SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

APPENDICE

 

NOTA  3 - ECUMENISMO

(Tratto dal Dizionario di dottrine bibliche -Adv-FI-1990)

 

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La parola deriva dal greco "oikoumene", usato 15 volte nel N.T. col significato di "mondo abitato" (come in Mt 24:14 e Atti 17:6). Nel linguaggio comune si intende con "ecumenismo" l'insieme dei tentativi per avvicinare e riunire i cristiani dele varie denominazioni e confessioni.

 

BREVE STORIA DEL MOVIMENTO ECUMENICO

 

Nel 1910 si riunì ad Edimburgo una "Conferenza missionaria", la quale dette lo stimolo alla fondazione del "Movimento per un Cristianesimo pratico" (Life and work 1918), che intendeva portare i cristiani all'unità mediante varie forme di collaborazione pratica - e dell'organizzazione "Fede e Costituzione" (Faith and order" 1920) che invece si occupava dei dialoghi interconfessionali a livello teologico. Durante la seconda assemblea  di "Fede e Costituzione" (Edimburgo 1937) fu proposta la creazione di un "Consiglio Ecumenico delle chiese" (World Council of Churces - WCC - abbrev. in ital. con CEC) che fu fondato mediante un'assemblea in Amsterdam nel 1948. "Fede e costituzione" rimase (ed e' tuttora una delle organizzazioni collegate al CEC. L'autorità suprema del CEC e' l'assemblea che conta 700 delegati e si riunisce ogni 6-8 anni (l'ultima a Vancouver 1983). Le chiese aderenti al CEC sono 307, rappresentanti 150 paesi. Queste per aderire devono solo sottoscrivere una dichiarazione di base formulata nel 1961 durante l'assemblea di Nuova Delhi; il testo e': " Il Consiglio ecumenico delle chiese e' un'associazione fraterna di chiese che confessano il Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore secondo le Scritture e che si sforzano di rispondere insieme alla loro comune vocazione per la gloria del solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo."

 

CHIESA CATTOLICA ED ECUMENISMO

 

La chiesa cattolica non aderisce al CEC, ma dal 1961 (assemblea di N.Delhi) molti osservatori catotlici sono presenti ed attualmente un decimo dei membri di "Fede e Costituzione" sono cattolici.

      L'attitudine cattolica tradizionale verso l'ecumenismo e' ben sintetizzata da papa Pio XI nell'enciclica "Mortalium animos" del 6-1-1928, con le parole "Non si può altrimenti fomentare l'unità dei cristiani, che procurando il ritorno dei dissidenti all'unica vera Chiesa di Cristo, dalla quale essi un giorno infelicemente si allontanarono". Tale posizione veniva poi ribadita con la proibizione (da parte del Sant'Ufficio) a partecipare all'assemblea ecumenica di Amsterdam e con un monito del Sant'Ufficio del 20-12-1949, in cui si mettevano in guardia i cattolici contro i pericoli dell'ecumenismo e delle riunioni ecumeniche con le esplicite parole: "I fedeli non intervengano a quelle riunioni senza uno speciale permesso dell'Autorità ecclesiastica" (Acta Apostolicae Sedis 42-1950-pg. 145).

Inoltre si ribadiva che durante queste riunioni: "Bisogna proporre ed esporre tutta quanta la dottrina cattolica... ciò che comprende la verità cattolica... al riguardo dell'unica vera unione tramite il ritorno dei dissidenti all'unica vera Chiesa di Cristo" (Idem p.144). Nonostante questo però cominciava a muoversi qualcosa in senso diverso [aggiungerei un "forse"] : ad esempio nel 1933 veniva fondata la "Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani" che si celebra ancora oggi ogni anno da 18 al 25 gennaio, dall'abate Couturier e incominciarono a formarsi gruppi di maggiore apertura ecumenica (come l'Una sancta in Germania).

Una svolta decisiva si ebbe  ne 1959 con la convocazione del concilio Vaticano II da parte del papa Giovanni XXIII e con la fondazione del "Segretariato per l'unità dei cristiani" (1960). Il Vaticano II ha espresso senz'altro un notevole grado di apertura nella dichiarazione della libertà religiosa ("Dignitatis Humanae" del 7-12-1965) e naturalmente nel decreto sull'ecumenismo (Unitatis Redintegratio" del 21-11-1964). Quest'ultima dichiarazione espone in maniera articolata i princìpi cattolici di ecumenismo. Non vi troviamo la proibizione a partecipare alle riunioni ecumeniche, ma le parole "Questo Santo Concilio esorta tutti i fedeli cattolici perché, riconoscendo i segni dei tempi, partecipino con slancio all'opera ecumenica" (Unitatis Redintegratio, 4a).

Riferendosi ai cristiani non cattolici non si parla più di "dissidenti", ma si afferma che "Nei secoli posteriori (al N.T.) sono sorti dissensi più ampi, e comunità non piccole si staccarono dalla piena comunione della Chiesa Cattolica, talora non senza colpa di uomini d'entrambe le parti. Quelli che ora nascono e sono istruiti nella fede di Cristo in tali comunità, non possono essere accusati di peccato di separazione, e la Chiesa Cattolica li abbraccia con rispetto ed amore" (Unit. Rdint. 3a). Si parla ormai di "fratelli separati" e ci si riferisce alle chiese non cattoliche con termini più tolleranti: "Perciò le stesse chiese e comunità separate, quantunque crediamo che abbiano delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso, poiché lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come strumenti di salvezza" (Unit, Redint. 3d).

Inoltre "Si ricordino tutti i fedeli, che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica l'unione dei cristiani, quanto più studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo" (Unit. Red. 7c). Più avanti, nello stesso decreto,  si ricorda che la Sacra Scrittura e' uno "strumento eccellente nella potente mano di Dio per il raggiungimento di quella unità che il Salvatore offre a tutti gli uomini" (Un.Red. 21d). Se e' vero che si respira aria nuova e' anche vero che il decreto sull'ecumenismo trae le dovute conclusioni dall'ecclesiologia del Concilio, espressa nella costituzione "Lumen Gentium" (21-11-1964) la quale affermava chiaramente che la Chiesa Cattolica e' "l'unica chiesa di Cristo" (Lumen Gentium 8b) e che "perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali pur non ignorando che la Chiesa Cattolica e' stata da Dio, per mezzo di Gesù Cristo, fondata come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare" (Lum. Gent. 14a).

La stessa  costituzione ribadiva quindi la dottrina cattolica tradizionale sull'ecumenismo: "Così lo Spirito Santo suscita in tutti i discepoli di Cristo, desiderio e attività, affinché tutti, nel modo da Cristo stabilito, pacificamente si uniscano in un solo gregge e sotto un solo pastore" (Lum. Gent. 15). Forse il testo più chiaro sull'ecumenismo e' il seguente: "Infatti solo per mezzo della Cattolica Chiesa di Cristo, che e' lo strumento generale della salvezza, si puo' ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salute. In realtà al solo collegio apostolico con a capo Pietro, crediamo che il Signore abbia affidato tutti i tesori della nuova alleanza per costituire l'unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio" (Unitatis Redintegratio, 3e; vedi anche 4c).

 

RIPORTO INOLTRE

 

Alcune frasi che già incontrammo nella prima parte dei nostri appunti (versione interconfessionale in lingua corrente); e' sempre bene rileggerle perché ci siano di confronto e di prova:[1]

 

"Così non ha più importanza essere Greci o Ebrei, circoncisi o no, barbari o selvaggi, schiavi o liberi: ciò che importa e' Cristo e la sua presenza in tutti noi." (Colossesi 3:11)

 

"Fratelli, in nome di Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo di mettervi d'accordo. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni. Purtroppo alcuni della famiglia di Cloe mi hanno fatto sapere che vi sono litigi tra voi. Mi spiego: uno di voi dice: -Io sono di Paolo-; un altro: -Io di Apollo-; un terzo: -Io sono di Pietro-; e un quarto: -Io sono di Cristo- Ma Cristo non puo' essere diviso!" (I Corinzi 1:10-13)

 

"Le vostre discordie e le vostre divisioni dimostrano che ancora pensate e vi comportate come gli altri. Quando uno di voi dice: -Io sono di Paolo- e un altro ribatte: -Io invece, di Apollo-, non fate forse come fanno tutti?  Ma chi e' poi Apollo? E chi e' Paolo? Semplici servitori per mezzo dei quali voi siete giunti alla fede." (I Corinzi 3:3-5)

 

"Io sono libero. Non sono schiavo di nessuno. Tuttavia mi sono fatto schiavo di tutti, per portare a Cristo il più gran numero possibile di persone. Quando sono tra gli Ebrei, vivo come loro, per portare a Cristo gli Ebrei. Io non sono sottoposto alla legge di Mose', eppure vivo come se lo fossi, per condurre a Cristo chi e' sottoposto a quella legge. Quando mi trovo invece tra persone che non conoscono quella legge, vivo come loro, senza tenerne conto, per portare a Cristo chi e' senza legge. Questo non vuol dire che io sia privo di obblighi verso Dio, anzi sono sottoposto alla legge di Cristo. Con i deboli nella fede, vivo come se anch'io fossi debole, per condurli a Cristo. Cerco di adattarmi a tutti per salvarne ad ogni costo alcuni. Tutto questo lo faccio per il vangelo, e per ricevere anch'io assieme con gli altri cio' che esso promette." (I Corinzi 9:19-23)

 

"Quando due o più persone si riuniscono in nome mio, io sono in mezzo a loro" (Matteo 18:20)

 

 

Correlazioni:
 

NOTA 1: LE COMUNITA' PAOLINICHE  

NOTA 2: "CHIESA"

 

 

 

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[1] “Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi” (2 Cor 13:5)

 

 

 

 

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