Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

APPENDICE

 

NOTA  1 - LE COMUNITà PAOLINICHE

(Tratto da "LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO" di H. Conzelmann – Ed. Claudiana - TO)

                             "Testo scannerizzato manualmente dall'originale; sono possibili simboli e caratteri incomprensibili. Stiamo aggiornando tutto il fascicolo"

 a) [...] Il vincolo visibile dell'unità e' che tutti confessano la fede comune nell'unico Signore Gesù Cristo. Ci sono autorità riconosciute in ogni luogo, cioè gli apostoli. Ma il senso della loro autorità non e' ancora precisato. Anche nelle singole comunità c'e' solo un minimo di organizzazione: in quelle paoliniche non ci sono neppure gli ® anziani ¯, e questo si ripete anche fuori del suo campo di attività e in tempi più tardi: gli anziani mancano nella cosiddetta epistola agli Ebrei, nella Didache' (che pure e' in parte un manuale di organizzazione ecclesiastica! ) e nell'epistola di Barnaba. La direzione della comunità e' determinata dall'azione dello Spirito. Certo, se si fa consistere l'azione dello Spirito soltanto nei fenomeni estatici, non ne può nascere una ordinata vita comunitaria. Ma Paolo spiega ai Corinzi che lo Spirito stesso crea l'ordine(1 Corinzi 14; cfr. il v. 40): Dio non e' un Dio del disordine, ma della pace (v. 33), e il suo Spirito agisce allo stesso modo. Paolo interpreta i doni dello Spirito alla luce del suo concetto di chiesa: e' dono dello Spirito ogni capacita che viene adoperata per l'edificazione della comunità. Ogni ® servizio ¯ (1 Corinzi 12:4 ss.). Perciò c'e' chi ha posizione e compiti particolari, ma non esiste il® clero ¯ e i ® laici ¯. Si può parlare di un sacerdozio universale "in seno alle comunità, a condizione di non dare al ® sacerdozio ¯un contenuto rituale ma di interpretarlo nel suo significato più semplice: tutto ® ciò che edifica ¯ e' un ministero ( greco: ® serizio ¯). Ognuno dà il suo contributo. Lo Spirito non annulla le caratteristiche individuali. 1 ® santi ¯ (cioe' i membri della comunità) sono messi in una situazione di uguaglianza ® in Cristo ¯, e proprio per questo ciascuno e' reso libero di dare il suo contributo con il dono che possiede.

 

   Fra le persone aventi una posizione particolare Paolo, in Filippesi 1: 1, menziona vescovi e diaconi . Il  vescovo ( = sorvegliante) naturalmente non e' il capo sacerdotale e monarchico della comunità come sarà più tardi: il plurale stesso, cioe' l'esistenza di più <vescovi  in una comunità, lo fa capire. Noi non sappiamo neppure che cosa realmente li distinguesse dai < diaconi ¯. Questi ultimi dovevano fornire qualche tipo di <servizio ¯ (greco: diaconia). Ma difficilmente l'area della loro attività era delimitata rigorosamente. Doveva risultare dalle necessità che si presentavano. Fra queste c'era certamente il servizio durante i pasti comunitari e l'assistenza ai poveri. Due passi caratteristici, che parlano della natura del ministero e dell'autorità, rivelano come la situazione fosse ancora molto fluida. 1 Tessalonicesi 5: 12: bisogna riconoscere le persone che lavorano per la comunità, che si occupano di lei, la incoraggiano con le loro esortazioni. 11 termine che abbiamo reso con < si occupano di lei ¯ può anche significare < presiedono ¯, oppure < amministrano ¯. Ma proprio questa indeterminatezza dimostra che non c'e' ancora il ministero dell'autorità, ma solo l'autorità del servizio compiuto. L'altro passo e' 1 Corinzi 1 6 : 16 : Paolo esorta i lettori a sottomettersi alle perone che si sono distinte nel servire-

   C'e' un particolare che mostra quanto fossero scarse le preoccupazioni organizzative, e quanto poco si andasse al di là di quel che era indispensabile sul momento: in 1 Corinzi 16 Paolo dà alcune indicazioni per la colletta. Ognuno deve mettere regolarmente qualcosa da parte, secondo le sue possibilità, perche' tutto sia pronto quando Paolo viene. Dunque non c'era nessun amministratore per questa colletta, e non c'era neppure una cassa.

 

   1 collaboratori più importanti sono i maestri in senso lato:apostoli, profeti, insegnanti (1 Corinzi 12:28). Tutto e' visto nella prospettiva dominante della proclamazione dell'Evangelo. In queto senso Paolo definisce la sua posizione. 11 dono del profeta non lo identifica con la capacità di svelare il futuro, bensì con quella di svelare gli intimi pensieri dell'uomo e di convincerlo (1 Corinzi14:24). 11 ministero dell'insegnamento ha il suo modello nella sinagoga: ma la fede in Cristo e l'azione dello Spirito gli danno un nuovo conio. [...]

 

b) Non c'era uno schema fisso per il culto. C'e' un nucleo essenziale di forme per la preghiera, il canto, la predicazione ecc.,come nelle comunità ellenistiche in genere. Ma soprattutto e' lo Spirito a soffiare dove vuole; le assemblee di culto possono quindi diventare assai vivaci, come si desume dalle disposizioni impartite in 1 Corinzi 14: gli estatici parlano tutti insieme. Lo Spirito genera confusione. Bisogna dunque spegnerlo ? No! ( 1 Tessalonicesi 5: 19), ma appunto in quanto Spirito deve produrre l'ordine. C'e' un criterio al quale anche l'estasi va sottoposta: confessare che Gesù e' il Signore ( 1 Corinzi 12: 3 ). Questa norma viene tenuta dinanzi alle comunità come regola per i suoi problemi e per le sue forme di vita, e soprattutto anche per le questioni relative agli avvenimenti finali. E' vero che Paolo insegna alle comunità un'attesa imminente della parusia che le mette in una certa tensione( 1 Corinzi 7: 29,31; Filippesi 4: 5 ), ma che cosa se ne deve dedurre? Se la fine del mondo e' imminente, ci si deve ancora sposare? Paolo e' contrario (1 Corinzi 7), ma il suo suggerimento non diventa una legge. I cristiani non rinunziano al loro lavoro quotidiano per prepararsi fanaticamente ad accogliere il Signore. Essere pronti significa credere e fare il proprio lavoro. [...]

 

Correlazioni:

 

NOTA 2: "CHIESA"

NOTA 3: ECUMENISMO

 

 

 

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