Dubbi

DOMANDE:

Salve fratello, ho delle domande... Satana può conoscere i nostri pensieri? E un fratello di tanti anni di fede può sbagliare nel consultare Dio cioè nella risposta che riceve, che invece venire da Dio viene dai propri desideri? Cosa vuol dire Paolo quando dice “di rimanere nella condizione in cui siamo quando Dio ci ha chiamato?”

RISPOSTE:

1) Satana può conoscere i nostri pensieri? Ritengo di no, però con le sue suggestioni può lui, immettere i suoi pensieri in noi. Satana è una creatura spirituale creata molto prima dell’uomo; questo avversario ha avuto modo di studiarci ed osservarci da millenni. Nella sua ribellione e cattiveria è pur sempre una creatura molto più potente ed intelligente di noi; è un abilissimo “ragionatore” in grado di elaborare nella memoria ogni atto della nostra vita. Per questo potrebbe tentare di confonderci attraverso i sensi, metterci in crisi e farci credere quello che vuole lui (ovvero farsi passare per un dio al fine di distaccarci dalla protezione del Signore). In realtà egli può solo IPOTIZZARE E DEDURRE, da tutto il nostro passato, i possibili ragionamenti e le possibili mosse che stiamo per fare. Costui fa passare tutto questo per atti miracolosi come nello spiritismo, ma, primo: ha dei limiti dati da Dio; secondo: NON PUO’ ACCEDERE direttamente nel cuore della nostra essenza, essendo quella parte riservata solo a Dio, che ci protegge. Tuttavia anche se il Signore ci protegge (Giovanni 17:15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno) non dobbiamo sottovalutarne le ambigue infiltrazioni. La difesa più grande consiste nel restare uniti al Signore Gesù e ai Suoi insegnamenti.

2) Un fratello di tanti anni di fede può sbagliare nel consultare Dio? Cioè la risposta che riceve, può venire dai propri desideri ed essere scambiata come una risposta che viene da Dio? Sì, ogni uomo può sbagliare. Anche il dono del discernimento degli Spiriti, quando viene messo in pratica, va “comprovato” dallo Spirito Santo con alcune conferme.

3) Cosa vuol dire Paolo quando dice “di rimanere nella condizione in cui siamo quando Dio ci ha chiamato?”

Il passo a cui fai riferimento si trova in 1 Corinzi al cap.7, che andrebbe letto tutto. Non si tratta di una passività sociale del cristiano; è la lettera di un responsabile della chiesa di Corinto ai suoi discepoli in quel tempo e in quel momento, per correggerli ed edificarli. In estrema sintesi, dunque, possiamo fare le seguenti riflessioni:

  1. Le lettere sono appunto “lettere”, ossia scritti con una data, spediti a qualcuno specificatamente, per un motivo preciso. Questo significa che vanno lette sempre nel loro contesto sociale storico dottrinale comportamentale.
  2. Ad Efeso c’era “una situazione di malcontento dilagante dove alcuni si servivano della libertà per commettere peccati” (MacArthur). L’intenzione dell’apostolo Paolo, prima di tutto, era quella di stabilizzare gli animi e di farli sentire in prima luogo appagati dalla “nuova nascita” in Cristo senza creare disordini. Riguardo ai possibili cambiamenti sociali (il matrimonio o lo stato di servitù o altro) era sempre il Signore, se mai, a modificarne lo stato, nei Suoi tempi, nel Suo ordine. Lo stato di serenità interiore non è mai disordine contro la morale cristiana.
  3. C’è anche una considerazione più complessa che possiamo fare: a causa di un fenomeno normale detto di “contrazione temporale”, che è avvertito spesso da chi ha percepito delle rivelazioni da parte del Signore, l’apostolo vive come se fosse imminente in quel tempo la venuta del Signore. Per questo dice in qualche versetto più avanti, per combattere l’ansia e i turbamenti e il disordine: “Ma questo dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa. Vorrei che foste senza preoccupazioni.” (1 Corinzi 7:29-32)

Un fraterno saluto.

R.R.

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