gli esploratori di Israele osservano la terra e il popolo da conquistare

Questo canto è suonato a cantato dalla cara sorella Cynthia che si trova nelle isole Mauritius e che ogni giorno ci manda una frase biblica con cui lodare il Signore. Dio ti benedica sorella!

Ecco il testo in inglese, poi tradotto in italiano, e dopo spiegato nel suo significato biblico:

I want that mountain!

I want that mountain,

Where the milk and honey flow

Where the grapes of Eschol grow

I want that mountain!

I want that mountain! The mountain that my Lord has given me!

 

Voglio quella montagna!

voglio quella montagna,

Dove scorrono il latte e il miele

Dove crescono le uve di Eschol

Voglio quella montagna!

Voglio quella montagna! La montagna che il mio Signore mi ha dato!

SPIEGAZIONE

Dopo un lungo viaggio nel deserto il popolo di Israele giunse davanti alla terra di Canaan, che avrebbero dovuto conquistare. Mosè secondo l’ordine del Signore mandò degli esploratori, dei capi, uno per ogni tribù (Num 13:1-20). Quasi tutti al ritorno vedendo un popolo gigantesco ebbero paura e si ribellarono; solo Caleb e Giosuè si mostrarono intenzionati a proseguire. Al Signore dispiacque molto questo ripiegamento del suo popolo che non mostrò fiducia in Lui. Tutti furono condannati ad allungare la loro peregrinazione nel deserto e nessuno di loro vide la terra promessa, salvo Caleb e Giosuè che invece vi entrarono e furono premiati per la loro fede.

Il canto si riferisce al coraggio vittorioso di Caleb che, seppure dopo tanti anni di cammino, mostra ancora forza e fede nell’Eterno.

Giosuè 14:6 I figli di Giuda si avvicinarono a Giosuè a Ghilgal; e Caleb, figlio di Gefunne, il Chenizeo, gli disse: «Tu sai quel che il SIGNORE disse a Mosè, uomo di Dio, riguardo a me e a te a Cades-Barnea. 7 Io avevo quarant'anni quando Mosè, servo del SIGNORE, mi mandò da Cades-Barnea a esplorare il paese e io gli feci la mia relazione con sincerità di cuore. 8 I miei fratelli, che erano saliti con me, scoraggiarono il popolo, ma io seguii pienamente il SIGNORE, il mio Dio. 9 In quel giorno Mosè fece questo giuramento: "La terra che il tuo piede ha calcata sarà eredità tua e dei tuoi figli per sempre, perché hai pienamente seguito il SIGNORE, il mio Dio". 10 E ora ecco, il SIGNORE mi ha conservato in vita, come aveva detto, durante i quarantacinque anni ormai trascorsi da quando il SIGNORE disse quella parola a Mosè, mentre Israele camminava nel deserto; e ora ecco che ho ottantacinque anni; 11 oggi sono ancora robusto com'ero il giorno in cui Mosè mi mandò; le mie forze sono le stesse d'allora, tanto per combattere quanto per andare e venire. 12 Dammi dunque questo monte del quale il SIGNORE parlò quel giorno, poiché tu udisti allora che vi stanno degli Anachiti e che vi sono delle città grandi e fortificate. Forse il SIGNORE sarà con me, e io li scaccerò, come disse il SIGNORE». 13 Allora Giosuè lo benedisse, e diede Ebron come eredità a Caleb, figlio di Gefunne.

L’Eterno concesse la vittoria a Caleb di possedere Ebron e lo ricompensò per la fiducia che nutriva verso di Lui.

CHE SIGNIFICATO HA PER NOI

Non spaventiamoci degli avversari, interni o esterni, anche se sembrano più forti di noi. Non è con la nostra forza che vinceremo il nemico, ma con la nostra fiducia nel Signore. Sarà Dio stesso che ci porterà a concludere il nostro viaggio di tutta la vita fino ad arrivare alla nostra “terra promessa” come vincitori, nonostante ogni difficoltà. Coraggio!

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