Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

PARTE  II

 

CAP. 4 - I NUOVI RAPPORTI COL NUCLEO ORIGINARIO - Problemi a causa dei "genitori-chiese di origine"

 

E' molto raro che un profeta sia bene accetto in casa propria e nella propria patria.[1] Si possono comprendere le motivazioni dell'ambiente natìo  ma non sono giustificabili. Giovanni Battista seppe diminuire perché Gesù potesse aumentare;[2] la nuova creatura, ovvero la coscienza rinata nei fratelli col battesimo e l'ingresso dello Sp. Santo, si deve saper accogliere come Gesù ci ha insegnato ad accogliere i bambini.[3]

      Noi non sappiamo accogliere veramente, perché in noi non e' la Parola di Dio e non la sappiamo ascoltare;[4] se fossimo di Dio loderemmo il Signore per le sue correzioni e le sue consolazioni. Quando un nuovo[5] fratello viene a comunicarci quello che il Signore gli ha suggerito, prima che parli già assumiamo l'atteggiamento di chi, con santa pazienza, deve saper correggere e riportare le fantasie di uno che sbaglia dentro la giusta dottrina; o peggio assumiamo un atteggiamento saccente ed arrogante come quei Giudei appena incontrati che discutevano con Gesù.[6]

 Ma chi siamo per fare questo? Anche tra chiesa e chiesa: diatribe interminabili tra cavilli di parole ed interpretazioni bibliche. Magari sui cugini di Gesù. Ed alla fine che abbiamo guadagnato? Che non abbiamo mai parlato di Gesù, ma solo dei suoi cugini. Un tempo sprecato.[7]

      Vi può essere qualcosa di buono anche da chi e' diverso da noi, anche da chi viene da un oscuro paesetto; perciò non ci facciamo troppo sapienti da noi  stessi, ma umiliamoci ed ascoltiamo di più come alcuni avrebbero dovuto fare di fronte alle parole di Nicodemo.[8] Allora ascoltiamo, meditiamo, preghiamo; poi parliamo. Dopo.

      Dopo l'esperienza del battesimo e del deserto delle tentazioni, l'anima rinnovata si appresta a testimoniare Gesù. Si identifica così tanto nel Cristo da vivere spesso una vita molto simile. In effetti sarebbe meglio dire che Gesù si e' impersonificato così tanto nell'uomo da vivere la sua storia come la storia di ogni uomo, tanto che ogni uomo si ritrova in Lui.

      Gesù parlava, operava segni potenti, testimoniava il Padre e a Lui riportava sempre il pensiero e l'obbedienza. Fu sempre ostacolato dalla chiesa del tempo e dal potere dominante; tuttavia parlò e la sua parola e' stata scritta. Chi fa la sua stessa cosa, ovvero testimoniare la sua Parola si troverà spesso in condizioni analoghe: perciò sarà avversato, respinto, giudicato, e a volte persino ucciso.[9]

      Uccidere poi non e' così difficile: seppure in maniera non letterale quante volte "uccidiamo" chi ci e' contro semplicemente rimuovendolo dalla nostra vita? Non lo consideriamo più, lo evitiamo, qualsiasi cosa dice non viene più ascoltata... per il solo fatto che e' andato contro le nostre parole lo consideriamo "morto" alla nostra amicizia, fuori dalle nostre chiese. Una specie di "scomunica" non detta ufficialmente ma attuata con ipocrita signorile distacco. Mah! Passi per le nostre divergenze, anche gli apostoli ne avevano molte, tuttavia attenzione a non peccare, a non abbandonare, a non scandalizzare e non inasprire la fede di persone semplici; quando assumiamo un potere in nome di Dio per condannare, facciamo una cosa molto molto pericolosa: certe persone dalla fede semplice potrebbero poi trovarsi veramente sole, facile preda del maligno ed anche di questo ne dovremo rendere conto.

      Non confondiamo dunque le grandi masse cattoliche, protestanti, ortodosse con la vera testimonianza cristiana. Non e' lì il Signore nella sua completezza: una parte di Lui vi si potrà anche trovare, ma non la parte più importante. Non e' nella quantità, la verità. Gesù ebbe un grande successo iniziale,[10] ma alla fine dei due-tre anni di predicazione era praticamente solo. Solo fu giudicato e solo fu condannato. Nessuno dei suoi era a portare un pezzetto di croce con Lui.

      Cari amici, non vi aspettate nel vostro cammino di cristiani grandi apprezzamenti! Voi sarete soli come Gesù.

      Sarete tentati fino in fondo, fino a che le vostre forze potranno reggere e forse ancora più in là; fino a che la Provvidenza non interverrà per la vostra salvezza.

      Il periodo che ci si presenta non e' più quello della predicazione facile, ma quello della predicazione difficile, sotto l'accusa, la diffidenza, il giudizio e l'odio. Ma attenzione: all'odio del mondo siamo anche preparati; invece "l'odio" di chi era con noi e' quello a cui non ci abitueremo mai. Siamo così ingannati dal maligno che pensiamo sul serio di rendere servizio a Dio quando "uccidiamo" certi fratelli che a nostro modo di vedere, "sbagliano".[11] Li uccidiamo con le parole o con l'allontanamento dalle nostre riunioni. Ma sempre comunque "santamente", "in nome di Dio". Da una parte predichiamo la Chiesa, lo spezzare uniti il pane, dall'altra siamo così severi da punire chi non e' perfettamente in linea con tutta la nostra dottrina; con ogni virgola della nostra dottrina.

      Mi sono sempre chiesto perché il Signore avesse mantenuto Giuda tra i dodici fino alla fine; cari fratelli, non scandalizzatevi, ma Giuda siamo anche tutti noi. In tutti noi vi e' la dodicesima parte di un traditore. Guardiamo un poco gli apostoli in maniera realistica, mettendo anzi in evidenza proprio le caratteristiche più "umane": litigavano per avere primi posti, litigavano tra loro in per questioni di principio, non hanno saputo restare vicino al loro Signore quando ne aveva bisogno, anzi lo hanno tutti abbandonato vigliaccamente... noi siamo così. Gesù e' solo ancora oggi. Sapete chi serviamo noi con la nostra "coraggiosissima" fede? Serviamo la maggioranza, seguiamo l'opinione comune. Non sono le nostre opinioni che introdotte dallo Spirito Santo nel nostro cuore, vengono ad unirsi nelle preghiere comuni e a formare la Chiesa; purtroppo ragioniamo in base alla maggioranza, magari con l'alzata di mano, e ad essa ci conformiamo. Noi andiamo a servire la comodità dei nostri gruppi parrocchiali, la comodità di noi stessi. Ci arricchiamo e dimentichiamo che Gesù e' rimasto solo per aver avuto il coraggio di testimoniare fino in fondo, senza compromessi.

                Problemi a causa dei "figli-nuovi credenti"

      Il ritorno al nucleo originario e' simbolo anche del ritorno a Dio.  

     Ma se, come abbiamo visto, vi sono grosse responsabilità proprio nelle chiese, coi loro responsabili che rendono molto difficile questo ritorno appesantendolo di giudizi, pesi, ed elementi addirittura estranei all'essenzialità della fede, bisogna dire che vi sono grandi responsabilità anche da parte nostra, che pretendiamo di tornare senza avere "l'abito adatto".[12] 

     Tralasciamo per un momento le responsabilità dei pastori, dei preti, anziani, che risponderanno personalmente al Signore di tutte le volte che "in nome di Dio" avranno fatto del male, scandalizzato, o testimoniato solo se stessi, ed occupiamoci invece di noi che desideriamo entrare nel regno di Dio; vediamo allora se lo facciamo nella giusta umiltà di fede o se al contrario siamo solo dei prepotenti, al pari di chi crede di poter gestire privatamente il gregge che il Signore gli ha affidato.

      La ribellione, l'eccessiva considerazione di noi stessi, la suscettibilità (elementi comuni soprattutto tra noi protestanti), rendono difficile un reinserimento positivo dei "nuovi nati" nelle comunità originarie. Questo elemento comune di mancanza di umiltà e modestia e' un fatto grave.

 Dove l'ingannatore non può imbavagliare allora sospinge esagerando.

      Ricordo una persona che incontrai: era cattolico ma si era accorto che qualcosa non andava e decise di uscire dalla servitù dei dogmi. Da un giorno all'altro, senza preparazione alcuna, nonostante ripetuti incontri e scritti, si mise ad organizzare un gruppo autonomo "di preghiera" per spiegare il libro dell'Apocalisse di Giovanni. Non accettava nulla, rifiutava ogni concetto di battesimo, di pentimento, di "discepolato" ed insegnava senza neanche aver mai letto la Bibbia! Certo questo e' un estremo, ma in piccolo quanti di noi sopportano di essere corretti?

      Possiamo essere in disaccordo, e' normale, magari molti responsabili possono risultare antipatici per la loro franchezza ed il carattere un pò brusco, però cerchiamo di non pretendere sempre di essere serviti in guanti bianchi; vorrei ricordare a queste persone che si ritengono così perfette che esiste sempre la remota possibilità che possano anche avere torto, ogni tanto.

      E' importante riflettere sul nostro ideale di cristiano e confrontarlo con il crudo realismo per farne uscire un modello più equilibrato.

      Siamo abituati a pensare che il buon cristiano e' quello che perdona sempre, che non alza mai la voce, che va solo dai peccatori, che regala sempre tutto ai poveri, che ubbidisce senza battere ciglio al superiore, che sa portare la sua croce, che non si ribella mai, che non giudica nessuno... ecc. Certo e' vero, ma non e' tutto! Il cristiano e' ANCHE questo. Però il cristiano e' il riflesso di Cristo e Cristo, per noi e' Dio: Dio non e' solo quello dell'altra guancia d voltare, ma anche il Dio degli eserciti. Il linguaggio del Signore non e' sempre con il tono di voce che Gesù poteva avere appena risorto nei confronti di Maria; alle volte quando si offende il Padre può assumere dei toni duri come quando caccia i mercanti dal tempio.

      Ditemi, non potrebbe, se volesse, Dio rimproverarci un poco bruscamente alle volte, come ad un figlio un po' testardo se siamo tali? L'Eterno che non ha risparmiato al suo popolo le umiliazioni più dure pur di salvarlo ed istruirlo non e' oggi padrone di farci un rimprovero verbale? 

     Ed allora se per farlo si serve magari di uno che ha il carattere testardo e magari ribelle simile al nostro, noi che abbiamo da obiettare? Distinguiamo la persona che ci e' davanti dal contenuto delle sue parole: potrebbero venire davvero da Dio.

      Spesso infatti a saper leggere nei perché delle cose, il Signore ci mette di fronte proprio il nostro peccato rappresentato da altre persone; questo e' uno dei motivi per cui certe volte non le accettiamo; perché non ci vogliamo pentire dei nostri peccati, perché non li accettiamo come peccati o non ci siamo ancora accorti che sono peccati.

      Allora cari fratelli ricordiamoci che non siamo niente e se qualche vero fratello responsabile si prende la briga di riprenderci, sappiate che quasi sempre per lui parlare e' più pesante che per voi ascoltare e che quasi certamente se egli potesse fare a meno di quel compito ingrato lo farebbe. Può veramente essere necessario un suo intervento ed una nostra maggiore umiltà. 

     Inoltre nei compiti dei responsabili vi sono dei pesi non facili a portarsi e a capirsi; cerchiamo con l'aiuto di Dio di essere pazienti e di perdonare se anche loro non sono perfetti. Può essere una grazia di Dio essere corretti, una passaggio doloroso ma necessario per la nostra salvezza. Ascoltiamo dunque in silenzio quello che ci dicono frenando il nostro istinto di controbattere e di polemizzare; a casa poi, nel silenzio calmo della santa preghiera individuale, poniamo tutto nelle mani del Signore che ci aiuterà a capire.

      La vita tra genitori e figli e' tutta da scoprire e da conquistare: e' difficile essere figlio ed e' difficilissimo fare il padre.  

     La nostra tendenza a correggere a giudicare a dirigere e comandare in materia religiosa deve essere tenuta a freno perché nella fede nessuno di noi e' autorizzato a sentirsi veramente "padre";[13] tanto meno sono autorizzate le chiese ad essere troppo "madri".

      Del resto la ribellione e' la caratteristica del nostro secolo ed uno dei segni dell'avvento di Cristo;[14] stiamo dunque attenti a non cadere in questo inganno adoperando moltissima vigilanza.

 

 

Correlazioni:
 

1 - IL MOMENTO DELLA SPOSA: UN ATTIMO DI RIFLESSIONE PRIMA DI USCIRE     DALLA NOSTRA VECCHIA CASA

2 - L'ABBANDONO DEL NUCLEO ORIGINARIO

3 - LA NUOVA VITA

5 - LA VIA GIUSTA: CRESCITA CONTINUA NELL'ESPANSIONE SPIRITUALE

6 - NECESSITA' DELL'ESSENZIALE

 

 

  Indice Generale ES - Indice ES_2Home

 


[1] Mat 13:55-57

[2] Giov 3:30

[3] Mar 10:14-16

[4] Giov 8:43 e 37

[5] Nuovo sia perché potrebbe essere visto per la prima volta, ma anche perché rinnovato dallo Spirito di Dio.

[6] Giov 8:37:45

[7] 1 Tim 1:4

[8] Giov 7:50-53

[9] Mat 24:9

[10] Mat 4:24-25

[11] Giov 16:2

[12] Mat 22:11

[13] Mat 23:9

[14] Mar 13:12

 

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