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COSA RIMANE DEL PARADISO? Rubrica leggera "Due chiacchiere del giornalaio" di RR - 19-7-14
Mi ricordavo una piccola stazione dove molti anni fa volevo mettere una edicola di giornali -quando ancora si leggevano i giornali-. Aveva un nome come “paradiso” o simile... Era carina, accogliente e colorate nella mia memoria e volevo rivederla per scattare almeno qualche foto. Di sicuro mi avrebbe riconsolato in questo mondo grigio. Così di prima mattina, per via del caldo, sono partito. Dopo un’ora di macchina, col navigatore, l’ho ritrovata. Era abbandonata chiusa e recintata con una rete metallica, salvo un ingresso con cancello di ferro arrugginito pieno di erbaccia… Porte e finestre della vecchia stazione erano rotte e sbarrate; una cassetta della posta aveva uno sportello sfasciato che dondolava… sulla piazzola un vecchio pozzo murato col cemento. Il reticolato intorno dava un aspetto triste e contrastava con i binari lucidi, ancora in funzione. Tutto l'insieme sembrava un invito a uscire senza più rientrare. Dopo un po’ un suono martellante mi ha fatto trasalire: era un passaggio a livello vicino, senza le sbarre. Poi è arrivato un treno stanco che nemmeno ha fischiato, tutto scarabocchiato, con quattro carrozze vuote da cui è scesa una unica persona, una ragazza; poi è ripartito con rassegnazione. Mentre andavo via ho visto che la ragazza si era posizionata all’angolo della strada appena fuori dalla stazione, seduta all’ombra osservando le macchine in transito; mi è sembrato che volesse prostituirsi. Praticamente dall’abbandono dell’Eden ad oggi non è cambiato niente. Un saluto dal vostro giornalaio.
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