Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA CORRUZIONE DEI   POLITICI  CANI

 Rubrica satirica  "Due chiacchiere del giornalaio" di Renzo Ronca -

Si ricorda che le storie raccontate sono di pura fantasia

 11-12-10

 

 

 

Cari amici, c’è uno stagno nella periferia della città, non lontano  dalla mia edicola, frequentato da tanti animali. Fino ad oggi, bene o male, tra una baruffa e l’altra, andavano avanti convivendo politicamente. Adesso si sono formate delle bande meno politiche ma più violente, che si affrontano in continuazione dimenticandosi di curare l’equilibrio dello stagno che, così abbandonato, prolifica di serpi, rospi e insetti. Un piccolo gufo stamattina era vicino ai pacchi dei miei giornali e mi ha pregato di diffondere la situazione in cui versa lo stagno. Dice che se c’è la globalizzazione allora anche tutti gli stagni del mondo devono sapere la verità su quello che succede qui. Il gufo era serio e preoccupato, così metto la sua storia in edicola. Magari si potrà trovare una forma di governo come quella degli Stagni Uniti, chi lo sa, ma anche lì so da fonti segrete che pescecani  e suini stanno divorando gli animali più piccoli (Volponespione che ha rivelato le notizie col computer è stato poi severamente redarguito per aver fatto la pipì nel bosco). Beh, comunque sia, ecco la denuncia del gufo contro la corruzione  dei cani:

  

Capobranco, un cane non di razza, ma robusto, leale e coraggioso, guardava con rabbia Pezzato, un cane di terza classe delle retrovie della muta, stanziate a sud dello stagno.

–Ma come hai potuto farci questo?- gli ruggì

Pezzato abbassò la coda e guardò di lato, cercando di salvare la faccia, o per meglio dire il muso.

-Il bene della mia famiglia, della mia città….- cercò di scusarsi

-Non dire fesserie!- ringhiò Capobranco  avvicinandosi minaccioso- Ti sei venduto all’Avvoltoio e alla sua banda! Tu! Proprio tu che l’altro giorno giuravi fedeltà fino alla morte!-

Pezzato guardava da una parte e dall’altra, come cercando una via d’uscita

-Eh! fai presto a parlare tu… - abbaiò piano piano  -La tua cuccia è grande e calda… -

-Non cercare scuse! Ognuno di noi ha i suoi problemi Tu hai preso un impegno! Hai giurato per il bene del branco! Come hai potuto tradirci?-

Capobranco mostrò i denti e fece un gesto come per attaccare Pezzato, rovesciandolo a terra.

-Non mi uccidere, lui mi ha promesso il benessere, tante ossa.. ne ha depositi pieni, non so da dove li prenda, ha delle ricchezze immense… poi ha minacciato di strappare la pelle ai miei cuccioli col suo becco... la nostra è una battaglia persa, quelli come l’Avvoltoio sono tanti, cambiano ogni stagione, non immagini quanti sono! Poi si è offerto di pagare tutti i miei debiti di gioco… Ti chiedo perdono ma non ho potuto fare diversamente…-

Capobranco in piedi ringhiava mostrando i denti su poveretto a terra; l’avrebbe volentieri sbranato, ma per una legge antica che ancora voleva mantenere, sapeva di non poter infierire contro chi era disteso e chiedeva pietà.

-Non posso ucciderti, diventerei come l’Avvoltoio… ma non farti trovare mai più sulla mia strada. Vergognati! Una volta avevi una ideologia!-

Capobranco arretrò lentamente, si girò e se ne andò.

Pezzato, ancora con la schiena a terra, non  si mosse per un bel pezzo. Quando fu sicuro di essere solo si mise in piedi, si scrollò dalla polvere e corse nella cuccia. Prese il vocabolario e cercò subito quella strana parola: “ideologia”. Forse una malattia... chissà che voleva dire!

 

Un saluto dal vostro giornalaio.

 

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