Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

         

SVIZZERUNA-FASO: IL PAESE PIU’ POVERO

(Rubrica satirica "Due chiacchiere de giornalaio")

 

Quando alla sede del KGB (Kongressi Giornalai Buoni) mi parlarono di un paese extracomunitario poverissimo,  dove il deserto è diventato così esteso e la povertà è tale che la gente muore in continuazione, ho subito pensato al Burkina Faso, nell’Africa occidentale, non al gemellato Svizzeruna-Faso, inaccessibile nazione montuosa una volta  floridissima! Ma al KGB furono perentori: dovevo andarci subito con una commissione di colleghi giornalai, verificare le condizioni di povertà di quel paese, quindi stilare un rapporto per vedere eventualmente se e come salvarli.

Partimmo subito, davvero preoccupati. Capimmo il primo giorno che la situazione era grave quando alla frontiera dopo il buio tunnel, invece di guardare i nostri documenti, ispezionarono i nostri portafogli.

Avevamo  2.500 euro, due macchinine fotografiche ed un panino buonissimo appena smozzicato. Dopo una trattativa durata sedici giorni ci sequestrarono le macchine fotografiche perché, a loro dire, potevamo rivenderle dentro il loro Stato; quindi ci lasciarono uno scontrino per riprenderle all’uscita e ci diedero circa quattro ore di tempo per ritornare. Con 2.500 euro, ci dissero un poco sprezzanti, potevamo restare solo quattro ore. Uno di noi protestò mostrando le carte di credito, ma la protesta lì è inconcepibile perché presuppone la possibilità di un loro errore quindi fu preso come prigioniero; avremmo ritirato anche lui al ritorno. Nessun altro protestò. Ci fecero entrare a piedi perché la nostra automobile non era abbastanza lucida. Camminando mi chiedevo che fine avesse fatto il panino perché nessuno di noi l’aveva mangiato….

Mentre osservavo col naso per aria le rare case colorate tra le migliaia di banche dall’architettura lussuosa ed avveniristica, misi inavvertitamente il piede sulla striscia pedonale al bordo della strada. Che guaio!

Subito intervenne la polizia: per quella colpa dovemmo pagare 1.000 euro! Ci fermammo subito su un muretto per decidere il da farsi, ma… doppio guaio!

Un elicottero dell’esercito ci prelevò e ci mise in prigione per accattonaggio.

In prigione nessuno ascoltava quello che dicevamo, allora presi 1.000 euro li misi all’altezza della bocca e pronunciai lentamente: “A-V-V-O-C-A-T-O…” La guardia notò subito i soldi e distrattamente vide anche la mia bocca che si muoveva vicino alle banconote e capì la richiesta..

Dopo 12 secondi arrivò una persona nella tipica tenuta degli indigeni della  Svizzeruna-Faso: capelli lisci perfettamente curati, giacca, cravatta, borsa 24 ore, occhi verso l’infinito; sesso voce ed età indefiniti. –Avvocato?- Chiesi speranzoso. L’uomo mi guardò come si guarda un ranocchio in provetta e disse: -Tu avvocato? Io Psichiatra. PSI-CHIA-TRA.. capito tu avvocato?-  

Mi credeva un avvocato! Spiegargli che ero giornalaio ed ero qui in missione per la sua povertà mi sembrò troppo difficile, così decisi di assecondarlo. –Si. Capito. –

-Perché tu avvocato chiedere elemosina bordo strada?-

-No elemosina, replicai- Parlavamo entrambi come si parla ai deficienti pensando evidentemente così uno dell’altro.

-Noi fare questionario articolo giornale…- continuai -.. per capire opinione di Svizzeruna-Faso su fame nel mondo…-

-Su questo noi nessuna opinione!- tagliò corto lo psichiatra. Era senza intonazione, come stesse leggendo l’elenco del telefono, ma non perdeva di vista i soldi.

-… su guerra nel mondo…- provai ancora cambiando argomento.

-Su questo nessuna opinione!- interruppe ancora.

-Su giudizio universale…- riprovai

-Su questo nessuna opinione. Noi non abbiamo opinioni.- replicò mentre i suoi occhi fissavano più intensamente i soldi

-… su religione nei cuori…- insistetti

-Noi molto religiosi da sempre.- disse prendendomi le banconote. -Religione ogni mattina andando a lavorare. Lavoro, guadagno, benedizione.- Le nostre banconote erano dentro le sue tasche.

-Voi credere in Dio?- Chiesi ancora

-Dispiace. Tempo scaduto. Tempo denaro. Mia tariffa 1.000 euro 15 minuti. Hai tu altra tariffa?-

Mostrai gli ultimi 500 euro che ci erano rimasti.

-No-buono. Poco per tariffa. Tu povero. Tu non benedetto da tuo dio. Forse tu poco religioso.-

Ci disse quelle cose senza apparente emozione e se ne andò.

La guardia lesse i nostri documenti, poi prese lo scontrino e ci accompagnò di nuovo alla frontiera. Ci vennero restituite le due macchine fotografiche, l’automobile lavata e lucidata e il collega imprigionato; ma trattennero i 500 euro per spese burocratiche.

Siccome non potevamo pagare il prezzo del lavaggio (200 euro!) ci sequestrarono l’auto.

L’amico appena liberato voleva ancora pagare con la carta di credito ma fu di nuovo arrestato. 

Dopo undici giorni di trattative, grazie alla mediazione della Banca d’Italia, rilasciarono l’amico in cambio delle due macchine fotografiche e dell’automobile.

Pazienza, ci consolammo pensando che in fondo l’auto era diventata così pulita che la nostra dogana non l’avrebbe accettata immaginando una immatricolazione clandestina.

Purtroppo non riuscimmo a trovare il panino da nessuna parte.

La relazione? Ah, si, nella relazione al KGB sottoscrivemmo unanimi: “Nessuna possibilità. Deserto troppo esteso.”

 

Un cordiale saluto dal vostro giornalaio.

 

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