Pregare

DOMANDA:

Caro fratello Renzo da 6 anni sto evangelizzando una amica […] che ha accolto il messaggio con piacere ed entusiasmo, ma da alcuni anni [una persona della sua famiglia] si è ammalata di un brutto male ed io ho cercato con la preghiera d’intercessione a DIO E A NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO, poiché ho studiato anche da alcune chiese pentecostali cristiani  che Cristo è sempre lo stesso ieri oggi in eterno, e dicono che non è vero che con la morte dell'ultimo degli apostoli i doni sono cessati, quella scrittura loro la trasportano all'instaurazione dei nuovi cieli e nuova terra solo allora cesseranno i  doni di guarigioni di imposizioni delle mani, comunque questa amica non sta vedendo l'opera di  DIO   [nella persona della sua famiglia malata] nonostante stiamo pregando da tempo tuttavia le cose sono peggiorate, lei si è arrabbiata con DIO che nonostante le preghiere non succede niente io non le ho saputo più rispondere e mi ha mandato via di malo modo dicendo che se anche [questa persona]  deve morire almeno che DIO GLI ALLEVI il dolore ma nemmeno questo, mi perdoni io qua nemmeno ci riesco a capire come mai la preghiera di guarigione in nome di  CRISTO non riesce a salvare una persona? Purtroppo, anche io delle volte ho tanti dubbi e non so che rispondere. Ti ringrazio.

RISPOSTA:

Caro fratello (non so il tuo nome) anche io ho appreso le cose del Signore un po’ in una chiesa e un po’ in un’altra, poi vedendo delle differenze notevoli nelle loro dottrine, spesso contrastanti, ho capito che dovevo anche studiare meglio la Scrittura. Devo dire che anche adesso, da vecchio, sto imparando interpretazioni importanti della Parola del Signore che prima leggevo in modo più superficiale, ed anche io magari davo di alcuni passi, spiegazioni non del tutto corrette. Quindi non ti preoccupare, come si dice: “nessuno nasce imparato”.

La tua domanda “come mai la preghiera di guarigione in nome di CRISTO non riesce a salvare una persona?” implica diverse considerazioni che meriterebbero però uno studio più ampio. Non è la dicitura letterale di una formula che dà l’efficacia della preghiera, se fosse così sarebbe come le formule magiche. Inoltre, il concetto di salvezza è ben diverso da quello di guarigione. Una persona può essere salvata ma non è detto che sia anche guarita fisicamente.

Spesso nelle chiese di tipologia carismatica cattolica o evangelica pentecostale che ho frequentato per anni (siano esse chiese libere, apostoliche, adi, ecc.) si dà un grande peso ai doni (carismi) che lo Spirito Santo distribuisce come vuole. Alcune frasi vengono prese alla lettera. Sono pochi i pastori preparati che hanno una fede matura in grado di spiegare queste questioni ed applicarle in maniera equilibrata. Il discorso sarebbe lungo, non appesantisco questa lettera; caso mai lo potremo approfondire con un percorso dedicato.

Il punto è che se, certe espressioni scritturali non vengono bene studiate ed assimilate da chi è responsabile, e poi non vengono spiegate bene ai credenti, possono generare non solo confusione, ma (e questa è la cosa più grave) possono generare illusioni di fede ai credenti, quasi come se certe preghiere fossero magiche. Queste illusioni, fatte per inavvertenza, perché vi sono frasi che vanno capite bene e non sempre applicate in maniera letterale, portano delle gravi terribili delusioni in chi ha creduto. Chi tra questi caduti nel dolore delusione e sofferenza riesce a non perdere del tutto la fede, rimane comunque con una specie di rancore verso Dio, come se Dio stesso fosse il colpevole di una promessa di guarigione mancata, in un lutto per esempio. Infatti, questo credente non si spiegherebbe mai come una preghiera, “fatta secondo le regole” non abbia “funzionato”.

Allora a questo punto vi sono delle riflessioni distinte da fare per qualche categoria di persone: 

La prima categoria è quella di chi evangelizza. Chi evangelizza dovrebbe parlare della salvezza per fede nel Cristo e far leggere dei passi in merito. Punto. Questa della salvezza per fede è la “buona novella” che deve portare l’evangelizzatore; questi non dovrebbe portare altro, salvo casi particolari;

La seconda categoria riguarda quei credenti che mettono in pratica i carismi o doni dello Spirito Santo, quali per esempio lingue, intercessione, consolazione, insegnamento, pastorato, guarigione, profezia, liberazione, ecc. ecc.  Ora non è detto che chi è chiamato dal Signore alla evangelizzazione (che è già un bel dono) sia sempre corredato dallo Spirito Santo di tutti questi altri doni. Generalmente nessuno di noi ha tutti i doni. L’apostolo Paolo lo spiega molto bene ai Corinzi, una comunità molto “carismatica” ma anche molto disordinata.

Ora da come la vedo io questa seconda categoria (cioè chi evangelizza ed usa anche alcuni carismi) dovrebbe nei casi dubbi rivedere con serietà il suo operato e controllare se effettivamente ha questi carismi oppure non li ha; e in caso ritenesse di si, vedere se questi doni sono riconosciuti dalla chiesa che frequenta. Infatti, il concetto di Chiesa di Gesù è sempre plurale, non è mai l’azione di un singolo.

Generalmente in una chiesa carismatica matura, certe preghiere non vengono fatte da una sola persona, ma da un gruppetto di persone anziane, di provata fede, che la chiesa stessa invia in base alle diverse esigenze. I doni come l’intercessione o la profezia o la guarigione vengono attentamente spiegati e controllati dai responsabili.

La terza categoria riguarda la persona caduta nella disperazione e nel risentimento “contro Dio”. Questa persona reagisce umanamente, quasi istintivamente come un bambino quando si fa male che subito se la prende col padre o con la madre. Questa persona necessita di una amorevole presenza che tenti, senza forzare, una spiegazione più elevata, che approfondisca almeno i seguenti punti:  

  1. il tema dell’amore di Dio;
  2. del battesimo,
  3. della Bibbia;
  4. dei comandamenti legge e grazia;
  5. del ritorno del Signore;
  6. del rapimento dei credenti;
  7. della morte fisica differenziandolo dalla morte spirituale,
  8. del giudizio;
  9. della preghiera;
  10. del discepolato;
  11. della consacrazione;
  12. della santificazione;
  13. ecc...

Tutti questi temi un evangelizzatore li può anche anticipare, ma dovrebbero poi essere spiegati sotto forma di studio evangelico da chi ha ricevuto dal Signore il dono dell’insegnamento. 

Per tutti questi motivi, sarebbe richiesta per questa persona, la presenza non di un solo evangelizzatore per sei anni, ma di una comunità con un pastore adeguato, che la sappia seguire riprendendola per mano.

Inoltre, se mi posso permettere, anche tu potresti inserirti meglio in una comunità con scambi e confronti fraterni in modo da poter sviluppare meglio i tuoi doni, dare e ricevere edificazione.

Ti mando un abbraccio nel Signore nostro Gesù.

R.R. 

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