Guardare il cielo stellato

Anche se il termine spiritualità del profondo non si usa molto essendo poco noto, e appare leggermente inquietante, ritengo vada conosciuto.

Piacendo a Dio, arriveremo lo stesso alla spiegazione in modo facile partendo da un altro termine che è “psicologia del profondo”, ovvero quella parte della psicologia che si occupa dei meccanismi inconsci. [1]

Infatti come esistono forze inconsce dentro di noi, cioè che non sono da noi ben conosciute, così esistono meccanismi spirituali nell’anima, non consapevoli, che si agitano disordinatamente dentro di noi, e possono causare comportamenti dannosi e ragionamenti in grado di condizionare in modo negativo le nostre scelte e le nostre dottrine religiose.

In verità la rivelazione di Dio di questo meccanismo che abbiamo chiamato “spiritualità del profondo” è molto più antica della psicologia, come vedremo tra poco, ma è bene sapere subito che, da un certo punto di vista, una delle caratteristiche di queste forze inconsce è che “vogliono” rimanere tali, cioè nascoste; per cui, pur nel loro apparente caos, “lavorano” sfuggendo ai nostri tentativi di identificazione.

Dio però, come stiamo vedendo negli studi sulla creazione [2], ha stabilito un progetto e dei periodi precisi in cui tutte le forze caotiche, dovunque esse siano, dentro l’uomo o fuori dall’uomo, debbano essere dominate e poi ordinate.

Questo progetto, subito dopo la creazione iniziale, si vede dalla “separazione della luce dalle tenebre” che Dio stesso cominciò ad avviare: Genesi 1:2 “La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre

Nella dispensazione dei periodi e dei tempi, Dio ad un certo momento stabilì che per l’uomo era arrivato il momento di partecipare e coordinare queste forze; ciò avvenne nella prima venuta del Cristo, ed esattamente quando si cominciò a battezzare “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19).

Detto in altri termini, Dio, per i meriti di Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, entra nel nostro cuore individualmente, come entrò nel luogo santissimo del santuario di Mosè per tutto il Suo popolo; e la Sua presenza, dopo un percorso di santificazione o discepolato, identifica, purifica, allontana, tutto ciò che è estraneo a Dio, in una ritrovata unità spirituale.

Questa è la prima manifestazione vincente del Regno di Dio per i meriti di Gesù, in previsione della seconda manifestazione, nel Millennio dopo il rapimento e poi della terza ed ultima manifestazione, quando tutte le forze oscure saranno dominate e rese “buone”, alla fine del nuovo sistema di cose in “cieli nuovi e terra nuova”. In quel momento il progetto di Dio si concluderà nell’eternità, quando Lui sarà “tutto in tutti”.

La “spiritualità del profondo” è dunque la consapevolezza di un immenso contenuto di forze all’interno e all’esterno di noi, che si fronteggiano e si combattono, di cui sappiamo poco o niente, ma che per mezzo di Dio possiamo già cominciare ad ordinare. Sappiamo che esistono, e che non possiamo affrontarle da soli ingenuamente, ma appunto dopo il battesimo, con la piena presenza e guida dello Spirito Santo che è Dio: Efesini 6:12 “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.” Saprà allora lo Spirito Santo come fare; a noi comete solo seguirLo in quello che ci dirà.

Nella creazione, come Dio nel rivestimento di pelli dei nostri progenitori indicò la Sua protezione ed il riscatto tramite l’offerta dell’Agnello, così nello stabilire il sole e la luna, indicò una Sua guida per le forze luminose e per quelle inconsce. Purtroppo la presenza del peccato (cioè l’autonomia da Dio) ha favorito l’idolatria; questa staccò le creature dal Creatore dando ad esse un potere inesistente come sostituti di Dio, considerando per esempio il sole e la luna come dèi autonomi. 

Come comportarci allora quando vogliamo capire qualche fatto della spiritualità?

1) L’ascolto attento del Signore è sempre la prima cosa da fare. Personalmente io agisco come dice il profeta Abacuc: In presenza di una necessaria comprensione su un fatto spirituale, mi metto in preghiera, leggo alcuni passi della Scrittura, ci rifletto sopra scrivendoli e meditandoli, e poi elaboro il tutto. Questo sempre in preghiera, stando bene attento a che tutto il risultato cosciente sia in perfetta armonia con gli insegnamenti evangelici.

Abacuc 2:1 “Io starò al mio posto di guardia, mi porrò sulla torre e starò attento per vedere ciò che egli mi dirà e ciò che dovrò rispondere circa la rimostranza fatta. 2 Quindi l'Eterno mi rispose e disse: «Scrivi la visione e incidila su tavole, perché si possa leggere speditamente…”

2) Il secondo passo, conseguente al primo, è la consapevolezza come dicevamo prima in Efesini 12, che oltre alla spiritualità di Dio guidata dallo Spirito Santo, esiste “lo spiritismo”, vale a dire il tentativo di una creatura maligna di cavalcare le forze oscure impedendone la chiara visione; anzi cercando di farle passare come manifestazione di Dio stesso.

3) Il terzo passo, è la liberazione dagli spiriti maligni, una attività su due piani: a) organizzata e graduale, nel senso che più entra il Signore in noi e più si allontanano le forze estranee; ed una più rapida e diretta, che il Signore in certi casi più urgenti ha delegato a volte ad alcuni credenti più che ad altri, corredandoli di doni efficaci all’interno della Chiesa.

Tali liberazioni rientrano nel progetto iniziale di separazione della luce dalle tenebre e dovrebbero essere particolarmente curate in questi periodi che precedono il rapimento.

I pastori nelle chiese dovrebbero tenerne conto ed organizzare a diversi livelli gli insegnamenti per sviluppare il “discernimento degli spiriti” e la liberazione di tutte le anime dei credenti a diversi livelli.

R.R. 


[1] «La definizione di psicologia del profondo è riservata a quegli indirizzi della psicologia (solitamente della psicologia dinamica) che postulano la presenza di meccanismi o dinamismi psichici inconsci, e che attribuiscono a questi una importanza fondamentale per spiegare il comportamento e lo psichismo umano. In particolare, essa si rifà storicamente al pensiero di Sigmund Freud, quello di Carl Gustav Jung e a quello di Alfred Adler. Questa concezione ha tuttavia avuto dei precursori in ambito filosofico; in particolare essa è stata sviluppata prima da Arthur Schopenhauer e poi da Friedrich Wilhelm Nietzsche. Freud è conosciuto comunque come il primo che abbia indagato sistematicamente l'inconscio, e che ne abbia fatto uso a scopo psicoterapeutico. Il concetto di psicologia del profondo, tuttavia, è stato ufficialmente introdotto da Eugen Bleuler, psichiatra svizzero, collega di Jung, noto soprattutto per aver coniato ed applicato la classificazione delle schizofrenie. Freud utilizzò questo concetto a partire dal 1913, in particolare per distinguere la sua Psicologia di derivazione psicoanalitica da quella accademica, che era solita occuparsi invece dei fenomeni mentali consci. […] Il termine inconscio (Unbewusstes in tedesco) indica genericamente tutte le attività mentali che non sono presenti nella coscienza di un individuo. In senso più specifico, rappresenta quella dimensione psichica contenente pensieri, emozioni, istinti, rappresentazioni, modelli comportamentali, spesso alla base dell'agire umano, ma di cui il soggetto non è consapevole». (Wikipedia)

[2] IN PRINCIPIO - COMMENTI SU GENESI (PDF), ma vedere anche: COME COMUNICA IL SIGNORE CON NOI  (DALLA GENESI AI NOSTRI GIORNI - PARTE 1) – 699 ST e GENESI APPROFONDIMENTI – EVANGELIZZAZIONE, COMPITINO FINALE DI EDIFICAZIONE (trascrizione PDF del Video 144)

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