Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

FRATELLI OLTRE LE SCARPE

(Rubrica satirica "Due chiacchiere de giornalaio")

 

 

IL Signore dà a ciascuno di noi piccole e grandi missioni. A volte durano tutta la vita come la missione in famiglia, a volte meno, come il parlare ad alcuni del Vangelo. Vi sono poi delle responsabilità all’interno delle chiese che a volte ci prendiamo senza che nessuno ce le abbia affidate (tanto meno il Signore) o che facciamo finta di non vedere pure se ce le tirano dietro.

Io sono principalmente un giornalaio-organizzatore  e vado dove mi chiamano; cerco di presentare le notizie essenziali in maniera semplice ed efficace e di esporle in edicola, secondo quella che penso essere la volontà di Dio che è in fondo l'unico Direttore di tutti i fatti. Certe esperienze formative mi aiutano ad avere un modo di pensare piuttosto logico ed essenziale teso al bene comune in funzione della promessa del Signore di ritornare.  Se “l’evangelizzatore  lavora sulle emozioni ed il pastore sui caratteri” come dice giustamente il caro fratello Marco, io non ho nulla della simpatia che smuove gli animi di chi ascolta; anzi a dirla tutta ho spesso un modo di fare piuttosto aggressivo ed indisponente. So che sono miei difetti e non dico più: “io sono così non ci posso fare niente”; dico invece che ero molto peggio, adesso sono così, e domani può darsi che il Signore mi aiuti a migliorare ancora; e se c’è qualche fratello che al di là della mia antipatia mi parla con franchezza correggendomi, allora lo stimo molto di più per la sua misericordia. Mi limito a fare il mio e non provo a cimentarmi nelle  "pubblic relations" dove potrei risultare facilmente antipatico. Comunque come giornalaio, alla fine, o simpatico o antipatico, le cose di Dio mi pare che vengano esposte e lette in maniera  abbastanza chiara.

Tutto questo per dire che invece mi imbatto continuamente in fratelli a cui magari il Signore ha dato un certo dono ma insistono a volerne applicare (o peggio "imporre") anche altri che non hanno. Così abbiamo molte edicole in mano a persone piene di buona volontà ma che non sanno mettere in ordine le notizie dividendole tra quelle di oggi e quelle di ieri....  Certo i lettori leggono di tutto, e magari all'inizio non se ne accorgono, ma sta a noi giornalai fornire loro le giuste notizie nel giusto momento evidenziando quelle di una certa importanza da quelle che ne hanno meno, altrimenti si genera solo confusione e chi capisce una cosa e chi ne capisce un'altra.

A questo proposito vorrei riportarvi una simpatica storia antica che stavo appunto mettendo nel terzo ripiano dell'edicola: Plinio narra che Apelle, grande pittore greco del IV secolo a.C. aveva l’abitudine di mostrare i suoi lavori nell'entrata della propria bottega, e di nascondersi vicino per sentire le osservazioni dei passanti. Quando un calzolaio osservò degli errori nella forma di una calzatura, Apelle corresse il dipinto quella stessa notte; la mattina seguente il calzolaio notò i cambiamenti, e fiero del suo effetto sul lavoro dell'artista cominciò a criticare il modo in cui Apelle dipinse il piede – al che Apelle emerse dal suo nascondiglio per dichiarare: 'Ne ultra sutor crepidam judicaret' cioè: “Il calzolaio non giudichi quanto si trova al di sopra della scarpa”. Il resto della storia non ci viene detto ma si suppone che il calzolaio sia rientrato nel suo ruolo.

Ora tristemente vedo invece che in campo evangelico ci sono tanti “scarpari” (come diciamo qui a Roma), che non solo assumono ruoli non adatti, ma fanno come i nostri politici, che colti in fallo per corruzione dicono “No! Non mi dimetto! Anzi continuo più di prima!”

Cari “fratellastri” che amate tanto il successo, la scena ed i riflettori, e dimenticate così presto l’umiltà senza cui non è possibile piacere a Dio, fate attenzione! la Parola dice: “Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro. Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede;se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia. (Romani 12:3-8)

Un saluto dal vostro giornalaio.

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