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DIFFERENZE TRA IL “MAL DI VIVERE” NELLA DEPRESSIONE E LO "STRUGGIMENTO D'AMORE" PER NOSTALGIA DI DIO
A volte il ns cuore prova per un certo tempo un pena sottile acutissima insopprimibile che il ns corpo può esprimere in modo simile alla depressione comune, ma che non ha nulla a che vedere con questo male.
di Renzo Ronca - 27-4-14-h.14,30 - (Livello 3 su 5)
A volte il ns cuore prova per un certo tempo un pena sottile acutissima insopprimibile che il ns corpo può esprimere in modo simile alla depressione comune, ma che non ha nulla a che vedere con questo male. I pastori e gli anziani delle chiese che non sanno discernere la differenza, seppure animati dalla buona volontà e da sinceri sentimenti fraterni, possono intervenire in maniera sbagliata, provocando dei danni terribili in anime molto sensibili. Avendo io provato in tempi diversi entrambe le condizioni (depressione e poi desiderio di essere rivestito dal Signore) vorrei provare a spiegare questa differenza.
Nella depressione la patologia è tale che non si hanno speranze, il dolore è così forte che l’unico desiderio è farlo sparire a tutti i costi. Si raggiungono stati di sofferenza tali che il maligno può insinuare il desiderio del suicidio presentandolo quasi come una liberazione. Ma è solo un inganno di Satana. Avvicinandoci a Dio, per i meriti di Cristo, possiamo essere liberati e riprendere una nuova vita.
Nel dolore spirituale della “nostalgia di Dio” invece soffriamo perché sentiamo vicina la presenza del Signore ma non riusciamo ancora a “toccarLo”. Si tratta di uno “struggimento d’amore” dell’anima nostra; il nostro corpo reagisce come può, manifestando certe volte quasi delle fitte dentro al cuore. Sono dolori simili alle pene d’amore di chi non sa più stare lontano dalla persona amata.
Leggiamo insieme i passi di 2 Corinzi che vanno dal cap. 4 v. 16, di seguito fino al cap. 5 v.9 (mai una divisione dei capitoli fu tanto infelice come in qs punto!)
2 Cor 4:16 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, 18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.
2 Cor
5:1 Sappiamo
infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta,
abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei
cieli.
2 Perciò
in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della
nostra abitazione celeste,
3 se
pure saremo trovati vestiti e non nudi.
4 Poiché
noi che siamo in questa tenda gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di
essere spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia
assorbito dalla vita.
5 Or
colui che ci ha formati per questo è Dio, il quale ci ha dato la caparra dello
Spirito.
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