NON BASTA FARE I MIRACOLI PER ESSERE CONOSCIUTI DA GESÙ -  di Renzo Ronca - 30-6-11

 Matt 7:21 «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" 23 Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"

 

 

(Seguito)

Rimandiamo l’importantissima analisi del contesto biblico del sermone sul monte in cui si inserisce questo passo, alla puntata precedente  e proseguiamo la nostra riflessione.      

Abbiamo visto che il linguaggio di Gesù era espresso contrapposizione a quello dei sacerdoti del tempo. Gesù rivela delle verità molto difficili da accettare per la mentalità giudaica: non si poteva entrare le regno di Dio con l’osservanza fanatica ed ipocrita della Legge, ma solo con un profondo mutamento del cuore che avrebbe poi portato a duna trasformazione prima interiore, poi anche nel comportamento. Il passo di ora sembra aumentare il nostro sconcerto: ci sono state e ci sono alcune persone che hanno operato ed operano miracoli in nome di Dio, ma il Signore quando sarà il momento del giudizio, li caccerà fuori, non riconoscendoli come suoi figli.

 

Questo è quanto ci dice Gesù, a noi spetta rifletterci ed aprire gli occhi.

 

E’ evidente che se noi vediamo fare un miracolo in nome di Dio pensiamo che quell’uomo sia gradito a Dio. Il ragionamento sembra logico.

 

E’ interessante notare che il Signore ha diverse “fasi” e diversi modi di dire le cose rapportate ai momenti ed alle persone con cui parla. Certe volte nelle predicazioni pubbliche sembra che esprima un concetto di massima, anche abbastanza provocatorio, come fosse un titolo di un tema; poi lascia tempo e spazio affinché quel concetto produca delle reazioni  dei pensieri in chi ascolta; poi in qualche modo passa allo svolgimento del tema. A chi è veramente interessato alla verità rivela come stanno le cose. La maggioranza degli scribi e dei farisei erano accecati dall’odio contro di Lui ed applicavano la Legge scritturale senza capirla. Non ammettevano la possibilità di dover revisionare la loro mentalità.

 

Ma qualcuno era diverso: Nicodemo con tutte le precauzioni del caso (di notte per non farsi vedere dagli altri capi giudei come lui), va ed esprime il suo pensiero che è la normale logicità anche nostra:  «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui». (Giov 3:1-3).

 

Noi vedendo oggi, magari dentro una chiesa, qualcuno che guarisce, che esorcizza, che fa opere buone in nome di Dio, siamo tutti portati a dire: “è un santo grande! Dio è certamente con lui!”

 

Eppure Gesù non si cura delle opere che avvengono come se queste fossero una prova di qualcosa,  ma sposta il discorso su un altro fronte:

 

3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».

 

Certo che Nicodemo fu grandemente sorpreso da questa risposta che on sembra una risposta e che non poteva capire.

 

In fondo quale uomo la può capire razionalmente?

 

Resta allora sempre il problema: come facciamo a capire se uno che fa i miracoli in nome di Dio è nato di nuovo oppure no? Se è un “falso profeta” o se è giusto davanti a Dio?

 

Razionalmente non si può. Un uomo “normale” non può comprendere lo Spirito di Dio che si esprime nella vita degli uomini. A meno che questo stesso Spirito non possa fare nell’uomo una particolare operazione interiore il cui effetto è un cuore diverso, una mentalità in sintonia con quella di Dio. In questo caso ci sarà un particolare dono che ci permetterà di “leggere” i cuori e le azioni e le parole degli altri non per l’effetto esteriore, ma per lo spirito che c’è dietro.

 

Intanto dalle parole di Gesù sappiamo che non basta fare miracoli in nome di Dio per poter essere “giusti”, accolti da Dio. Sapendo questo, dobbiamo essere cauti e non giudicare nulla dall’apparenza.

 

Poi, se come Nicodemo, vogliamo saperne di più, allora avviciniamoci al Signore come fece lui. Magari facciamolo “di notte” se ci vergogniamo di perdere la faccia, ma facciamolo ed ascoltiamolo senza preconcetti.

Se l’Essere a cui ci rivolgiamo è il Gesù Risorto della Bibbia, allora vuol dire che è vivo da qualche parte e dunque sarà anche in grado di risponderci, no? E dove parla se non nelle aperture che troviamo nel Vangelo? La Scrittura rimane la nostra fonte, e Lui ce la aprirà dentro al cuore, perché così ha promesso.

Apriamogli il nostro cuore, poniamo a Lui direttamente le nostre domande e Lui ci indicherà la strada giusta, come fece con Nicodemo.

(continua)

 

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