Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Perché ci appare così difficile tornare a Dio?

PRECONCETTI E SENSI DI COLPA

Approfondimento a Primi 30 sec per la nostra libertà

di Renzo Ronca - 14-11-12 - (Livello 4 su 5)

 

La conversione iniziale è sempre difficile per l’uomo e ciò, se ci pensate bene, è strano perché in fondo si tratta di aprirci al nostro bene, all’amore..  dovremmo essere felici di incontrare il Signore, eppure sfuggiamo, siamo più disposti a credere allo slogan di un prodotto che alle parole di Dio. Vediamo alcuni motivi di questo strano fenomeno.

1) Rifiuto di Dio dovuto a preconcetti relativamente giusti e inflazione di termini religiosi. In effetti, nella storia dell’uomo, troppe volte uomini furbi, siano essi religiosi o politici oppure predicatori imbroglioncelli da quattro soldi, hanno usato ed usano le parole della Bibbia per convincere la gente a fare quello che a loro conviene. Non hanno torto gli atei che dubitano subito quando sentono parlare un uomo di chiesa; forse dietro questi personaggi vedono la storia di una potenza politica che copre di belle parole la  corruzione, gli imbrogli e persino la violenza. Penso che abbiano spesso ragione ma che c'entra questo con Dio? A furia di essere ingannate, le persone hanno imparato a mettere uno schermo di diffidenza tra loro ed il predicatore. Ma Dio non è sempre dentro chiesa degli uomini, Gesù era contro la chiesa del suo tempo, e negli ultimi tempi quando tornerà, la smaschererà (Babilonia) e prima o poi lo capiranno tutti. Per quanto sia possibile dunque e sia vera questa causa di diffidenza, direi di non considerarla troppo, non è quella che approfondiremo.

2) Il senso di colpa. Questo va capito bene. Faccio un esempio: ho un piccolo cane dentro casa che di solito è affettuoso ed ubbidiente. Appena mi sveglio mi fa le feste e lo faccio uscire a fare un giretto nel prato davanti casa. L’altra mattina l’ho visto di sfuggita sotto la sua copertina che dormiva. Mi è sembrato strano, ma non ci ho badato più di tanto. E’ rimasto lì per tutto il tempo che ho fatto colazione e mi sono vestito… sempre più strano…  poi mentre mi allacciavo le scarpe ho capito tutto: aveva sporcato in un angolo sotto la scarpiera; se ne stava nascosto per evitare il rimprovero! La cosa mi ha fatto anche ridere e non mi sentivo di fare una strillata perché mi faceva pena, così cercando di fare il serio sono uscito senza salutarlo, facendo finta di non aver visto niente. Ecco il mio cane si sentiva in colpa e pensando ad una punizione non era corso a farmi le feste. Anche i bambini alle volte hanno un comportamento simile: quando fanno una marachella si nascondono dalla mamma o più ancora dal papà per non essere rimproverati. E l’uomo cresciuto non è diverso, è sempre un bambino con un corpo da adulto. Pensiamo ad Adamo ed Eva: la fecero grossa, lo sappiamo. Quando Dio dopo il peccato dell’uomo lo cercò dicendo “dove sei?” (Gen.3:9), l’uomo si nascose. Certo avrà immaginato Dio arrabbiato, che lo cercava con espressione truce, pronto a colpirlo di tutti i mali possibili… Del resto ancora adesso molti predicano un Dio irato, collerico, pronto a colpire ogni disubbidienza. Io penso che Dio non sia così. E’ la nostra immaturità, il nostro infantilismo morale, che unito ad un senso di colpa del tutto carnale, ci fa pensare automaticamente a un Padre minaccioso ed irato. Lo studio in TUTTA la Bibbia del “carattere” di Dio, soprattutto nella parte che Dio rivela in Cristo, non ci mostra un Padre così, ma un Padre misericordioso, pronto a capire prima di tutto il modo per aiutare i propri figli che ama profondamente. Chi ha detto che quel “dove sei?” sia l’espressione di un padre adirato? Io lo vedo invece come un Padre preoccupato, ansioso di vedere come aiutare il figlio che ha sbagliato.

Ma anche qui attenzione! Il fatto che Dio non sia cattivo non vuol dire che non sia giusto. Il vero educatore sa che le regole servono e che i giovani devono imparare ad essere responsabili. Mi pare fosse il filosofo Rousseau, nel trattato pedagogico “Emilio o dell’educazione” che fece questo esempio istruttivo: il ragazzo Emilio con un sasso rompe una finestra della sua stanza. L’educatore non gli va addosso strillandogli e dandogli un calcio nel sedere, possiamo dire che non gli fa niente, però…. non ripara la finestra! Il ragazzo restando al freddo per un bel po’ comprende che il suo atto ha causato quel danno e diventa responsabile delle sue azioni. Non c’è ira nell’educatore, ma un equilibrato senso di giustizia volto all'educazione del ragazzo.

Il senso di colpa per i nostri errori è un immaturo modo di vedere Dio. Il pentimento è diverso dal senso di colpa. Il senso di colpa ti viene addosso, ti fa male, ti chiude in una stanza buia per espiare il TUO autogiudizio, ti fa perdere la speranza, ti distrugge (vedi Giuda che per il senso di colpa si impicca) Il pentimento invece è un doloroso esame di sé con la consapevolezza di aver commesso un errore, ma col desiderio di non volerlo più fare nella speranza del perdono, sapendo che Dio è amore (vedi Pietro che dopo aver rinnegato Gesù, consapevole di aver sbagliato, dopo aver pianto, non smette mai di confidare in Lui, per questo viene reinserito al suo posto meglio di prima).

Satana conosce molto bene il meccanismo del senso di colpa e lo usa al massimo delle sue possibilità con le persone isolate, depresse, che giudicano se stesse senza credere alla misericordia di Dio. Le stringe in un angolo fino a che le convince di non meritare mai più l’amore di Dio per la loro “cattiveria”; per questo esse si lasciano andare alla disperazione e quindi alla morte. Ma è un inganno! Il Signore ti cerca non per punirti, ma per liberarti da questo senso di colpa! Gesù è proprio venuto per questo: Lui ha tolto la colpa e dunque di che ti devi punire? RingraziaLo invece! Non c’è più la colpa! Per questo se vuoi fare una cosa fatta bene, smetti di lamentarti, smetti di aver paura, smetti di sfuggire al richiamo di Dio quando ti dice “dove sei?” perché non ce l’ha con te!!  Nessuno ce l’ha con te!  comincia a lodare il Signore invece per questa già AVVENUTA liberazione!

Conseguente al senso di colpa, vi è un altro meccanismo ancora più nascosto, che nostro malgrado agisce dentro di noi. Per non appesantire questa pagina ne parleremo la prossima volta.

(continua)

 

 

Correlazioni

(ASPETTO RELIGIOSO) SENSO DI COLPA E NUOVA NASCITA (RR)

(ASPETTO PSICOLOGICO) DAL SENSO DI COLPA ALLE LIBERE SCELTE VOLONTARIE (GC)

 

 

pag precedente - pag seguente - Indice "pensare... usa la testa!"   -   home

 

 

 

 

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE