Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

PARTE  IV

 

CAP. 4 -  ECUMENISMO ED IPOCRISIA - PERSONE E NON CHIESE - PROPOSTE CONCRETE PER TUTTI

 

      Togliamo subito un'illusione: le "chiese" comunemente dette non possono essere "ecumeniche", proprio per definizione; le persone possono esserlo, ma le chiese no.

      Prendiamone una inventata, tanto per non fare torto a nessuno e chiamiamola "Chiesa dei servitori dell'Eterno" (se esistesse davvero chiedo scusa per la mia ignoranza, fatemelo sapere e cambierò nome, e' solo un esempio). La parte verbale che la qualifica, "l'accento" per così dire, non e' su "chiesa" ma su "servitori dell'Eterno". Di chiese ce ne sono tante, di "servitori dell'Eterno" solo alcuni. In pratica la tendenza e' quella di cercare delle qualificazioni, delle distinzioni... un qualcosa che ci contraddistingua dagli altri. E' un normale sforzo umano per sentirci "speciali" tra i tanti.

      Desiderio di unicità e desiderio di unità. Una delle tante nostre contraddizioni. 

     E' giusto distaccarci da ciò che potrebbe offendere Dio, ma attenzione alle esagerazioni: chi e' perfetto? Chi e' veramente "giusto"?

      E poi il concetto di "giustizia" per l'uomo potrebbe non corrispondere a quello di Dio. Giobbe era "giusto" nella sua ribellione in un contesto terreno, umano, ma non lo era più in un'ottica universale, dove le sue prove avevano un senso così grande che lui non poteva contemplare.

      La perfezione in merito all'eseguire alla lettera le leggi della Scrittura si mostrò una strada aperta alla cattiveria ed all'ipocrisia, smascherata da Gesù. La legge letterale porta alla condanna, alla croce degli altri non certo al perdono ed alla comprensione. I cristiani non hanno un nuovo decalogo dettato dal Signore, ma la comprensione del vecchio che acquista bellezza e sapienza.

      Ma la tendenza dell'uomo e' quella che e'. Bisogna tenerne conto.

     Forse questa tendenza a primeggiare e a non perdonare ha portato poi a delle lotte così aspre tra tanti credenti.

      Volevo evitarlo, ma temo purtroppo che dovrò fare anch'io qualche esempio concreto. Riporterò la definizione di "Movimento ecumenico"

 

presa dal Dizionario enciclopedico universale - Sansoni - FI, 1966:

 

(...) Movimento ecumenico: movimento per la riunione delle chiese cristiane, nato e sviluppatosi soprattutto in ambiente protestante sulla fine del secolo XIX: esso afferma, più che la necessità di una concentrazione di chiese (secondo le forme e gli aspetti presi dal movimento alle sue origini), quella di riscoprire al di sopra delle differenze costituzionali e dottrinali delle chiese l'"una sancta ecclesia", fondata da Gesù ed assistita dallo Spirito Santo. Suo organo massimo il Consiglio ecumenico delle chiese fondato a Ultrecht nel 1938, che ha avuto la sua costituzione definitiva nella prima assemblea ecumenica delle chiese (Amsterdam 1948) con la partecipazione di delegati rappresentanti 142 chiese e denominazioni cristiane per la maggioranza protestanti. La chiesa cattolica, in quanto si ritiene l"unica sancta ecclesia" fondata da Cristo, considera il problema come un ritorno puro e semplice delle chiese dissidenti al cattolicesimo; posizione che non le consente una partecipazione al movimento."

      Una affermazione di questo genere verso la Chiesa cattolica ci lascia sorpresi. Come e' possibile che questa chiesa che oggi parla tantissimo di ecumenismo, che anzi usa tranquillamente questo termine come le fosse proprio per mezzo delle televisioni di tutti i paesi del mondo, non partecipi poi al Movimento ecumenico? Certo l'affermazione sembra molto dura, soprattutto se consideriamo che l'abbiamo trovata per caso su un testo di cultura generica e non di parte. Io stesso conosco cattolici che dicono di battersi per il movimento ecumenico. E allora che risposta possiamo dare?

 Ne daremo diverse, da più angolazioni e alla fine avremo una risposta molto esauriente.

 1) Il testo usa giustamente una parola significativa: "non le consente". Si potrebbe tentare di parafrasare la nota citata in questo modo: la posizione assunta da secoli dalla chiesa cattolica "che si ritiene 'l'unica sancta ecclesià", non consente alla stessa chiesa, di fatto, una reale partecipazione al movimento, pure se si esprime spesso in maniera diversa.

 2) Si potrebbe obiettare che il testo appartiene ad un dizionario del 1966 e che oggi potrebbe essere superato.

      In effetti c'e' stato un grande aumento di attività in questo senso da allora. Ma dobbiamo saper distinguere: noi parliamo di Chiesa cattolica come istituzione ecclesiastica precisa, non di discorsi di qualcuno fatti davanti alla telecamera. Esistono documenti ufficiali che riportano, al di là delle opinioni, la vera voce dell'istituzione.

      Da una piccola ricerca in merito, che potrete vedere alla nota 3 in appendice, a me non risulta cambiata la posizione della chiesa cattolica. Essa si ritiene sempre "l'unica sancta ecclesia", con un capo che non vuole certo saperne di discutere del suo cosiddetto "primato".

      Vi sono e' vero moltissime brave persone che cercano di migliorare le cose "lavorando da dentro", per loro scelta, ma di fatto, anche se possiamo far finta di niente, di fatto, se la Chiesa cattolica si siede attorno ad un tavolo, a tutt'oggi quel tavolo non e' mai rotondo.

 

3) D'altra parte non possiamo dire che altre chiese siano migliori. Come ho già detto tante volte, ognuna possiede i suoi piccoli e grandi "dogmi", ognuna si sente "l'unica". 

4) Ecco che allora questo movimento ecumenico può essere tutto e niente.

      Il rischio e' fare come le trattative di pace delle grandi potenze: rappresentanti (magari in buona fede, chissà) che parlano comodamente in città neutrali mentre in altra sede si vendono armi e si fomentano guerre.

      C'e' una sola possibilità: non prendere in considerazione il nome delle  chiese che partecipano ma solo le persone, le coscienze, le anime che aspirano alla fratellanza cristiana, che insieme riescono a pregare a lavorare, a testimoniare lo stesso Signore.

      Chi si sente di avvicinarsi a questo movimento allora non dovrebbe farlo "istituzionalmente", con la "divisa" da cattolico o da evangelico; perché le chiese, come tali, non rinnegheranno mai se stesse, mentre noi siamo chiamati paradossalmente proprio a questo: "Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la salverà"[1]

      Le chiese hanno paura di perdere il proprio individualismo. Se per esempio due chiese cristiane si accorgessero di credere nelle stesse cose (magari con qualche sottolineatura delle Scritture diversa), non si potrebbero più chiamare con nomi diversi e sarebbero costrette a "morire" nella loro unicità per poi magari "rinascere" e formare una nuova chiesa senza nome che le rappresenti entrambe.

      Non sarebbe un gran male; ma qual'e' quella chiesa oggi che si sente di "morire" per una comunione cristiana di questo genere? Probabilmente nessuna, anche se alcune provano a mettersi su questa strada.[2]

      L'istituzione non e' niente: e' un ammasso di persone che perdono sempre più la loro capacità di pensare, riflettere, scegliere.

      L'istituzione non ha interessi cristiani, ma solo egoistici.

      Sono le persone che devono formare le chiese, non come invece avviene oggi, le chiese che formano le persone.

      Non sono giochi di parole, pensate ad una chiesa, ad esempio protestante che ha fondato la sua identità sulla raccolta delle decime obbligatorie (perche' così ha trovato scritto da qualche parte delle Scritture) e che obbliga le donne a mettersi il velo e a tacere nelle assemblee (perche' sempre così ha trovato scritto da qualche altra parte), ebbene provate a dire ai dirigenti di quella chiesa "guardate che questi sono aspetti secondari, la centralità e' la fede in Dio, in Cristo che salva, che torna... dimentichiamo queste piccole differenze, occupiamoci di testimoniare Gesù insieme." Pensate che abbandonerebbero un ingresso finanziario sicuro o la loro "identità del velo in testa"? Che sarebbe di quella chiesa? Diventerebbe improvvisamente troppo povera, molti pastori sarebbero costretti a lavorare, non sarebbero più "speciali" ma cristiani come tanti altri. Si rassegnerebbero? Forse difenderebbe con le unghie e con i denti quelle piccole differenze. Ma chi e' in sostanza che le difenderebbe? Sarebbe uno Spirito di Dio o uno spirito umano? Qui sta la riflessione.

 

ECUMENISMO CON TUTTE LE RELIGIONI?

 

     Come avrete visto, nei nostri appunti mi sono rivolto essenzialmente alle chiese cristiane. Non mi sento di trattare qui i possibili rapporti con altre confessioni, per esempio orientali, per una serie di motivi.

      Tuttavia un piccolo accenno significativo vorrei farlo: ho letto un libricino "Ritorno al centro" di Bede Griffits:[3]  - Queriniana (1990). Questo monaco che vive in una capanna in una comunità religiosa dell'India tenta un difficile equilibrismo tra le religioni orientali ed il cristianesimo (sarebbe meglio dire il cattolicesimo, da quello che  poi afferma). Egli tratta punti interessanti,[4] ma si esprime anche in maniera pericolosa,[5] ambigua,[6]  o addirittura inaccettabile per un "ecumenico".[7] Il voler, da parte sua, rassomigliare per forza religioni diverse porta solo confusione.[8]

      Concludendo, con tutto il rispetto per questo monaco, così sbilanciato verso le religioni orientali e così chiuso verso i protestanti che a quanto mi consta sono ancora cristiani (e chissà, forse anche migliori di chi li vede ancora come un effetto demoniaco), preferirei evitare di fare un passo così lungo senza prima aver affrontato la situazione cristiana di "casa nostra". Se non riusciamo a capirci come cristiani, cosa andiamo ad esportare di "ecumenico"?

      Il rischio, in tentativi di questo genere, magari in buona fede (ma forse "cavalcati" da tendenze religiose "colonialistiche" di ambo le parti),  e' quello di accettare troppe estraneità idolatriche pur di prendere più spazio ad oriente; alla fine invece di avere persone rivolte all'unico Dio, si potrebbero avere persone unite in una babilonia di concezioni e il tutto chiamato: "dio".

      Allora senza entrare in merito alle varie dottrine, riferendoci alle persone che si sentono di cercare, onorare e servire l'unico Dio della Bibbia, vediamo qualche piccolissimo spunto su come si potrebbe lavorare insieme:

 1) Per alcuni anni, questa missione ha sperimentato una "evangelizzazione epistolare". Attraverso annunci su vari giornali, alcune persone interessate cominciavano a scrivere di se stesse in rapporto alla loro spiritualità, per una ricerca e una identificazione personale in funzione di un Dio vivo che si lascia trovare e con cui si puo' instaurare un rapporto personale e comunitario;

 2) Per un altro anno ho sperimentato alle stesso modo una specie di "telefono amico ecumenico", purtroppo senza trovare volontari per realizzarlo come si dovrebbe;

 3) Sto valutando la possibilità di inserire la missione in "Internet", soprattutto come rapido mezzo per diffondere del materiale di lettura;

 4) Una testimonianza cristiana interessante sarebbe anche una specie di "servizio religioso interconfessionale", dove una persona puo' porre una domanda religiosa o inerente la propria conversione, ed avere più risposte da parte di cristiani provenienti da denominazioni diverse; la persona interessata sarebbe poi portata alla riflessione ed alla valutazione delle risposte nei silenzi della preghiera personale;

 5) Un qualsiasi servizio sociale come un asilo nido o altro volontariato.

      Quello che conta non e' tanto ciò che si fa, quanto il fatto di riuscire a farlo pur provenendo da situazioni religiose diverse. Se "la pianta" e' buona -ed e' buona perché poggia sul Signore Gesù - allora anche i frutti dovranno essere buoni.

      Per chi si e' sentito di aderire intellettualmente alle idee dell'espansione e dell'ecumenismo, sarebbe ora il vero banco di prova di carattere pratico. Non basta infatti essere d'accordo, bisogna anche essere capaci di mettere in pratica quello che predichiamo.

      Non mi soffermo molto sulla realizzazione di queste proposte appena accennate; per farle dovremmo dimenticarci, almeno per il tempo necessario in cui siamo insieme, della "divisa dottrinale" da cui proveniamo.

      Vogliamo provarci?

 

 

Correlazioni:
 

1 - L'IMPRONTA DI DIO: ORIGINE E FINE

2 - LA REAZIONE DELL'UOMO ALL'ABBRACCIO DI DIO

3 - LA REAZIONE DELLA COMUNITA' ALL'ABBRACCIO DI DIO:

   

 

 

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[1] Luca 17:33

[2] Se non vado errato la Chiesa Valdese e quella Metodista, almeno in Italia, tentano questa unificazione. Anche la Chiesa Battista sembra guardare con interesse.

[3] "Bede Griffiths è tra le persone che maggiormente spiccano in India nel campo interreligioso [...] Monaco benedettino nell' abbazia di Prinknash, poi priore nell'abazia di Farnborough, si trasferì in India nel 1955 [....] in un monastero  benedettino di rito siriaco. Nel 1968 gli venne chiesto di dirigere l'Ashram di Saccinanda" (Introduz. di  P.  Nicola Manca - Istituto Studi Asiatici - Milano)

[4] -Amore come autocomunicazione (pag. 68) In Dio vi è la capacità di autocominicazione; Egli cerca di comunicare  se  stesso agli  altri. Il mondo è venuto all'esistenza come risultato di questo impulso di comunicazione che è in Dio, ed ogni creatura  è mossa dall'amore. 2) -Ogni religione, fino a che è praticata, è in un continuo stato di evoluzione (pagg.89-90)

[5] -L'oppio, o qualunque altro allucinogeno apre il mondo all'inconscio, il mondo degli dèi e dei demoni, dove il mondo  viveva prima dell'era scientifica, un mondo pericoloso, che può portare alla pazzia, ma anche a Dio. (32)

[6] -Un discorso pericoloso quando tenta un parallelismo tra l'evoluzione la reincarnazione e il cristianesimo. Dice in  pratica: "..io ero nel protoplasma, nel pesce [...] esperienze sepolte nel mio inconscio [...] la meditazione ci permette di andare oltre (pagg. 50-51)

[7] 1) -Lutero, Calvino, Voltaire, Rousseau, Marx, Freud  tutti sullo stesso piano (!?) definiti come "uomini di genio, che mancavano  di  'sapienza", e che "liberano incalcolabili forze di male" (73).

2) -Il purgatorio (pag 27);

3) - "Il  protestantesimo  ha spezzato  l'unità  organica del corpo mistico di Gesù, quell'ordine divino ed umano che la Chiesa [!?] ha stabilito, ed  ha  reso ogni uomo un individuo isolato. (116) Il Protestantesimo avrebbe dovuto essere un movimento di riforma all'interno del  Cattolicesimo  e portare un rinnovamento della Chiesa [!] con il ritorno della Bibbia, quel ritorno al quale oggi noi guardiamo”.  (117) [incredibile l'ignoranza storica e religiosa! Questo sarebbe l'ecumenico illuminato?] -4) [Terribile imposizione prepotente  dei  soliti  dogmi  cattolici! Così solo la Ch. cattolica avrebbe l'autorità di interpretare la Bibbia, ecc. ecc. inutile commentare ancora. (pag. 128)]

[8] 1) -"Così  è per tutte le religioni: (...)potenze angeliche e demoniache sono sempre presenti, in una sfera di dualità in cui  non vi è vittoria finale." (73)

2)- Il regno della realtà c'è sempre stato(75) 

3) Si tenta un altro parallelo tra Dio e  "Realtà"  (Realtà-Principio, creando confusione con la realtà comune) ed in questo discorso si esprime pericolosamente  l'esempio  di "Cristo  come 'simbolo' di Dio"

4) [Vuole per forza accostare Dio alle figure mitiche come Krishna ecc.] "Anche la religione  di Israele.... Yahweh stesso è una figura mitica..." (106)

5) Invito allo Yoga ecc.

 

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