UN IDEALE CHE HA VITA IN SE STESSO - Parte 2  -  da "SPERIMENTARE GLI IDEALI E’ POSSIBILE? COME SOLLEVARSI DAL QUOTIDIANO PER CONOSCERLI VERAMENTE" -  di Renzo Ronca - 24-6-19

 

 

 

 

(segue)

 

Non tutti gli ideali sono concetti partoriti dall’uomo: esiste un ideale che non viene dall’uomo ma che ha vita in se stesso.

Spiego: se un uomo pensa a modelli assoluti di amore o giustizia o libertà, se anche li elabora meglio che può e li spiega ad un altro uomo, penserà ed esprimerà comunque modelli originati dalla sua mente; tutte sue astrazioni mentali. Tali idee per quanto elevate e ben sviluppate possano essere, saranno comunque della “misura” di chi le ha elaborate; cioè in questo caso di un uomo. L’ideale “amore” per esempio, pensato elaborato ed espresso dall’uomo, resterà una aspirazione sempre limitata condizionata dai bisogni dell’uomo, perché l’uomo oltre l’umano non può andare.

 

Se invece, facendo una ipotesi assurda, l’ideale “amore” avesse vita in se stesso, ci troveremmo di fronte ad un qualcosa al di fuori dell’uomo, indipendente da lui. Un qualcosa che non è propriamente uomo, ma che ha una tipologia di vita autonoma.[1]

 

Un ideale-concetto personalizzato con vita propria, assolutamente libero, che probabilmente pensa e si esprime con conoscenze al di sopra della mente umana. In questo caso ciò che questo ideale-uomo libero dice e comunica può essere rivelato alla mente degli uomini “prigionieri”. Non sarà una comunicazione facile perché l’immensità e l’intensità della sorgente che trasmette è troppo grande rispetto alla ristrettezza del recipiente che lo accoglie, ma  sarà comunque possibile per i mezzi di relazione di cui questo essere dispone. In un certo qual modo sarà come versare regolarmente l’acqua dal mare in un secchiello. Certo l’uomo non potrà contenere tutto l’oceano, ma sarà comunque un fondamentale assaggio, un anticipo trasparente e sperimentabile di una immensità sconosciuta.

 

E normale che ci facciamo mille domande che vogliamo capire per forza, ma dobbiamo tenere presente certe nostre limitatezze. Noi nella nostra mente, per tentare di capire gli ideali, dobbiamo suddividerli e studiarli uno per uno: amore, verità, libertà, giustizia….. fare delle scatolette, dei capitoli, e analizzarli separatamente. Non ci riesce di vederli in un insieme autonomo armonico pulsante e comunicante in se stesso e con noi. Tuttavia, anche con tutte le difficoltà del caso, visto che questo strano essere vivente si è presentato nella vita dell’uomo da millenni ed ancora si presenta, dovremmo provare a considerarlo come possibile; come fosse l’insieme di tutti gli ideali a cui aspiriamo in una sola “persona”, un ideale complesso e vivo. Questo, come l’oceano racchiude tante specie di pesci alghe e coralli, racchiude in sé i diversi ideali di cui abbiamo sentito parlare, e molti altri che non conosciamo. Come se l’amore la verità la giustizia la libertà… ecc, fossero tutti sostanzialmente viventi, cioè avessero una vita autonoma in se stessi, e, allo stesso tempo, costituissero anche una unità, come una persona. Si, quasi una grande persona in grado di volere, pensare, amare, fare giustizia, realizzare ciò che pensa…. Una "persona" molto articolata molteplice multiforme, che possiamo anche chiamare Dio.

 

Questo ideale che ha vita in se stesso, che si presenta in bilico tra fantasia, ipotesi e realtà, non è limitato da un recipiente, ma avvolge ed entra volontariamente e liberamente nel nostro contenitore di vetro cercando una relazione singola con ciascuno di noi. Egli venendo da chissà dove, tenta di liberare l’uomo –con cui pare abbia diverse affinità-  che è imprigionato, prima che la morte si estenda a tutti quelli nel recipiente.

Come possa entrare nella nostra realtà pur essendo in un’altra e come possa ritornare in essa, magari portando con sé l’essenza liberata di noi stessi, non lo sappiamo. Abbiamo solo teorie come quella dei passaggi nello spazio-tempo. Ma prima di addentrarci in esse è necessario almeno ammettere l’ipotesi che  questo ideale-modello-persona che ha vita in se stesso, esista.

 

Questo ideale-uomo-libero-amore-giustizia-ecc, come dicevamo, è in grado di diventare simile e compatibile con l’uomo mortale prigioniero, di parlare il suo linguaggio, di essere accolto dal lui, di condividere persino il suo destino terreno mortale, ma soprattutto di agire come un antivirus contro la legge di morte che lo schiavizza. So che appare come una teoria fantasiosa molto difficile da credere, perché non si comprende. In effetti come sia fatto questo ideale complesso e potente più dell’umano, è impossibile da “com-predere” per la nostra mente così piccola rispetto all’universo e alle vite sconosciute in esso contenute. Possiamo solo intuirlo col timore di perdere la nostra realtà e col rischio di mettere a dura prova la nostra ragione. E’ normale che ci siano molte resistenze in tutto ciò che è nuovo che possa spaventare o mettere in crisi le nostre sicurezze, sia in campo scientifico che in ambiente religioso.[2]

 

 

Come faccia questo modello vivente ad esistere da un punto di vista tecnico scientifico, ad entrare e ad uscire dalle nostre ristrettezze, è fuori dalla nostra portata.[3]

 

Per questo, mancandoci ogni riferimento pratico, quando parliamo di lui, pur ipotizzandolo o accettandolo, ci serviamo di giri di parole con molti esempi che non sempre appaiono adatti e calzanti.

 

Purtroppo con questi giri di parole ed esempi,[4]  già di per se stessi poco significativi, si formano liturgie o culti organizzati in mano a classi speciali di “addetti ai lavori” che formano come una élite di gente speciale come i “sacerdoti” e “pastori” (che generalmente non lavorano e vivono coi soldi degli altri), che amministrano collegialmente un potere sulle coscienze dei credenti, cioè le “chiese”.

Dico “purtroppo” perché spessissimo, molte chiese invece di sollevare i pensieri degli uomini per aiutarli ad attingere regolarmente ad una sapienza superiore, per poi assimilarla piano piano nella giusta modestia, hanno finito per appropriarsi di alcuni insegnamenti di base (come tagliarli con le forbici dalla loro radice e metterseli in tasca), e ne hanno fatto idoli-dogmi gestiti da loro stessi. Con quelli poi hanno organizzato nuove forme di potere su altri uomini. Anche se erano partiti bene, quando si sono appropriati di certi insegnamenti ideali che erano “in espansione continua”, hanno perso la radice “divina” di quella espansione ed hanno costruito cose limitate che non crescono più come avrebbero dovuto. Invece  di aprire le coscienze all’ascolto di un Dio che apre la mente e libera, presentando scelte importanti, hanno manifestato un “dio-girino”, a loro ristretta somiglianza, che nuota anche lui nel recipiente di vetro e condiziona le coscienze schiavizzando ancora di più chi l’ascolta. Le parole dell’ideale dunque sono diventate parole piccole, corrotte. Quindi certi insegnamenti che erano venuti da Chi ha vita in se stesso, una volta inseriti dalle chiese nella loro routine, una volta che sono stati ripetuti girando sempre uguali così come gira sempre uguale  una “vite senza fine”,  sono diventati come una tradizione, una abitudine, una magìa…  come fossero qualcosa che finge di avere vita da sola, ma che è solo un guscio vuoto, un’eco di qualcosa che era infinito all’origine, ma che ora è piccolissimo e morto: riti, esoterismo per pochi eletti, parole, formule, gesti, ricerca di miracoli vari, interessi finanziari, ipocrisie, fanatismi… Questo succede quando strappi dei fiori bellissimi dalla pianta, li metti in tasca e li porti a casa: dopo qualche giorno perdono il profumo, appassiscono, muoiono, imputridiscono nella loro poca acqua sporca.

 

Tuttavia, nonostante l’attività distruttrice presente nel recipiente di vetro in cui esistiamo, che ci lega ad un destino mortale, questo Uomo-Ideale ci dice che esiste una attività creatrice, più potente di quella distruttrice, che ci apre all’eternità, che lui stesso può gestire liberamente. Questo Essere-Dio, che per motivi incomprensibili pare ci ami molto e soffra per noi, desidera comunicare con noi e farsi conoscere, manda i suoi richiami incessantemente dentro al recipiente per cercare di evitarci di morire. Già perché il recipiente ha una “scadenza” oltre la quale non può andare e la morte è l’unica cosa certa per chi resta dentro. Egli osserva con attenzione il nostro comportamento cercando continuamente dei segni di interesse da parte nostra, segni di assenso nel volerlo ascoltare con un minimo di fiducia. Appena avverte un piccolo segnale di apertura in un uomo, sa bene come farsi riconoscere da lui e come tirarlo subito fuori; non lo lascerà morire nella sua corruttibilità.

(continua)

 


 

[1]

Molto ci sarebbe da dire sui vari tipi di vita. Noi conosciamo solo quella terrena, ma ne potrebbero esistere varie forme in tante dimensioni. Diciamo che in una qualsiasi forma di vita in cui un essere possa pensare, avere consapevolezza di sé, decidere, operare, comunicare, si manifesta quella che noi possiamo chiamare “persona”.

 

[2]

 Il processo a Galileo Galilei, sostenitore della teoria copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti in opposizione alla teoria geocentrica, sostenuta dalla Chiesa cattolica, iniziò a Roma il 12 aprile 1633 e si concluse il 22 giugno 1633 con la condanna  per eresia e con l'abiura forzata delle sue concezioni astronomiche. […] Dopo oltre 11 anni dall'inizio dei lavori e 359 anni dopo la condanna di Galileo, nella relazione finale della commissione di studio datata 31 ottobre 1992, il cardinale Poupard scrive che la condanna del 1633 fu ingiusta, per un'indebita commistione di teologia e cosmologia pseudo-scientifica e arretrata, anche se veniva giustificata dal fatto che Galileo sosteneva una teoria radicalmente rivoluzionaria senza fornire prove scientifiche sufficienti a permettere l'approvazione delle sue tesi da parte della Chiesa. (Wikipedia)

 

[3]

Abbiamo solo le testimonianze di chi ha vissuto e sperimentato queste relazioni interiori, spesso tramandate sotto forma di scritti (come la Bibbia).

 

[4]

Un "esempio" è una rappresentazione presa dall’esperienza concreta della vita di un uomo. Trovare le parole per spiegare un qualcosa fuori dall’esperienza della nostra vita è alquanto difficile perché le parole non calzeranno mai in modo esauriente.

 

 

 

 

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