella Parola di Dio, dimenticando che non c’entra con la salvezza, la quale è sempre per grazia, e dimenticando che chi guida la Chiesa è lo Spirito Santo, non le gerarchie o le dottrine comportamentali. Da qui si arriva ad un punto importante, quello della “mentalità”.

Qui non si tratta di vedere se una cosa è “biblica” o non lo è. Infatti che vuol dire “biblico”? Biblico è tutto ciò che è nella Bibbia, ma è anche scritto in Giovanni 10:9 “Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà e troverà pastura.” Se è scritto questo, allora Gesù è una porta? Cerchiamo di capirle le cose! Perché il Signore ci ha donato lo Spirito Santo? Da Gesù in poi, questo dono deve fruttare! Dobbiamo riflettere, capire, meditare. Io penso che sia bene soprattutto ascoltare e dire l’essenziale.

Noi dobbiamo unire il senso, gli insegnamenti principali ed essenziali che il Signore ci ha dato, nell’attesa del Suo ritorno.

Tra primi movimenti protestanti, ci furono i quaccheri che scoprirono il silenzio davanti a Dio. Nelle loro riunioni, i membri restavano in un silenzio contemplativo spirituale, perché per loro Dio era così immenso da destare nel cuore un pio timore che si traduceva appunto nel restare alla Sua presenza senza proferire parola. Questo è solo un esempio per dire che Dio è Dio, e noi come umili servi dovremmo predisporci prima di tutto all’ascolto di ciò che vuole trasmetterci, aprendo il nostro cuore dinanzi alla Sua presenza. Questa è la cosa importante.

Capiremo in seguito la profondità di questi insegnamenti, e a questo proposito vorrei spendere ancora qualche parola sul modo di interpretare:

Come possiamo usare la stessa mentalità giudaica nel Nuovo Testamento? Mi spiego facendo una ipotesi: mettiamo che io sia un membro di una chiesa protestante evangelica, vengo battezzato da adulto (nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo), magari parlo anche in altre lingue e quindi sono nato di nuovo (almeno questa è la convinzione della maggior parte dei credenti). Poi, vado a leggere dei passi nella Bibbia e mi metto ad applicarli in tutto alla lettera e guai a chi non lo fa. Che cosa sto facendo esattamente? Non sto facendo altro che applicare “la Legge” alla lettera come facevano i giudei.

Loro leggevano e applicavano, non avevano la salvezza per fede, si sentivano giusti per ATTUAZIONE della Legge. Ancora oggi seguono questa linea, ignorando persino il “peccato originale”, (almeno così ho letto nello scritto di un rabbino importante). Dobbiamo considerare che quella era un’altra epoca e soprattutto era la loro epoca, la loro Scrittura e il loro periodo quindi in quel momento avevano un’interpretazione della Scrittura molto pratica, fondata proprio sui “patti di Dio col popolo d’Israele”, che si trovano nel Vecchio Testamento. Se noi andassimo prendere quei concetti e interpretassimo alla nostra maniera cristiana di oggi, sicuramente li vedremmo sotto un altro tipo di luce che ci ha donato il Signore. Questo per dire che non possiamo prendere gli stessi precetti che applicavano i giudei e fare la stessa cosa. Bisogna cercare di chiedere al Signore che ci dia discernimento, sapienza e capacità di intendere. Il discernimento è il dono di oggi, è quello che ci serve e che lo Spirito Santo sta dispensando a chi lo chiede.

Dio ci benedica!

(tratto da: 162 - NO ECUMENISMO - MENTALITÀ E CONFERENZA DI ATTI 15 - RIUNIONE PIC 8 APRILE 2023)

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