MISTICA PREGHIERA DEL CUORE COSA ACCOGLIERE E COSA RESPINGERE P.6  - "Racconti di un pellegrino russo" - il "Padre spirituale" - di Renzo Ronca – 8-9-18

  

(segue)

Facciamo il punto: Stiamo parlando della possibile modifica –se fosse necessaria- delle nostre preghiere nel periodo che precede il rapimento e il ritorno di Gesù, cioè quello che si presentando. Dopo l’accenno alla fondamentale “preghiera di lode”, Il passo su cui adesso riflettiamo è  Efesini 6:18-20 ed il versetto su cui ci siamo soffermati è ila prima parte del v.18: “pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica”. Su quel “pregate in ogni tempo” hanno meditato molti uomini di Dio. Partendo da qui, soprattutto nella Chiesa Cristiana Ortodossa poi anche nella Chiesa Cattolica, si è sviluppata “la preghiera del cuore” (o “preghiera di Gesù” o “esicasmo”), che consiste in una ripetizione continua, regolando battiti del cuore e respirazione, della frase gridata con insistenza a Gesù dal cieco di Gerico: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!» (Lc 18:38). Abbiamo accennato cosa è questa preghiera e come generalmente è eseguita; poi visto che questa forma di spiritualità entra nella esperienza mistica e nella pratica dell’ascetismo, forme accettate da cristiani ortodossi e cristiani cattolici, ci siamo chiesti come mai il punto di vista cristiano evangelico fosse più cauto e diffidente. Dopo averci ragionato sopra, anche se ancora la nostra preparazione è lontana dall’essere ottimale, possiamo tentare una prima riflessione per vedere eventualmente cosa accettare o cosa respingere di questa preghiera. Quanto scriverò –espresso in modo schematico- sarà comunque la mia personale opinione di semplice cristiano evangelico. Mantengo grande rispetto e non intendo affatto convincere chi la pensa diversamente.

Proviamo a considerare “Racconti di un pellegrino russo” (1), uno dei fondamenti della “preghiera del cuore” ortodossa.

a) All’inizio del racconto è scritto:  «… sono entrato in chiesa …  si leggeva l’Epistola dell’Apostolo ai Tessalonicesi, in quel passo dove è detto: "Pregate senza posa" (2). Quella parola penetrò profondamente nel mio spirito, e mi chiesi come sarebbe stato possibile pregare senza posa dal momento che ognuno di noi deve occuparsi di tanti lavori per sostenere la propria vita. Ho cercato nella Bibbia e ho letto coi miei occhi proprio quel che avevo inteso: Bisogna pregare senza posa, pregare con lo spirito in ogni occasione, pregare in ogni luogo alzando mani pure.»

Penso sia capitato a molti credenti di essere stati colpiti da un passo o da una frase della Bibbia. Questo è bene perché lo Spirito Santo (che cura ed abita i cuori dei credenti e ci ama fino alla gelosia  Giac. 4:5 CEI), fa vibrare l’anima nostra quando la Parola viva ci tocca in punti che al Creatore è piaciuto rendere sensibili. Egli illumina suggerisce la nostra via migliore anche in qs modo. Potremmo dire che in moltissimi credenti vi è stato all’inizio del loro cammino come una impronta forte, rivelatrice. Tale ispirazione iniziale a volte è stata così forte per qualcuno da rimanere il fulcro su cui poi hanno edificato tutto il resto.

Dicevo è bene, se poi su questa indicazione illuminata noi edifichiamo in maniera equilibrata, tenendo conto di tutto il contesto biblico. Potrebbe invece essere un male, se di quel passo facessimo un blocco di cemento che non cresce e non muore; sarebbe solo un ostacolo ottuso e settario al cammino spirituale a cui il Signore ci chiama.

IN linea di massima comunque è positivo un sentimento, una meditazione, uno sviluppo spirituale che abbia una base Scritturale.

 

b) Altra utile considerazione possiamo ricavare dal proseguo del racconto: «Avevo un bel riflettere, non sapevo proprio cosa decidere. "Che fare?", pensavo. Dove trovare qualcuno che mi possa spiegare quelle parole? Andrò nelle chiese dove predicano uomini di gran fama, e forse là troverò quel che cerco. E mi misi in cammino.»

Qui dobbiamo stare molto attenti.

Nella vita consacrata della Chiesa Cattolica ed Ortodossa vien data una grande importanza all’ubbidienza al superiore gerarchico: si deve obbedirgli in tutto (3)

L’idea di un “padre spirituale”, di una “guida”, di un “maestro”, non è evangelica e ha comportato spesso molti gravi danni. Leggiamo infatti: “Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì"; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9 Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. 10 Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo; 11 ma il maggiore tra di voi sia vostro servitore. 12 Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato.” (Matt 23:8-12)

E’ vero che abbiamo bisogno dei consigli di credenti anziani ed è vero che dobbiamo ascoltarli con rispetto, però LA DIPENDENZA TOTALE DA ESSI sarebbe un errore; sono uomini e come tali soggetti a contraddizioni e peccato anche loro. La loro idealizzazione può essere deleteria e confondere molto. Non dagli uomini dobbiamo dipendere, ma da Dio. Chi ci guida è lo Spirito Santo, vero capo della Chiesa, che prosegue individualmente l’opera di Cristo per tutti coloro che Lo vogliono ascoltare. (4)

La posizione del protestantesimo in generale è contraria agli ordinamenti religiosi, alla gerarchia ecclesiastica, al monachesimo (5), ed è nota fin dalle sue origini (6). Noi evangelici non crediamo nella divisione in due: il sacerdozio di una casta specifica di “santi” da una parte, ed il popolo dall’altra; crediamo invece in quello che viene definito “sacerdozio universale”, dove tutti i credenti possono essere “responsabilizzati”, elevati, purificati per i meriti di Cristo. (7)

(continua)

 

 

 

 NOTE

 

(1)        “Racconti di un pellegrino russo” è un testo ascetico, sotto forma di racconto, scritto fra il 1853 e il 1861 da un anonimo russo errante. Esso divulgò la pratica mistica della preghiera interiore perpetua, la preghiera del cuore (ed è assieme alla Filocalia una delle opere più diffuse prodotte dalla spiritualità ortodossa). Può essere scaricato da qui http://www.verbumweb.net/ebooks/Racconti_pellegrino_russo.pdf

 

(2)        da 1 Tess. 5:17 “non cessate mai di pregare”

 

(3)        “Obbedienza totale al padre spirituale”- pure se si comprende l’intenzione del credente di dedicarsi senza nessun pensiero a Dio, una così forte dipendenza da un altro uomo ci appare molto pericolosa. Non è delegando agli altri le nostre responsabilità e i nostri doveri che possiamo stare tranquilli. Compete a ciascuno di noi la cura degli altri, l’evangelizzazione, il servire Dio NEL mondo, pur senza esserne presi. Riportiamo comunque per correttezza il pensiero di chi –in ambiente ortodosso/cattolico- pratica la preghiera del cuore:   «Se uno osserva l'obbedienza perfetta al suo padre spirituale, si libera da ogni perplessità, avendole poste sulle spalle della sua guida. Libero da ogni attaccamento sensibile, può dedicarsi con zelo e diligenza alla pratica del terzo modo di preghiera, supponendo però che si sia posto sotto la direzione di una guida non sottoposta a smarrimenti. Se vuoi raggiungere la salvezza comincia in questo modo: stabilisci nel tuo cuore la perfetta obbedienza alla tua guida spirituale, compi qualunque cosa con coscienza pura, alla presenza di Dio; non è possibile avere la coscienza pura senza l'obbedienza.» [da: ”Preghiera del cuore” –testimonianza ortodossa – in http://www.ortodoxia.it/ESICASMO%20E%20PREGHERA%20DEL%20CUORE.htm   ] 

 

(4)        Giov 14:15 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.   […]  26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Giov 15:26 Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me;

Giov 16: 7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. 8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. 12 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; 13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. 14 Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. 15 Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

 

(5)        Monachesimo: Complesso fenomeno religioso per cui, nelle maggiori religioni, alcuni individui si allontanano dalla consueta vita sociale, per realizzare nel modo più completo i principi della fede in vita solitaria (anacoretismo) o in vita di comunità (cenobitismo). [Treccani]

 

(6)        «Nel 1522 viene pubblicato il libello Il giudizio di Lutero sui voti monastici che rimane ancora oggi la critica più radicale alla consacrazione religiosa. I voti non si fondano sulla Parola di Dio, anzi le sono opposti perché i loro sostenitori si appoggiano da una parte sul fatto che il Vangelo distinguerebbe tra consigli e comandamenti (mentre tutto è comandamento), dall’altra parte essi dividono la vita cristiana fra stato di imperfezione (il popolo) e stato di perfezione (i religiosi). Così il monachesimo pone la sua fiducia nelle opere e non nel Vangelo. La perpetuità e la necessità in ordine alla salvezza è della fede e non dei voti. La fiducia nelle opere svilisce la fede e la libertà evangelica. Sono quindi contro il Vangelo (che non parla di monaci), contro la fede (che salva, non le opere), contro la libertà del credente (la coscienza è più grande del voto), contro i comandamenti (perché Dio risulta secondario rispetto al voto), contro la ragione e il senso comune (che prevedono l’eccezione di impossibilità rispetto alla promessa della consacrazione).» [da: Monachesimo e Chiese protestanti. 2016 - http://www.settimananews.it/ministeri-carismi/monachesimo-chiese-protestanti/]  

 

(7)        I sacerdoti dell’Antico Testamento erano scelti da Dio, non si autonominavano, ed erano scelti con uno scopo: servire Dio con la propria vita offrendo sacrifici. Il sacerdozio serviva da immagine o "tipo" del futuro ministero di Gesù Cristo... un’immagine che poi non servì più quando il Suo sacrifico sulla croce fu completato. Quando lo spesso velo del tempio che copriva la via d’accesso al Santo dei Santi fu squarciato in due da Dio nel momento della morte di Cristo (Matteo 27:51), Dio stava indicando che il sacerdozio dell’Antico Testamento non era più necessario. Adesso il popolo poteva andare direttamente a Dio per mezzo del grande Sommo Sacerdote, Gesù Cristo (Ebrei 4:14-16). Ora non ci sono mediatori terreni fra Dio e l’uomo come esistevano nel sacerdozio dell’Antico Testamento (1 Timoteo 2:5).

[tratto da “Il sacerdozio di tutti i credenti è biblico?”  in https://www.gotquestions.org/Italiano/sacerdozio-credenti.html]   

 

 

 

 

 

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