NUOVI NATI DEL MILLENNIO SCEGLIERANNO, E POI? - PARTE 77di RR 15-4-20

 

 

 

(segue)

La volta scorsa, a proposito dell’”ultima ribellione”, abbiamo accennato alla necessità di una scelta, soprattutto da parte di quelli che erano nati nel regno di Cristo del millennio ed avevano trovato questo regno come un dato di fatto.

A questo punto sorge una domanda che potrebbe avere una certa logica:

 

QUESTE TENTAZIONI PER ESERCITARE UNA SCELTA NON FINIRANNO MAI?

Infatti se le creature che nascono devono essere tentate affinché si manifesti in loro la libertà di una scelta, questo ciclo potrebbe, teoricamente, continuare all’infinito.

 

La risposta è no. Non continuerà all’infinito. Da quello che capisco, Dio sta realizzando un piano perfetto, completo, progettato miliardi di anni fa. Questo disegno, che è la creazione di un universo stabile in atto, è composto di fasi. In queste fasi le creature manifestano la loro volontà e l’universo subisce delle trasformazioni, ma il tutto è sempre all’interno del progetto di Dio.

     Per rendere più facile questo ragionamento vorrei portare un esempio: pensiamo ad una brava massaia, ad uno chef che ha davanti a sé tanti prodotti… tutto quello che ha in cucina deve essere debitamente pulito, preparato, cotto, sapientemente condito e portato poi in tavola con un certo ordine. La creazione di Dio, è un cibo perfetto in sapore e bellezza che alimenta una vita eterna.

     Quello che noi abbiamo visto solo in funzione dell’uomo e della terra, è molto più ampio nello spazio nel tempo e nei mondi, nel progetto di Dio. Una singola portata, per esempio un dessert di fragole e panna, non costituisce un pranzo, ma solo una piccola parte di esso. La storia dell’uomo e della terra è una delle “portate” nel progetto universale di Dio.

     Ora nella preparazione degli ingredienti avvengono “normali” fasi preparatorie: certe verdure vanno sfogliate, tagliate, trattenendo solo la parte commestibile; le patate vanno sbucciate. Il pane va lievitato, il vino va fermentato, il latte ha bisogno di mucche sane, le uova devono essere controllate se fresche, l’agnello deve essere perfetto prima della cottura… In tutta questa preparazione lo chef tiene sotto controllo centinaia di piccoli particolari, pronto ad intervenire per regolare il fuoco, per impastare o avviare una cottura... Quando c’è un bollore di una sostanza troppo grassa o che espelle qualcosa di sgradevole ad esempio, sa togliere la schiuma senza danneggiare la parte che si sta cuocendo. Oppure quando le patate presentano dei germogli, quelli vanno buttati perché indeboliscono la patata stessa che è un seme. La schiuma in qs caso o i “ricacci” della patata rappresentano uno scarto da eliminare, come le foglie marcite di una pianta di insalata, ma l’insieme delle operazioni rientra in tutta la preparazione del cibo.

     Dio sta preparando un universo perfetto di cui la terra e gli uomini sono una “portata”. In qs preparazione vi sono state parecchie buone manipolazioni in mano allo chef e parecchie fasi di “cottura”, ma alla fine tutto deve arrivare in tavola perfetto, nei giusti tempi.

     Ora se andassimo a cambiare il tempo di cottura di una qualsiasi “portata”, questo non solo rovinerebbe la portata stessa (o troppo cruda o troppo cotta) ma rovinerebbe tutto il processo del banchetto, che non sarebbe più omogeneo e coordinato nei suoi tempi previsti.

     Voglio dire che la cottura è cottura, c’è un inizio ed una fine, non esiste un tempo infinito di cottura dello stesso ingrediente, perché andrebbe a male. Inoltre vi è una quantità di ingredienti già stabilita all’inizio (tot chili di grano, tot di sale, tot di zucchero, e così via) non si usa cambiare le quantità mentre si prepara. Sarà un banchetto per venti, per cinquanta, per cento, invitati, ma una volta stabilito il numero, si prepara fino alla fine per quel numero.

 

     Rapportiamo l’esempio a noi: ritengo che Dio abbia già previsto il numero dei partecipanti, la quantità degli ingredienti, le fasi di preparazione, i tempi di cottura e i prodotti di scarto. Nel suo tempo eterno in cui vive, che non è il ns tempo terreno, Egli, “dal di fuori”, ha già “visto” quello che per noi è futuro. Ha visto tutte le manipolazioni che ha dovuto fare per purificare il cibo e renderlo perfetto. Ha visto insomma tutta la preparazione del banchetto dalla creazione dell’universo fino alla perfezione dell’universo stesso. Tutti i prodotti erano liberi di crescere come volevano, ma poi solo alcuni di essi vengono scelti e quelli scelti vengono poi raffinati e preparati a lungo.

     Noi uomini viviamo adesso come un prodotto che si sta cuocendo ed è a buon punto ma non è ancora commestibile. I giudizi di Dio evidenziati nell’Apocalisse sono le fasi decisive di questa generazione umana in cui siamo noi adesso. Ma questa generazione è solo una fase da cui trarre per esempio il “lievito madre”, come facevano i miei nonni quando preparavano il pane: essi mettevano il lievito in un angolo della madia ed ogni volta che preparavano un nuovo impasto si servivano di un pezzetto di quello per far lievitare il nuovo impasto. Noi credenti –a Dio piacendo- siamo un impasto che sarà rapito in cielo e che poi, una volta “rigenerato” come è stato rigenerato Gesù,  tornerà sulla terra assieme a Lui per governare ancora per molti anni questa terra in una nuova fase. Il tutto fa parte del banchetto che lo chef sta preparando e noi saremo i Suoi aiutanti nel regno millennale.

     Nella cucina si passa spesso al setaccio la farina, il grano, l’orzo, il caffè, le olive,  e quant’altro debba presentarsi raffinato. Questa fase di adesso, dei tempi presenti quando scriviamo, è fatta di una serie di passate al setaccio. Il Signore ha stabilito che all’ora di pranzo deve essere tutto pronto. L’ora arriva. La farina deve essere raffinata più volte in setacci con buchi sempre più piccoli. Questi sono i giudizi, i flagelli, le piaghe. Solo chi passa dentro i buchi più piccoli resterà. Il passarci o non passarci dipende da noi: quelli che “si fanno piccoli” passano, quelli che si irrigidiscono nel loro superbo egocentrismo, non passeranno.

    

     Le ultime generazioni del millennio salvate rappresentano il residuo buono del pranzo. La parte che il cuoco recupera dalle portate già preparate. Nulla di ciò che è buono e benedetto che il Signore aveva preparato, deve andare sprecato.[1]

     I figli nati nel millennio saranno di fronte ad una rapidissima “cottura” che non necessita di tutte le preparazioni precedenti. Adamo ed Eva, i nostri progenitori nell’Eden avevano una legge che non hanno rispettato, ma erano i primi, non avevano la memoria storica davanti, i millenni di storia dell’uomo, la Bibbia scritta con tutti gli insegnamenti. I giovani del millennio hanno avuto gli insegnamenti dei loro genitori (quelle persone che era scampate alle piaghe di cui erano testimoni e che certamente avranno tramandato ai loro figli); hanno avito il governo della Chiesa cioè tutte le persone rapite o resuscitate e già trasformate con corpi gloriosi; hanno visto il Signore Gesù come Re, nella Sua maestà e giustizia; hanno avuto il cielo aperto e conosciuto gli angeli di Dio i quali avranno probabilmente testimoniato la loro storia le loro guerre nel cielo… sapevano dell’esistenza di Satana e dei suoi inganni.

     Quando comparirà Satana sciolto brevemente, questi giovani sapranno già tutto del passato e del loro presente. Satana non sarà un angelo sconosciuto che li ammalierà con la sua bellezza, (perché non credo che ci sia una bellezza superiore a quella del Signore glorificato che loro avranno potuto contemplare lungamente). Dunque questi giovani del millennio non avranno più attenuanti. Non ci sarà bisogno di redimerli ancora. La loro scelta sarà una scelta molto più cosciente di quella di Adamo ed Eva. E finirà lì la loro prova, il setaccio della loro vita che diventerà eterna oppure non sarà più nulla.

    

     Ma questo se può spiegare il giudizio conclusivo di quella generazione del millennio, non spiega ancora perché dopo, nel futuro che verrà dopo il millennio, non dovrebbero i nuovi nati esercitare ancora la loro scelta, visto che Dio ha voluto tutte le creature libere di scegliere.

 

     Credo che la chiave per rispondere sia nella (impossibile) comprensione della vita nell’eternità. Si tratta di un sistema di vita nuovo, in un universo nuovo, in una terra nuova, che attualmente non conosciamo. In quel sistema nuovo, con un corpo nuovo, probabilmente non esisterà il concetto di nascita di nuove creature come lo intendiamo oggi a livello terreno. Se una cosa è stabile, è stabile. Abbiamo visto nei simboli un “mare di vetro”, se è trasparente e fermo significa che è trasparente e fermo. Un universo completato e stabile nell’eternità non sappiamo cosa voglia dire, ma l’eternità non è il perpetuarsi del nostro sistema di vita terrena dove si nasce si sceglie e si muore. Si parla di un altro sistema, dove quello di prima non esisterà più. L’idea dunque di continue nascite di figli come li intendiamo noi, non mi pare sia prevista dalla Bibbia. Ma avremo modo di riprendere queste riflessioni quando parleremo specificamente dell’eternità dopo il “giudizio universale”.

 

 (continua)

 

 


 

[1] Giovanni 6:13 Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiato.

 

 

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