Tiziano: Caino uccide Abele

Qui si potrebbe rispondere in due modi, ambedue corretti, a seconda che si dia alla "malvagità" un significato sociale o spirituale. Se la "malvagità" è intesa in senso sociale, se cioè è messa in relazione con la gravità dei crimini commessi (Codice Penale alla mano ), allora il diverso livello di "malvagità" non può che essere il risultato della intrinseca diversità umana. Se non esistono due individui esattamente identici fra loro ( considerando tutti i fattori che possono incidere sulla persona: genetici, caratteriali, psicologici, famigliari, sociali, culturali, storici, geografici. ..), non si vede perché il livello di "malvagità" dovrebbe essere lo stesso.

Se invece la "malvagità" è intesa in senso spirituale, allora dobbiamo rivederne il concetto alla luce della parola di Dio. La Bibbia, infatti, molto recisamente afferma: "Non c'è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10). "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3 :23). Inoltre Gesù dichiara: "Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde" (Matteo 12:30). Queste affermazioni, a ben vedere, contrastano con la nostra esperienza quotidiana e con le idee che, in base ad essa, ci facciamo. Secondo Dio, dunque, sembrano esistere solo due categorie di persone: quelle che accolgono la Sua grazia liberante e rigeneratrice, .e coloro che invece non lo fanno. Nella parabola del giudizio (Matteo 25:31-46) l'umanità viene simbolicamente divisa in "pecore" e "capri": le prime vengono accolte da Dio, mentre i secondi vengono respinti, senza alcuna via di mezzo, senza nessuna delle numerose alternative che a noi sembrerebbero fare tanto comodo. ..

Possiamo perciò concludere che esiste una notevole differenza di vedute tra noi e Dio riguardo a ciò che debba intendersi per "malvagità". Per convincersene ulteriormente, basti riflettere sui famosi Dieci Comandamenti, sintesi schematica della volontà di Dio, e confrontarli con la morale comune, o con le leggi umane. Noi avremmo mai messo sullo stesso piano il furto e il mancato rispetto verso i propri genitori, o l' omicidio e la mancata osservanza del giorno del riposo ? ...E nei nostri tribunali potrà mai essere accusato chi desidera la roba degli altri o si rifiuta di offrire il proprio culto a Dio? ...La verità, dunque, è che i nostri criteri di giudizio sono assai diversi da quelli del Signore. Ma questa, in fondo, è cosa nota. Gli effetti del peccato, infatti, non si evidenziano solo in certi comportamenti sbagliati, ma anche (per non dire soprattutto) nei valori e nei sentimenti da cui siamo permeati. Dunque facciamo attenzione quando, come il famoso fariseo della parabola (Luca 18:9-14) pensiamo di meritare qualcosa davanti a Dio, o ci sentiamo tanto migliori degli altri!

 A.G.

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