Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Riflessioni su Filippesi 2:1-19

 

Dall'incontro a Vetralla del 6-02-10

 

 

Alla riunione, molto semplice, erano presenti una decina di persone (tra cui 3 pastori di chiese diverse, 2 anziani, ed una nuova sorella). Dopo i canti abbiamo tutti sentito forte la presenza dello Spirito di Dio ed abbiamo pregato con pari sentimento. Dalla preghiera siamo passati al passo biblico:

 

"Se dunque v'è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d'amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione,  rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. 

Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso,  cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri.  Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,  ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;  trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.  Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome,  affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra,  e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. 

Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quand'ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore;  infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo. 

Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute,  perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo,  tenendo alta la parola di vita, in modo che nel giorno di Cristo io possa vantarmi di non aver corso invano, né invano faticato.  Ma se anche vengo offerto in libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede, ne gioisco e me ne rallegro con tutti voi;  e nello stesso modo gioitene anche voi e rallegratevene con me.  Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo per essere io pure incoraggiato nel ricevere vostre notizie." (Filippesi 2:1-19)

 

[cercherò di sintetizzare i contenuti dell’inzio e della parte centrale, ma è impossibile ricreare l’ambiente calmo fraterno e piacevole che si era formato. Perdonate se il riassunto non sarà preciso. RR]

 

Renzo: […] Siamo di fronte ad un passo molto conosciuto ma ogni volta che lo leggiamo si presenta con maggiore spessore. E’ un po’ come nelle scuole, avete visto alle elementari si studiava la storia, poi alle medie si studiava la stessa storia ma un poco più approfondita, alle superiori gli argomenti storici erano gli stessi ma venivano studiati in modo ancora più dettagliato, e così nelle università…  così anche noi alla scuola del Signore, anche se gli argomenti sono gli stessi, apprendiamo ogni volta qualcosa di più.

La parte centrale del passo mi pare il versetto 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù. Avere lo stesso sentimento di Cristo. Gesù era sempre in perfetta comunione col Padre; così anche noi uniti a Cristo, possiamo avere la stessa comunione; ma per farlo, per poter vivere in questa unità come faceva Gesù? 7 spogliò se stesso prendendo forma di servo. E’ questo il punto: questo “morire a se stessi”, cosa facile da dire, quasi impossibile da realizzare. Come possiamo far diminuire il nostro “io” noi che non vogliamo cedere il controllo la gestione di noi stessi? In atti 27:11 (ricordate l’episodio della nave su cui viaggia Paolo che poi fa naufragio?) è scritto che il centurione (il militare che comanda), dava più ascolto alle parole del timoniere e del proprietario della nave piuttosto che a quelle di Paolo. Noi pure non vogliamo mai cedere il timone della nostra “nave” e diamo ascolto più a noi stessi che al Signore. E’ solo quando noi “svuotiamo noi stessi” che permettiamo a Dio di “produrre in noi il volere e l’operare”.

Ma c’è un altro problema: noi di noi stessi non abbiamo una immagine realistica: in Romani 12:3 è scritto: “…dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno”. Se dice così dunque è facile che noi sopravvalutiamo noi stessi. Uno può vedersi più di quello che è. Oppure il contrario uno può non sentirsi mai capace ed avere di sé un concetto più basso di quello che deve avere. Come fare allora per trovare la giusta immagine di noi stessi? Con la preghiera giornaliera davanti al Signore perché Gesù era sempre in preghiera col Padre, poi con il confronto coi fratelli nelle chiese che possono ridimensionarci o sollevarci. Ed è in questo modo che finalmente si arriva al “medesimo pensare”.

 

Marco  - Lo stesso sentimento di Gesù vuol dire disponibilità all’ascolto. Gesù ascoltava tutti quelli che andavano da Lui. L’orgoglio spesso ci impedisce di ascoltare pienamente gli altri di essere parte di loro. Più abbassiamo il nostro orgoglio, più siamo in Cristo e più autorità abbiamo sui demoni.[1]  Col sentimento di Gesù impariamo ad amare gli altri coi loro problemi e i loro difetti: il sentimento di Gesù è amare gli altri coi propri difetti ma chi ha poca fede si scoraggia (esempi). Col nostro orgoglio invece lo facciamo per dovere: è un “devo, devo” continuo. Ma se io sono diminuito nell’orgoglio, la presenza di Gesù mi dà gioia e grazia e tante benedizioni.

Riceviamo più grazia quando diamo più grazia. In questo modo infatti diminuendo di noi stessi, la grazia di Dio aumenta enormemente, immeritatamente. Pensate a cosa siamo noi….  Milioni di galassie… miliardi di stelle.. e noi che siamo? Niente; ma Dio ci ama! Come dice in Giovanni 1:14-18

14 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
15 Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. 16 Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"». 17 Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Abbassarsi e servire.

Dobbiamo entrare in questa realtà. Non siamo più gli stessi, siamo altre persone.

 

 

Carmela – Siamo abituati ad un amore umano che vuole ricevere, per questo forse non riesco a comprendere questo amore di Dio. Mi rendo conto che l’ostacolo per avere questo sentimento di Gesù sono io, ma non ce la faccio; a volte parto convinta di poter servire il Signore nel mio lavoro (infermiera pediatrica) ed ecco che mi capita proprio la persona più odiosa che io allora evito. Come riuscire?

 

 

Marco – Pietro all’inizio, quando Gesù parlava di perdono, disse “perdonerò fino a 7 volte?”[2] dimostrando con una certa spavalderia la sua conoscenza letterale della legge. Ma Gesù gli risponde “70 volte 7” indicando con questo che occorreva crescere molto di più come Pietro stesso alla fine capì e disse “ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo..” (2 Pietro 3:18).

Noi vediamo spesso solo l’apparenza delle cose: prendiamo per esempio Paolo quando fu picchiato, lapidato.. fu lasciato perché lo credevano morto[3]. L’apparenza era un uomo morto, ma forse fu in quella occasione che Paolo andò fino al terzo cielo.[4]

La sofferenza ti accomuna a Dio.

La sensibilità ti accomuna a Dio.

(esempio)

Se ami soffri, ma la sofferenza aumenta la sensibilità e questa permette al Signore di operare.

 

Carmela – L’amore di Dio.. così grande, ma chi può comprenderlo?

 

Maria Costanza -  Io lo comprendo l’amore di Dio! Io mi ero allontanata dalle mani di Gesù poi tramite il pastore Andrea e sua moglie con la loro pazienza e i loro modi mi hanno aiutata e sto convincendo che Dio mi ama e mi sto riavvicinando a Gesù.

 

Massimo – Il versetto 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù,” è tra i versi che amo di più e racchiude il senso del cristianesimo. In questo contesto paolo parla di umiltà, di uno che per amore deve pagare un prezzo. Gesù si è fatto “microbo”  come diceva Marco, per salvare i “microbi”.

Stimare gli altri più di se stessi[5]: non dice che gli altri son più bravi, ma “stimare” per l’amore che lui aveva.. ci ha dato valore.. ci ha stimato più di sé, tanto che si è sostituito a noi offrendo se stesso.

Comunione elemento di conoscenza.. ma il punto principale è accettare di morire a noi stessi. Come diceva Marco: “Più ti umili e più vai incontro alla gloria”.

Accettare che in noi non c’è nulla di buono: “Beati i poveri in spirito” (Matt 5:3) perché sono consapevoli di non avere nulla.

 

Mirano – Ricordo a proposito di umiltà un fratello che disse a voce alta, con una certo vanto: “io sono molto umile!” :-)

Abbiamo tutti un cammino da percorrere, non siamo mai arrivati.

 

Andrea – Il “sentimento di Cristo”  significa vivere la coscienza e la coscienza è risvegliata dallo Spirito Santo. Una volta eravamo convinti di fare bene, ma ora sappiamo che eravamo nell’errore. Vivere la sofferenza come diceva Marco ed essere capaci di spogliarci del vecchio uomo, come Giovani Battista: “bisogna che Lui cresca ed io diminuisca”. Per questo sentimento occorre la nostra “cameretta segreta” il luogo dove in preghiera incontriamo il Signore. IN questo modo io mi specchio in Lui e mi ridimensiono; mi vedo piccolo e la gloria del Signore mi dice “vai” anche quando non mi vedo capace. Non dobbiamo avere paura di guardare le nostre debolezze, Dio le permette perché possiamo capire gli altri.

 

Marco -  …. non è che quando siamo buoni riceviamo lo Spirito Santo, ma è lo Spirito Santo che ci fa essere buoni

 

Massimo – Ci sono dei fondamenti semplici eppure difficilissimi, come la grazia e la indegnità dell’uomo. Finché non capisco che tutto quello che fa Dio in me ha origine in Lui e non in me, no potrò fare nulla. Noi possiamo amare perché Lui ci ha amati per primo (Giovanni). Quando ti convinci di essere niente, allora Dio opera.

  

(seguono vari interventi – vari approfondimenti)

 

 Indice Incontri Pic - Home

 


 

[1] Luca 9:1 - Gesù, convocati i dodici, diede loro l'autorità su tutti i demòni e il potere di guarire le malattie.

 [2] Matt 18:21 Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» 22 E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

[3] Atti 14:19 Allora giunsero da Antiochia e da Iconio alcuni Giudei, i quali sobillarono la folla; essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto.

[4] 2Corinzi 12:2 - Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo.

[5] Filippesi 2:3 - non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso.

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE