IN ASCOLTO AI PIEDI DELLA CROCE - una breve riflessione sulle parole che disse Gesù prima di morire -

di Stefania - (9-4-15) - 14-6-18

 

 

Alture del Golgota

 


 

 

 

I vangeli riportano alcune frasi, sette, che Gesù ha detto sulla croce. Esse possono rappresentare un interessante  mezzo di riflessione. Ognuna meriterebbe molto spazio e profondità, ma in questa pagina sintetica,  provando a leggerle in una certa progressione, mi fanno pensare alla completezza del messaggio di salvezza che Dio invia agli uomini per mezzo di Gesù.

 

La prima frase, «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34), ci ricorda che è Lui e soltanto Lui, Gesù Cristo, che intercede per noi presso il Padre, e, mediante il Suo perfetto sacrificio, ci garantisce la riconciliazione con Dio.

Non potremmo da soli chiedere perdono a Dio, non potendo accostarci a Lui, che è Santo, contaminati come siamo dal peccato. Abbiamo voluto possedere il creato senza più sottostare al Creatore e questo ci ha resi ciechi, ci ha perduti, non sappiamo più quello che facciamo.

Soltanto credendo in Gesù, chiedendo che il Suo sacrificio valga anche per noi, possiamo tornare a Dio, e riacquistare la vista.

Chiunque si rivolge a Gesù Cristo, e soltanto a Lui, per la propria salvezza, ottiene una risposta priva di ambiguità, una risposta come questa: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso» (Luca 23:43).

Gesù ci dà la certezza della salvezza eterna, e, inoltre, si premura di non lasciarci soli su questa terra a vivere il resto dei nostri giorni in un mondo che bestemmia. Ci lascia in seno ad una famiglia, la Sua Chiesa, ci mette in condizione di trovare fratelli e sorelle che camminano lungo la Sua Via, ci dice di sostenerci a vicenda: «Donna, ecco tuo figlio!» … «Ecco tua madre!» (Giovanni 19:26-27).

Ma ci dice anche che non saremo esenti dalla sofferenza in questo mondo.

Nei momenti più dolorosi e drammatici della Sua morte in croce, Gesù grida al cielo: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Matteo 27:46; Marco 15:34), e queste parole sono per noi un'altra preziosa indicazione.

Gesù, dopo aver pienamente obbedito al Padre, arriva ad invocarLo nel Suo dolore: faremo così anche noi tutte le volte che ci troveremo disperati, con la mente offuscata dalla sofferenza, in balìa di eventi che ci atterriscono. Non distoglieremo mai gli occhi dal cielo, e Dio non si farà attendere quando chiederemo il Suo aiuto.

«Ho sete» (Giovanni 19:28) dice Gesù, e anche noi avremo sete.

La Sua sete nell'imminenza della fine della Sua missione, è ardente desiderio di tornare a Dio, di tornare alla vita perfetta che Dio aveva pensato per tutti noi e che adesso ci offre per mezzo di Suo Figlio. Avremo sete di Dio fino alla fine, nostalgia di casa proprio quando saremo più vicini ad essa. Aver sete di Dio sarà un bene, più saremo vicini a Lui, più avremo sete della sola acqua che davvero disseta e che adesso non conosciamo, o non ricordiamo più.

Ed infine, le ultime due frasi di sollievo, di vittoria, di pace.

«È compiuto!» (Giovanni 19:30) dice Gesù, che ha obbedito al Padre in tutto, che ha vissuto tutta la Sua vita come una missione. Ognuno di noi avrà la sua missione, i suoi propri incarichi nella vita e nella Chiesa di Gesù, ognuno di noi cercherà di adempiere ad essi fino alla fine.

«Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio» (Luca 23:46): non dobbiamo temere la fine del nostro viaggio terreno, non è l'ignoto che ci aspetta, ma il Padre che manterrà tutte le promesse fatte ai Suoi figli perduti e ritrovati.

 

 

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