Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

“NON VI STIMATE SAGGI DA VOI STESSI” Romani 12:16c (di Renzo Ronca)

 RIFLESSIONI DETTAGLIATE SULLE ESORTAZIONI DELL’APOSTOLO PAOLO IN ROMANI 12:9-21 . N.1

14-2-15- h.18,30 (Livello 4 su 5)

 

  

Se qualcuno mi dicesse: “io sono grandemente umile” mi verrebbe qualche sospetto sulla sua umiltà. Così è anche per chi si definisse saggio, perché la persona davvero saggia sa bene che da sola senza il Signore non potrebbe mai completarsi; è per questo che giustamente frenerebbe l’impulso di parlare e umilmente tacerebbe (1).

 

In maniera indiretta questa esortazione di Paolo: “non vi stimate saggi da voi stessi”(v.16c) è come il proseguo del v.3 “Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno” dove la saggezza sta anche nell’evitare gli eccessi di autovalutazione.

Infatti come è bene evitare di sopravvalutarsi è vero anche il contrario cioè è bene evitare di disprezzarsi. Quindi non diciamo neanche: “io sono il peggiore tra tutti gli uomini la mia vita non vale niente” (anche se in certi momenti potremmo realmente sentirci così) perché se  Gesù ci ha amati e salvati, se ci ha comprati a prezzo della sua vita, significa che davanti ai Suoi occhi abbiamo molto valore e la nostra vita Gli è molto cara. Col disprezzare noi stessi rischieremmo di sprezzare il Suo sacrificio.

 

In fondo poi, perché andarci sempre ad osservare quantificare e valutare? Lasciamo che ci valuti il Signore quando tornerà; cerchiamo di essere, per quel che possiamo, dei buoni servitori, senza guardare troppo in noi stessi.

 

Ma come sarà questa saggezza di cui sentiamo parlare nella Scrittura?

 

La saggezza è un insieme di capacità:  capacità di volere, di scegliere e di operare secondo un discernimento sapiente che viene dal “timore di Dio”; dove il “timor di Dio” è il principio della Sapienza (2).

 

Ora discernimento, timor di Dio, sapienza, in senso generale sono qualità delle persone riflessive ed equilibrate, ma in senso cristiano sono dei veri e propri doni dello Spirito Santo, Il Quale potenzia le nostre qualità naturali, ovvero i nostri talenti.

 

La sapienza cristiana è stata definita  “l’abilità di valutare le priorità della vita alla luce degli scopi di Dio e il dedicarsi a quegli scopi” (3).

 

Allora la persona saggia è quella che ha nel suo cuore la “priorità Dio”; cioè ha come stima, come valore più grande, Dio stesso e a Lui rivolge lo sguardo e il pensiero.

 

La saggezza rende l’uomo come l’arca che era nel santuario: un umile contenitore di legno, ma "consapevole" di poter custodire con estrema cura la presenza di Dio, nella riservatezza, e nel silenzio solenne dell’offerta di sé.

 

Per questo orientamento di se stesso verso Dio, l’uomo custodisce  come valore predefinito la presenza calma e stabile dello Spirito Santo nel suo cuore-tempio. E’ una consapevolezza di accesso ad una preziosità non propria dell’uomo, ma dell’Eterno che, come  luce interiore, illuminerà tutto ciò che l’uomo da Lui amato pensa e compie. (4)

 

Mi vengono in mente alcuni dei personaggi biblici che hanno avuto comportamenti saggi, come Gamaliele (5), Nicodemo (6), Gedeone (7), Davide (8), Salomone (9) e chissà quanti altri!

 

La saggezza è legata all’intelligenza e queste due componenti permettono di capire ed applicare la giustizia (10). Un padre di famiglia, una madre, un pastore, un responsabile, come potrebbero prendere decisioni difficili o consolare, consigliare i figli e i fratelli senza avere la saggezza che viene da Dio?

 

Credo si possa anche dire che la saggezza sia la conseguenza, elaborata dalla nostra persona (cuore-mente),  dell’esperienza della rivelazione di Dio in noi.

 

Infatti chi percepisce e si rende conto della propria rinascita interiore in Cristo, aggiunge qualcosa di suo come l’intelligenza la buona volontà in questa conversione/trasformazione.

 

Egli sa di non essere mai solo e di poter attingere sempre allo Spirito Santo, ma non in uno stato meccanico e passivo, bensì in una elaborazione continua  dei fatti e delle scelte e delle parole, come in un impasto in cui fede-cuore-ragione-intelligenza agiscono insieme.

 

Nella saggezza non c’è mai fretta né ritardo; ogni cosa si presenta e si sviluppa nel suo tempo che Dio regola nella perfezione.

 

Con la saggezza riusciamo a percepire, di un qualsiasi fatto, le inclinazioni le direzioni suggerite dallo Spirito di Dio; e col Suo aiuto riusciamo ad adattarle al momento presente.

 

Ogni uomo (anche quello solitamente equilibrato) può sbagliare essendo uomo; la differenza sta nel fatto che con la saggezza  nella calma, l’uomo impara a ravvedersi senza farsi del male; egli riesce ad avere compassione anche di se stesso, fino a perdonarsi ed amarsi, perché il Signore lo ha già amato e perdonato prima di lui.

 

Il cristiano saggio sa di non poter circoscrivere nulla di quanto apprende negli insegnamenti biblici.

Noi uomini infatti comprendiamo e ragioniamo a blocchi, a fasi, a spazi che si susseguono uno dopo l’altro; ma lo Spirito di Dio è un oceano di conoscenza che a noi arriva goccia a goccia per via della nostra limitatezza umana. In attesa e in vista della perfezione a cui siamo tutti chiamati, non ci resta dunque che avvicinarci a questa sorgente di Vita e gustarla giorno per giorno, secondo il progetto di Dio.

 

Penso a questa fonte aperta per i meriti di Gesù come come fosse un “riposo attivo” dello Spirito di Dio nel nostro cuore. Lo Spirito Santo sa come riversarci i Suoi tesori; tesori  in cui la saggezza è solo una delle Sue infinite preziosità, come dice in Isaia:

Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui: Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE. (Isaia 11:2)

 

Evitiamo di esibirci, di appoggiarci al nostro solo buon senso per non fare l’errore di Salomone che nonostante la sua saggezza, alla fine fece dispiacere all’Eterno. Consideriamo i nostri talenti come un prestito di Dio, non consideriamoci come se noi fossimo quei talenti.

 

Chiediamo continuamente a Dio, per i meriti di Cristo, una effusione continua del Suo Spirito Santo nei nostri cuori affinché diveniamo sempre più saggi ed umili in tutto quello che il nostro Signore ci metterà davanti.

 

 

 

 

 

NOTE 

(1)“Oh, se faceste silenzio! Esso vi sarebbe contato come saggezza” (Giobbe 13:5)

 

(2) “Il timor del SIGNORE è il principio della sapienza; hanno buon senso quanti lo praticano. La sua lode dura in eterno.” (Salmi 111:10)

 

(3) Da una predica del past. G. Tramentozzi – ADI Guidonia.

 

(4) “Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo…..” (Atti 17:28)

 

(5) “Ma essi, udendo queste cose, fremevano d'ira, e si proponevano di ucciderli. 34 Ma un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della legge, onorato da tutto il popolo, alzatosi in piedi nel sinedrio, comandò che gli apostoli venissero un momento allontanati. 35 Poi disse loro: «Uomini d'Israele, badate bene a quello che state per fare circa questi uomini. 36 Poiché, prima d'ora, sorse Teuda, dicendo di essere qualcuno; presso di lui si raccolsero circa quattrocento uomini; egli fu ucciso, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi e ridotti a nulla. 37 Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, ai giorni del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch'egli perì, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi. 38 E ora vi dico: tenetevi lontani da loro, e ritiratevi da questi uomini; perché, se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta; 39 ma se è da Dio, voi non potrete distruggerli, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio»” (Atti 5:33-39)

 

(6) “C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui»…” (Giovanni 3:1-21)

 

(7) “Gedeone disse a Dio: «Se vuoi salvare Israele per mano mia, come hai detto, 37 ecco, io metterò un vello di lana sull'aia: se c'è della rugiada sul vello soltanto e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano come hai detto». 38 Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò presto, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d'acqua. 39 Gedeone disse a Dio: «Non si accenda l'ira tua contro di me. Io non parlerò che questa volta soltanto. Permetti che io faccia un'altra prova con il vello: resti asciutto soltanto il vello e ci sia della rugiada su tutto il terreno». 40 Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu della rugiada su tutto il terreno.” (Giudici 6:36-50)

 

(8) “Il SIGNORE colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. 16 Davide quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra. 17 Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perché egli si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro. 18 Il settimo giorno il bambino morì; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: «Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato». 19 Ma Davide, vedendo che i suoi servitori bisbigliavano tra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servitori: «È morto il bambino?» Quelli risposero: «È morto». 20 Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del SIGNORE e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò. 21 I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!» 22 Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chissà che il SIGNORE non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare? 23 Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!» 24 Poi Davide consolò Bat-Sceba sua moglie, entrò da lei e si unì a lei; lei partorì un figlio che chiamò Salomone” (2Samuele 12:15-24)

 

(9) “La saggezza di Salomone superò la saggezza di tutti gli orientali e tutta la saggezza degli Egiziani” “Da tutti i popoli veniva gente per udire la saggezza di Salomone, da parte di tutti i re della terra che avevano sentito parlare della sua saggezza” (1Re 4:30, 34)

 

(10) “Dio disse a Salomone: «Poiché questo è ciò che hai nel cuore, e non hai chiesto ricchezze, né beni, né gloria, né la morte dei tuoi nemici, e nemmeno una lunga vita, ma hai chiesto per te saggezza e intelligenza per poter amministrare la giustizia per il mio popolo del quale ti ho fatto re,” (2Cronache 1:11)

 

 

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