Bambino si nasconde dietro un albero

"Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»" (Genesi 3:9) [1] 

La consapevolezza che Dio ci abbia creato, e dunque che ci conosca appieno, diminuisce la nostra sensazione di inadeguatezza nei Sui confronti. È Lui infatti il soggetto, Colui che ha preso e prenderà l’iniziativa per curare la nostra redenzione. Questo non significa che resteremo passivi, anzi l’invito a conoscerLo è sempre vivo,[2]  tuttavia lo slancio del nostro cuore sarà come una risposta, e come tale, procederà sicuro di essere da Lui accolto; perché di fatto, pur nel nostro smarrimento, corrisponderemo sempre ad una Sua chiamata: “Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»” (Genesi 3:9).

Potremmo forse dire che l’Eterno, pronunciando quel “dove sei?”, mise in atto la prima forma di comunicazione organizzata per il Suo piano di salvezza dell’uomo. Egli non solo fu il primo a cercarci, ma stimolò ed aspettò subito da noi una risposta, per poi tenerne conto e dirci dell’altro, ed avviare così un dialogo formativo e "in-formativo" per la nostra evoluzione. Questo è il fondamento della comunicazione Dio-uomo, che si trasforma e ci trasforma, elevandosi ed elevandoci continuamente fino a portarci accanto a Lui per l’eternità.

In termini moderni potremmo dire che questa comunicazione divina, che si articola in modo sempre più perfetto, è simile a quel meccanismo che chiamiamo feedback o retroazione,[3] che più avanti cercheremo di capire meglio adattando il concetto al nostro ragionamento.

L’UOMO DELL’EDEN

A quanto possiamo capire dalla Bibbia, l’uomo prima di essere allontanato dall’Eden, ascoltava direttamente la voce di Dio (e Dio disse loro: «Siate fecondi..) ed era in grado di osservare e gioire per la Sua creazione (L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne…» Genesi 2:23)

Dio era praticamente vicino all’uomo se poteva passeggiare nell’Eden e far udire la Sua voce (Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera…Genesi 3:8). E’ condivisibile allora il pensiero secondo cui i nostri progenitori nell’Eden fossero molto più consapevoli di quanto lo siamo noi riguardo al creato: “I nostri primi genitori […] non è che fossero dei selvaggi senza cultura o dignità. Essi convivevano a tu per tu con gli esseri celesti ed erano istruiti da loro” [4]

E L’UOMO DI OGGI?

Attualmente basta vedere l’esempio che danno i nostri politici, quando in base ai consensi che possono ottenere rinnegano le affermazioni solenni del giorno prima. La parola dell’uomo di oggi è velocissima attraverso i mass media, ma di fatto è mutevole ed insignificante. E' solo un tramite dai caratteri cubitali rumoroso ipnotizzante ingombrante, ma che poi se lo vai a vedere da vicino, a parte qualche effetto speciale, non ci trovi niente.

La ricca e sapiente comunicazione divina delle origini, stabile rassicurante edificante, sta alla misera comunicazione dell’uomo di oggi come la vita eterna sta alla vita terrena attuale. Un divario impressionante, inimmaginabile.

Nell’uomo terreno dopo il peccato dell’Eden vi è solo un piccolo pallido e lontano ricordo di Dio. Un ricordo che, nonostante tutto, esiste e può essere risvegliato, ma non certo per merito dell’uomo.

Tale ricordo è presente in tutti gli uomini, consapevoli o inconsapevoli, perché è parte della creazione umana stessa: “Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza..[…] Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio (Gen 1:26-27). C’è insomma in noi qualcosa ad immagine di Dio, che spesso è latente, nascosto, appartato in qualche luogo del nostro essere.[5]  E’ per questo che la comunicazione di Dio all’uomo dopo il peccato inizia con una apparente inchiesta (“Dove sei?”) che non serve tanto a giudicare, quanto a risvegliare nel rapporto con il Padre un ricordo che porti alla coscienza. Il ricordare Dio.[6]

Per motivi complessi, se Dio si mostrasse e parlasse all’uomo di oggi direttamente, l’uomo nella sua costituzione psico-fisica attuale,  non riuscirebbe a reggere di fronte a tanta potenza. Per cui Dio per comunicare (e rivelarsi) usa principalmente quella Parola-Logos-Gesù che ha ispirato/formato la Bibbia. Egli inoltre, usa la Parola comunicandola sapientemente in forma “crescente”, ovvero con significati in espansione sempre più elevati. [7]

“DOVE SEI?” (Genesi 3:9) - PERCHÉ DIO FECE QUESTA DOMANDA SE GIÀ SAPEVA DOVE SI TROVAVA L’UOMO? 

La domanda ha un significato più profondo di come appare. Anche per noi uomini “dove sei” non ha sempre lo stesso significato:

  1. Ad esempio quando i bambini giocano a nascondino e quello che cerca un altro chiede “dove sei?” esprime la sua vera ignoranza: effettivamente non sa dove si è nascosto l’altro bambino;
  2. Quando invece poniamo la domanda ad una persona distratta, che magari guarda verso la finestra mentre gli parliamo, usiamo il “dove sei?” più che altro per dirgli che è mentalmente assente e quasi lo richiamiamo alla realtà del momento. 

Quando il Signore domandò all’uomo “dove sei?” sapeva già dov’era l’uomo. Non esiste infatti un posto dove una creatura possa nascondersi agli occhi di Dio.[8]   L’eterno voleva ridestare l’uomo da una realtà oscura fittizia paurosa indotta dal serpente, alla realtà vera, quella di Dio “Io sono Colui che sono”. Dio “è” l’Eterno, per l’eternità.  Il serpente non è nulla perché sparirà. Se l’uomo si riavvicina a Dio, chiamato da Lui nonostante tutto, può tornare ad “essere”. 

E’ l’inizio di un programma preciso per la ripresa dell’umanità, che anticipa e permea tutta la Bibbia (essa stessa intesa come spiegazione del programma che Dio sta realizzando).

Non era una semplice domanda, ma era il nuovo avvio di una unione perduta

A questa domanda rispondiamo: “Sono qui mio Signore!, Grazie di avermi immeritatamente chiamato. Togli il mio peccato, fammi tornare da te! Io confido solo in te mio Dio e non ti voglio lasciare mai più!”

R.R.


[1] Contenuti tratti dal dossier PDF: COME COMUNICA IL SIGNORE CON NOI PARTENDO DA “DOVE SEI?”

[2] Osea 6:3 - "Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell'aurora;  egli verrà a noi come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra»".

[3] La parola “feedback” si compone di una parte verbale (“feed” = “immissione”, da “to feed” = “immettere”, “caricare”, “alimentare”) e di una avverbiale (“back” = “indietro”). Si tratta dunque di una parola composta, il cui significato letterale è  ”alimenta indietro”. Diffusasi quindi dall’elettronica a molte altre discipline, l’espressione italiana equivalente è quella di “retroazione” (ovvero l’effetto di un atto o di un comportamento su colui che l’ha provocato), ma il termine è anche comunemente usato come sinonimo di reazione o risposta. [...]  (http://news.leonardo.it/feedback-spiegazione-del-vocabolo-anglosassone/

[4] Da una risposta nel ns sito del Prof. R. Sargentini in Adamo ed Eva erano nudi?

[5] Può essere d’aiuto per approfondire il DOSSIER PDF (115 pg)  IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relativita' delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri (ES2) - SEME RADICE DELL'UOMO: "IMPRINTING DI DIO" 

[6] Ecco un passo interessante in cui lo Spirito di Dio suggerisce al profeta Isaia la chiave per la consolazione e la fiducia nella Sua guida per la redenzione: cioè aprirsi al ricordo. Allora la comunicazione di Dio ha prima di tutto lo scopo di fargli ricordare che c’è ancora un Dio benefico e potente da cui lui si è allontanato trovando la morte, ma che questo Dio ancora gli offre la possibilità di essere riedificato e salvato. Isaia 63:7  Io voglio ricordare le bontà del SIGNORE, le lodi del SIGNORE, considerando tutto quello che il SIGNORE ci ha elargito; ricorderò il gran bene che ha fatto alla casa d'Israele, secondo la sua misericordia e secondo l'abbondanza della sua bontà. 8 Egli aveva detto: «Certo, essi sono il mio popolo, i figli che non m'inganneranno». Fu il loro Salvatore 9 in tutte le loro angosce.Non fu un inviato, né un angelo ma lui stesso a salvarli; nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense; se li prese sulle spalle e li portò tutti i giorni del passato; 10 ma essi furono ribelli, contristarono il suo spirito santo; perciò egli si mutò in loro nemico, ed egli stesso combatté contro di loro. 11 Allora il suo popolo si ricordò dei giorni antichi di Mosè: Dov'è colui che li fece uscire dal mare con il pastore del suo gregge? Dov'è colui che mise in mezzo a loro lo Spirito suo santo, 12 che fece andare il suo braccio glorioso alla destra di Mosè, che divise le acque davanti a loro, per acquistarsi una rinomanza eterna, 13 che li condusse attraverso gli abissi, come un cavallo nel deserto, senza che inciampassero? 14 Come il bestiame che scende nella valle, lo Spirito del SIGNORE li condusse al riposo. Così tu guidasti il tuo popolo, per acquistarti una rinomanza gloriosa

[7] Chi ha letto scritti precedenti o ascoltato alcuni nostri  video, sa che spesso ricorriamo all’esempio della spirale che sale verso l’alto.

[8] Salmi 139:1 Tu mi hai investigato, o Eterno, e mi conosci. 2 Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu intendi il mio pensiero da lontano. 3 Tu esamini accuratamente il mio cammino e il mio riposo e conosci a fondo tutte le mie vie. 4 Poiché prima ancora che la parola sia sulla mia bocca tu, o Eterno, la conosci appieno. 5 Tu mi cingi di dietro e davanti e metti la tua mano su di me. 6 La tua conoscenza è troppo sublime per me, talmente alta che non posso raggiungerla. 7 Dove potrei andare lontano dal tuo Spirito, o dove potrei fuggire lontano dalla tua presenza? 8 Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol, ecco, tu sei anche là9 Se prendo le ali dell'alba e vado a dimorare all'estremità del mare, 10 anche là la tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà. 11 Se dico: «Certo le tenebre mi nasconderanno», persino la notte diventerà luce intorno a me; 12 le tenebre stesse non possono nasconderti nulla, anzi la notte risplende come il giorno; le tenebre e la luce sono uguali per te. (ND)

 

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