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SAL 119:113 Io odio gli uomini falsi, ma amo la tua legge.

 114 Tu sei il mio rifugio e il mio scudo;

io spero nella tua parola. 

115 Allontanatevi, o malvagi,

 perché io voglio osservare

 i comandamenti del mio DIO. 

116 Sostienimi secondo la tua parola,

 perché io viva, e non permettere

 che sia confuso nella mia speranza.

 117 Rafforzami e sarò salvato,

 e avrò sempre i tuoi statuti davanti agli occhi. 

118 Tu rigetti tutti quelli che

 si sviano dai tuoi statuti,

perché il loro inganno è menzogna. 

119 Tu elimini come rifiuto tutti gli empi della terra;

 perciò io amo i tuoi precetti. 

120 La mia carne trema tutta per paura di te,

e io temo i tuoi decreti.

 

Questo salmo ci parla di come ci poniamo davanti alla legge di Dio e ci ricorda il rapporto diretto che c’è tra la condizione del nostro animo e la relazione con Dio.

Qui si parla di “uomini falsi” (Nuova Diodati); in altre versioni si trovano le espressioni “uomini dal cuore doppio” (Riveduta), “io odio i discorsi” (Diodati), “chi ha il cuore diviso” (CEI). Si tratta di chi si dice credente ma poi tradisce la fede nel comportamento, o di chi è ipocrita, o di chi rimane in una fede fatta di tanti discorsi astratti, di pure speculazioni teoriche, o ancora di chi non prende una posizione con fermezza ed è incostante…

“… ma io amo la tua legge… io spero nella tua parola… io voglio osservare i comandamenti del mio Dio” – dice il salmista – perché la legge di Dio dà speranza, fermezza, elimina la confusione, è il nostro rifugio e la nostra forza. La nostra salvezza.

Dio non approva la falsità, la doppiezza, l’incoerenza nella fede e condanna la menzogna, nei non credenti ma anche nei credenti.

La Parola di Dio ci condiziona chiamandoci alla coerenza e alla fedeltà, così come Lui ci offre fedeltà e coerenza nella sua promessa.

Non si tratta di fanatismo o di allontanarsi dal mondo distaccandoci da tutto, ma di coerenza; come dice anche Paolo ai Corinzi, si tratta di non farsi sviare, di non condividere il peccato insito in certi modi di fare e di essere contrari alla legge di Dio.

Dio non approva chi si svia, chi elude la sua legge, perché ci ha fatti “a sua immagine e somiglianza” per rappresentarlo sulla terra e dunque chiede di corrispondergli, di mantenere questa somiglianza, di non distorcere la sua immagine. Perciò quello che non gli corrisponde lo elimina come rifiuto, come scorie. Così come per ottenere argento puro si deve raffinarlo attraverso un processo di separazione da altri metalli in esso fusi, Dio toglie tutto ciò che è impuro, fa una scrematura per lasciare soltanto la parte più nobile del suo popolo ed ottenere la purezza al 100%.

Noi, dal nostro canto, dobbiamo lavorare su noi stessi per conservarci puri.

Gabriella Ciampi

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