scalinata nel cielo

Salmo 49:"5 Perché dovrei temere nei giorni dell'avversità, quando mi circonda la malvagità dei miei avversari, 6 quelli che confidano nei loro beni e si gloriano nell'abbondanza della loro ricchezza? 7 Nessuno può in alcun modo riscattare il proprio fratello, né dare a DIO il prezzo del suo riscatto, 8 perché il riscatto della sua anima è troppo caro, e il suo costo non basterebbe mai, 9 per far sì che egli viva per sempre e non veda la fossa. 10 Infatti tutti vedono che i savi muoiono e che nello stesso modo periscono gli stolti e gli insensati, e lasciano ad altri i loro beni. 11 Internamente essi pensano che le loro case dureranno per sempre, le loro abitazioni siano eterne; e così danno i loro nomi alle terre. 12 Eppure anche l'uomo che vive nelle ricchezze non dura; egli è simile alle bestie che periscono. [...] 16 Non temere quando uno si arricchisce, quando la gloria della sua casa aumenta, 17 perché quando morrà non porterà nulla con sé; la sua gloria non scenderà dietro di lui. 18 Anche se in vita egli si riteneva felice (la gente infatti ti loda quanto tu prosperi), 19 egli raggiungerà la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce. 20 L'uomo che vive nelle ricchezze senza avere intendimento è simile alle bestie che periscono."

In questo salmo troviamo una profonda riflessione sulla più difficile realtà umana: la morte inevitabile di tutti gli esseri viventi .
Il salmista basa la sua riflessione considerando come l’uomo si difende da questo destino illudendosi che con il potere e le ricchezze materiali possa rendersi eterno, vivere per sempre. Alcuni invidiano l’agiatezza e questa falsa gloria dei ricchi, dimenticando o ignorando che tutto ciò svanirà con la morte. Nulla porteremo dietro con noi oltre alla nostra anima nuda.
E’ un richiamo alla consapevolezza di noi stessi, non solo semplicemente consapevolezza della nostra fragilità (l’uomo è “come un fiore di campo”, “come un soffio” - salmi 144).
Siamo anche essere umani con coscienza di noi stessi, cosa che ci differenzia dalle piante e dagli animali. Se escludiamo questa nostra dimensione diventiamo come bestie che non sanno di andare al macello.
Questa autocoscienza ci offre una visione dolorosa ma anche di speranza e di profonda pace. Vediamo intorno a noi malvagità, sofferenze, ingiustizie e povertà, e nulla possiamo fare e possedere per comprarci l’immortalità e un posto privilegiato che ci salvi qui sulla terra e ci garantisca un diverso trattamento nel futuro.
Noi cristiani però possiamo guardare con la visione di Dio e considerare ciò che il salmista ancora non conosceva ma forse intuiva: non possiamo riscattarci da soli, solo Dio può farlo.
Noi lo abbiamo letto più volte nei Vangeli, ci è stato detto a gran voce e chiaramente con le parole di Gesù, per esempio in Giovanni cap.10: “27 Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono; 28 e io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano.».
A noi resta la responsabilità delle nostre scelte in questa vita, di dare il peso e il posto giusto alle cose terrene materiali. Ascoltare Gesù, fidarsi di Dio Creatore e Salvatore, significa non essere “sospinti come pecore verso lo Sceol” (v.14) ma far parte di quel gregge mite che segue il suo buon pastore.


“Non vi affannate ad accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano, dove i ladri scassinano e portano via. Accumulatevi tesori in Cielo, dove tignola e ruggine non consumano, né i ladri scassinano e portano via. Infatti dov'è il tuo tesoro sarà pure il tuo cuore ” (Matteo 6, 13-21) .

Gabriella Ciampi

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