Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

PRIMA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE

1989-1994  Rev.3

di Renzo Ronca

 

PARTE  XI

 

 

CAP. 3 - QUALCHE NOTA RIASSUNTIVA


 

Vi ricordate all'inizio quando parlammo dell'espansione spirituale? L'Eterno cominciò a liberare il suo popolo con Mose'; Gesù manifesta la sua potenza liberando, insegnando, guarendo; Lo Spirito che e' sempre Dio continua l'azione liberatoria. Può essere racchiuso, posseduto, inquadrato lo Spirito di Dio? E allora, come mai ogni chiesa ha il "proprio" Spirito Santo? Parliamo di tutto il movimento carismatico-pentecostale nel mondo e vediamone oggi il risultato che ha prodotto. Fratelli, vi sono seri motivi di riflessione perché in questo terreno, come vedremo, si e' facilmente inserito lo spirito dell'ingannatore.

 

1) "Ora il Signore e' lo Spirito e dov'e' lo Spirito del Signore, quivi e' libertà" (II Cor. 3:17)

Ma come può essere presente lo Spirito libero del Signore nella sua potenza e completezza, quando ci sono enormi differenze dottrinali tra chiesa e chiesa?  Smettiamola di vedere lo Spirito di Dio come qualcosa di generico e confinato dentro una chiesa!

Il rapporto con Dio e' prima di tutto personale e così e' anche per lo Spirito Santo. Se una persona e' investita dallo Spirito di Dio deve vivere questa dimensione di libertà uscendo da ogni chiesa umana per entrare nell'unica Chiesa che conti: il corpo di Cristo, che non ha una definizione di parole.

 

2) "Non contristate lo Spirito Santo di Dio" (Efes. 4:30)

Introdurre lo Spirito Santo "DENTRO" qualcosa già suona male, come una forzatura, una stonatura. Introdotto nel cattolicesimo italiano ha visto il nascere ed il continuo dividersi di gruppi tra loro non concordi ("Rinnovamento nello Spirito", "Comunità Maria", "Gesù risorto"). Non ci si deve sorprendere, e' proprio l'abito cattolico che risulta "troppo stretto" allo Spirito! L'impronta passionista e' pesante per la libertà della resurrezione, così come l'obbedienza al papa va poco d'accordo con l'obbedienza ai comandamenti di Dio. Può operare proprio bene uno Spirito sottoposto ad una gerarchia umana? Chi ad esso si affida e' destinato a soffrire molto; ma quell'inquietudine interiore non si può soddisfare con un nuovo gruppo nell'ambito della stessa chiesa: e' l'inquietudine di un figlio che vuole nascere ma che rischia di essere soffocato all'atto del venire alla luce. Ci vuole coraggio a testimoniare Dio-Spirito-Verità: se non e' libero lo Spirito avremo pezzetti di verità e sappiamo già che l'ingannatore agisce sempre con le mezze verità.

Paradossalmente nel cattolicesimo si ha dunque l'uso dello Spirito di Dio per allontanarci da Dio! In verità quello spirito non ha potuto mai esprimersi liberamente; come un'aquila maestosa chiusa in una gabbietta per canarini. Ma anche i Pentecostali non sono da meno in quanto a forzature e possesso: certe volte si ha l'impressione che "gestiscano" lo Spirito, ma nella realtà sono gestiti spesso da spiriti di confusione e confondono il sentimento con la rivelazione. La norma "Chi non parla le lingue non ha lo Spirito" e' troppo pesante per chi parla di libertà. Inoltre bisogna vedere se questa confessione segue fedelmente gli insegnamenti biblici: per esempio come possono credere anch'essi nell'inferno, cioè nell'eternità dell'anima? Eppure e' chiaro che "l'anima che pecca sarà quella che morrà" (Ezech. 18:4). E come si può parlare di peccato se non si e' d'accordo sui comandamenti? Anche loro non rispettano il sabato. In Eden c'era. Dio lo osservò. Gesù lo osservò. Gli apostoli lo osservavano. Perché noi no?  Ora, lo "spirito" di una cosa e' la sua "essenza", il cuore, la sublimazione, l'espressione dell'intenzione... e allora, quale sarà lo "spirito" di una chiesa che segue indicazioni diverse da un'altra?

Mi spiego meglio: ammettiamo che i pentecostali abbiano ragione, allora hanno torto i cattolici, giusto? Le "sostanze" delle due chiese sono molto diverse. Lo spirito cattolico, dunque, non e' lo spirito pentecostale. Lo stesso discorso si può fare per molte altre chiese. Troveremo una molteplicità di spiriti diversi, tutti vicino alla Bibbia, con parole simili, con atteggiamenti simili, ma con diversità di fede. Davanti a Dio non c'e' il cristiano degli otto comandamenti o quello dei nove, c'e' solo il cristiano. Lo Spirito di Dio e' uno, perché Gesù e' uno e perché Dio e' uno. Non possono esistere quattordici "spiriti santi" dunque esiste uno stato di falsità e promiscuità. "Ora fratelli, io v'esorto, per il nome di nostro Signore Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare, e a non aver divisioni tra voi, ma a stare perfettamente uniti in una medesima mente e a un medesimo sentire." (I Cor. 1:10).

 

3) "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.." (Giov. 8:32)

-Abbiamo un solo modo per conoscere la verità  ed e' quello di lasciar perdere la babele delle chiese, dei miracoli, dei segni prodigiosi e tornare alla fortezza di Dio. Chi e' cristiano cerca di osservare i comandamenti perché Cristo lo faceva; e Cristo e' per noi modello di umiltà, fede ed obbedienza al Padre. lo Spirito di Gesù, lo Spirito Santo e' in ogni cristiano e lo attira, lo spinge, lo santifica trasformandolo verso la verità, che e' l'aderire alla perfezione universale di Dio. Questa perfezione passa attraverso l'armonia della legge, dal cui peso, per fede siamo liberi perché scritta dallo Spirito direttamente nei nostri cuori. In questo modo sarà più facile dare una "sfoltita" alle tante chiese.

4) -Non evocate gli spiriti sbagliati.  Tra i carismatici cattolici assieme alle invocazioni allo Spirito, ci sono quelle alla Madonna, ai santi. Non ho trovato mai sulla Bibbia l'autorizzazione a pregare o evocare o ascoltare altro spirito se non quello di Dio.  A questo proposito vale la pena ricordare che la Bibbia cattolica porta di solito anche la traduzione delle scritture non riconosciute tra quelle ispirate: i cosiddetti deuterocanonici.[1] Questi libri, pure se possono essere letture edificanti, spesso confondono, quando non danneggiano: un esempio e' dato proprio  da Siracide 46:20, in cui e' scritto  che Samuele continuò a profetare anche dopo la sua morte; questo e' falso. Nella Bibbia "vera" o libri riconosciuti da tutti come rivelati da Dio, e' scritto:

-"Non praticare divinazione o magia" (Lev. 19:26);

-"Non vi sia chi eserciti la divinazione" (Deut. 18:10);

-"[Io frustrerò] quelli che consultano gli idoli, gl'incantatori, gli evocatori di spiriti e gli indovini" (Is. 19:3); ecc.

Quindi se fosse vero quanto detto sopra in Siracide, la Bibbia sarebbe spinta da uno spirito confuso e contraddittorio e noi sappiamo che lo Spirito di Dio non e' così. L'episodio a cui si riferisce Siracide (l'evocazione, sollecitata da Saul, da parte di un'indovina che avrebbe chiamato Samuele), va letto e studiato con molta attenzione. Vedrete che non e' Samuele a "salire"!

 -Io sento....- Le emozioni, le sensazioni personali al posto delle rivelazioni di Dio. Errore comunissimo. Abbiamo già parlato dell'importante concetto "Lo sp. dei profeti sia sottoposto ai profeti": la responsabilità personale prima di parlare, del controllo e discernimento degli spiriti. Non c'e' terreno migliore di questo per l'ingannatore: col suo trasformismo sa farsi passare per chi vuole. Ciò che sentiamo non vuol dire niente se non e' riconosciuto da Dio. Saremo direttamente chiamati in giudizio per ogni parola che avremo fatto dire allo Spirito di Dio e che Dio non ha mai detto; per cui massima attenzione: sarebbe sempre meglio non parlare, ma se proprio uno si sente spinto a farlo, controlli e ricontrolli la voce che sente, la confronti col testo biblico, si domandi quando e se sia il momento di esporla pubblicamente, trovi parole ed espressioni adatte per non creare confusione ed infine sappia evitare eventuali polemiche. Controllare la voce che si sente significa fare un lavoro spirituale e mentale in se stessi:

a) Rendiamo chiaro e cosciente il messaggio, l'esortazione, la rivelazione, la chiarificazione, che sentiamo nel cuore. Risulta ovvio che se non e' più che chiaro e' meglio tacere.

b) Una volta esaminato e "isolato" il concetto, controlliamo da soli se e' voce nostra (paura desiderio), voce dell'ingannatore (ambiguità, confusione, distorsione della verità, messaggio contrario ai principi biblici, ecc), o probabile voce dello Sp. di Dio.

d) Se riteniamo ancora che sia cosa buona che viene da Dio, allora, prendiamolo come l'abbiamo recepito e proviamolo, avvicinandolo al tempio di Dio: Se il Signore lo riconoscerà sarà suo, se non lo riconoscerà avremo sentito una cosa per un'altra.

e) Per "sentire" nel nostro cuore l'eventuale riconoscimento di Dio del messaggio che avvertiamo, non e' facile. Alcuni parametri sono: fede, rettitudine, nessun interesse personale, umiltà, obbedienza, grande amore per chi ascolta, atteggiamento mentale continuo di lode al Signore, ecc. Dio ascolta sempre le nostre preghiere e sente il nostro spirito esprimere anche quello che noi a parole non riusciamo a dire, dunque quando vede arrivare la nostra offerta ai suoi piedi, se viene da lui ce lo farà sentire. Ci sarà una specie di approvazione, molto difficile ora da definire, ma la avvertiremo. In mancanza di questa e' meglio aspettare prima di parlare. Evitiamo l'ansietà della fretta. Se veramente sentiamo di dire una cosa buona nel Signore, egli ci presenterà l'occasione giusta.

f) Non siamo indispensabili: considerate che se, nel dubbio, o per timidezza, preferiamo tacere ed il messaggio e' importante, ci sarà un'altra persona che parlerà e dirà esattamente quello che noi stavamo per dire. Questo e' bene, dobbiamo essere contenti di questo e lodare Dio che ci aiuta. Per meglio sottolineare il messaggio e' bene confermare pubblicamente quello che si e' sentito da altri e che anche noi sentiamo (basta dire "confermo" o simil.)

-Ma abbiamo tutti lo Spirito, siamo un popolo di sacerdoti..- Che il Signore ci abbia donato lo Spirito Santo non e' detto che l'abbiamo ricevuto, ne' che lo possiamo ricevere. Dipende da molti fattori, non ultimi la fedeltà, la purezza. L'abbiamo riconosciuto? ".. e la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno ricevuta." (Giov. 1:5). E' molto facile dire -abbiamo lo spirito-, bisogna vedere se e' vero; ed ammesso pure che l'abbiamo chiesto con umiltà e che il Signore ce lo abbia concesso, bisogna vedere se poi l'abbiamo saputo mantenere. Leggiamo qualche frase di Osea:

"Ascoltate la parola dell'Eterno o figlioli d'Israele: poiché l'Eterno ha una contestazione con gli abitanti del paese, poiché non v'e' ne' verità, ne' misericordia, ne' conoscenza di Dio nel paese." (4:1)

Verità, misericordia, conoscenza di Dio. Il popolo non ha più conoscenza: la responsabilità e' proprio dei sacerdoti, preposti dal Signore ad insegnarla, a trasmetterla:

"Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai sdegnata la conoscenza, anch'io sdegnerò di averti come sacerdote;" (v.6).

Ma come mai i sacerdoti hanno sdegnato la conoscenza? Qual'e' la radice della conoscenza di Dio?

"..giacché tu hai dimenticata la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figlioli"(v.6).

Ecco il punto: i sacerdoti, i responsabili, chiunque aveva dal Signore il compito di amministrare le cose di Dio ha rigettato la sua legge. Possono anche rimanere mille opere, ma se alla radice non c'e' il fondamento dell'ubbidienza al Padre sarà tutto inutile. Perché parlare in nome di Dio se non si esegue la sua volontà?

"Il mio popolo consulta il suo legno, e il suo bastone gli dà le istruzioni; poiché lo spirito della prostituzione lo svia, egli si prostituisce, sottraendosi al suo Dio" (v.12).

Pensate alle preghiere "nello spirito" dove, per esempio negli esorcismi, si evocano gli spiriti dei santi morti, lo sp. di Maria, ecc. ecc. Molto ci sarebbe da dire su questo spirito di prostituzione, non sempre infatti e' così evidente come nella promiscuità cattolica: alle volte e' lo sp. della nostra affermazione personale che parla: l'idolo con cui ci uniamo continuamente: il nostro "io". Allora proiettiamo sugli altri quello che noi vorremmo, quello che desidereremmo... ecc. Ma anche qui non e' così semplice da smascherare perché l'ingannatore ha molti poteri e ci sono molti spiriti indovini capaci di sorprenderci, affascinarci o quanto meno di lasciarci perplessi. Ma sono "un legno" "un bastone", qualcosa di morto, perché no produrranno mai la vita.

Chi li ascolta nel cuore, li evoca e si lascia guidare da loro, potrà stupire ma non porterà mai la resurrezione di Gesù. Chi si sente investito di responsabilità carismatiche o sacerdotali spesso si sente al sicuro da minacce o rimproveri divini; pensa -tanto e' per gli altri che lo dice..- ma non e' così: il primo ad essere colpito dal giudizio di Dio sarà proprio lui: "Ascoltate questo o sacerdoti! State attenti voi della casa d'Israele! Porgete orecchio voi della casa del re!" (5:1).

Vedete sono le categorie di quelli "che contano" potremo dire  dei "responsabili": "Poiché contro di voi e' il giudizio, perché siete stati un laccio a Mitspa e una rete tesa sul Tabor" (v.1).

Infatti non seguendo la legge di Dio, i suoi comandamenti hanno perso la base di ogni conoscenza e nessuno spirito e' in loro se non quello della morte e della confusione. Col loro comportamento hanno ingannato (laccio, rete tesa) il popolo e di questo Dio chiederò conto. Il popolo così istruito, senza verità, misericordia e conoscenza, ovviamente non si comporta bene davanti a Dio e quando gli si presenta, portando un sacrificio impuro in se stesso, come potrà essere accolto?

"Le loro azioni non permettono loro di tornare al loro Dio; poiché lo spirito di prostituzione e' in loro e non conoscono l'Eterno." (v.4). 

Vedete? C'e' poco da illudersi, da una radice sbagliata non può venire la conoscenza di Dio. Come può esserci il timore di Dio in una persona che lo confonde con altri dei? Ciò che hanno generato sono solo "figlioli bastardi" (v.7), prodotti di spirito misto.

"I capi di Giuda sono come quelli che spostano i termini: io riverserò la mia ira su loro come acqua" (v.10).

Abbiamo spostato le linee di confine che Dio ci aveva assegnato: abbiamo voluto di più, abbiamo ceduto al fascino dell'ingannatore, per questo ci capitano prove tanto dure. La presenza del Signore non sarà più con noi, in noi: il suo Spirito sarà ritirato:

"Io me ne andrò e tornerò al mio luogo.." (v.15).

Ma c'e' una speranza: "...finché essi non si riconoscano colpevoli e cerchino la mia faccia; quando saranno nell'angoscia, ricorreranno a me" (v.15).

Riconoscere il nostro errore. Che abbiamo disubbidito, che ci siamo macchiati di impurità. Dobbiamo ritornare alle origini, alla purezza originaria: essere consapevoli di aver trasgredito i comandamenti di Dio, il suo patto con noi (6:7). Ma non e' facile per chi vive le incrostazioni del peccato. La maggior parte delle persone, pur essendo provate da Dio, si ostinano a non riflettere, anzi si ribellano ancora di più, oppure hanno solo una parvenza di pietà nel loro cuore. Partono con slancio (6:1-3) ma subito si dimenticano. E' la nostra natura debole e corrotta di uomini incapaci e peccatori, che usiamo parole come "fedeltà" e non sappiamo nemmeno che significa.

 "Che ti farò o Efraim, Che ti farò o Giuda? La vostra pietà e' come una nuvola mattutina, come la rugiada che di buon'ora scompare." (v.4).4)

Per avere sempre in mente Dio c'e' un solo modo: la lettura costante de della Bibbia, il tuffarsi continuamente nella verità che e' la parola l'insegnamento di Dio: "Per questo li taglio con la scure dei profeti, li uccido con le parole della mia bocca e il mio giudizio verrà fuori come la luce." (v.5).

Non ci sono altre fonti: non ci sono gerarchie, catechismi, filosofie o sciocchi -secondo me-. La verità non e' nel sentito dire della tradizione ma davanti a noi, sul tavolo, basta aprirla e leggerla: la Bibbia. Non delegate nessuno a farlo per voi, sarebbe come affidargli la vostra vita per pigrizia. Se fossero soldi non li affidereste tanto leggermente, guardereste bene persone, banche e garanzie... la vostra vita vale meno dei vostri soldi? Ma non e' facile. L'amore di Dio si perde sulla sabbia della nostra infedeltà.

Chiamatela fedeltà a questa o quella chiesa, ma non chiamatela fede in Dio perché non lo e'! Chi ha fede nel Signore non ha paura di cercarlo dove si fa trovare. Accettiamo la riprensione di Dio, pentiamoci, e poi seguiamolo al più presto per ricominciare da capo la nostra storia d'amore con lui, come un matrimonio salvato, come la donna che e' riaccolta, pentita, dal suo tradimento. Leggiamo il cap. 2 dal v.13 alla fine ed affrettiamoci a farci condurre senza resistenze in quel deserto dal mondo che e' intimità d'amore col nostro Dio ritrovato per grazia.

 


 

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[1] Ricordo che i Deuterocanonici sono: ESTER GRECO, GIUDITTA, TOBIA, PRIMO LIBRO DEI MACCABEI, SECONDO LIBRO DEI MACCABEI, SAPIENZA, SIRACIDE, BARUC, LETTERA DI GEREMIA, SUPPLEMENTI A DANIELE

 

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