Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

IL CONCETTO DI SCANDALO E LA TV

di Renzo Ronca - 16-3-12

 

 

 

Perciò, se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare mio fratello. (1Corinzi 8:13)

Ecco come gestire la libertà che Dio ci ha dato: poter fare tutto sottoponendo però volontariamente questo tutto alla sensibilità degli altri. Evitare di causare inciampo o scandalo a chi non ha ancora la stessa libertà. Ma cosa significa “scandalizzare”?

Lo scandalo è un inciampo molto più grave: è  un turbamento della coscienza e della serenità altrui, provocato da azione, contegno, fatto o parola che offra esempio di colpa, di male o di malizia” (Treccani).

Ma come si misura la “gradazione” dello scandalo? Come facciamo a sapere che una cosa che noi facciamo o diciamo è scandalosa per un altro, oppure è solo disagevole per colpa della sua grettezza?

Qui entra in gioco il nostro egoismo o la nostra sensibilità per gli altri; dice Gesù E come volete che gli uomini facciano a voi, fate voi pure a loro” (LC 6:31), cioè non fare al prossimo quello che non vorresti che fosse fatto a te.

Ora se io devo parlare ad una persona che vive nei bassifondi o ad un direttore d’orchestra o a una suora, è logico che non potrò usare per tutti lo stesso linguaggio. Uno spacciatore protettore di prostitute ha una realtà diversa da una suora che vive in un convento di clausura o a tuo figlio che frequenta le elementari, giusto? Ora se io alla suora o a tuo figlio dovessi comunicare una notizia grave, come potrebbe essere un atto di violenza avvenuto nel collegio che frequentano, se voglio proteggere la loro sensibilità non mostrerò loro i particolari truci dell’avvenuto stupro di gruppo; non spiegherò dettagliatamente per quante volte la povera ragazza è stata violentata a turno durante la notte ed in che modo. Siete d’accordo? Se lo facessi potrei provocare uno scandalo nella loro coscienza. Una specie di grosso trauma. Io ne sarei responsabile, non il fatto in sé. Lo capite?

Allora spiegatemi perché le televisioni ed i media in genere, quella classe di giornalisti che detesto fortemente, possono parlare al mondo spiegando invece i dettagli di ogni atto di sangue, accanendosi sui particolari con estrema compiacenza!  Vi sembra bene? Tu sei adulto e “corazzato”, sai difenderti, se una cosa ti dà fastidio prendi e cambi canale, ma pensi che i bambini siano in grado di farlo?

Scandalizzare un bambino è un atto grave che non resterà impunito:

“Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare.” (Matteo 18:6)

Adesso viviamo una campagna giornalistica e politica di falso progresso dove tutto deve essere detto e visto in modo chiaro con tutti i dettagli (vedi anche pag precedente). Ma chi l’ha detto che questo non dannoso per la salute mentale di alcuni? Tu per favore usa la libertà di dire tutto e parlare di tutto con tutti i particolari più orripilanti solo con chi è in grado di recepire questo linguaggio! Ma con un bambino o con persone sensibili mi fai il piacere di starci attento!

Il servizio pubblico televisivo una volta era sottoposto a norme di una certa moralità e decenza. Perché adesso nell’ora del pranzo devo vedere le bolle dello sporco con gli insetti dentro il water, oppure il tampax che una signora che puzza di orina nell’ascensore si deve cambiare? E che dire delle esecuzioni a morte in diretta dei TG? Ehi non è un film! Avete mai pensato che chi vede un omicidio in diretta potrebbe subire una ferita al sistema nervoso?

Perché non vogliamo più vedere il concetto di “scandalo” facendo finta che chi si scandalizza è un povero bacchettone? E’ questo il tuo concetto di libertà?

Realismo dici?

E’ vero non si deve nascondere la verità, ma io non dico di nasconderla, al contrario! Dico che lo stesso contenuto può essere esposto in maniera adatta in base all’interlocutore. Se devo dire di un omicidio non è necessario che lo mostri “on line” e sai perché? Torna al bambino: quando un padre o una madre litigano e si dicono cose molto pensanti, ciò che colpisce il bambino non è il fatto in sé (che avrebbe in se stesso poca conseguenza) ma lo colpisce l’intensità delle emozioni. Il bambino è come una spugna che assorbe non tanto le parole quanto il comportamento, l’emozione che anima quelle parole. Il bambino assorbe l’intensità e la violenza e l’odio distruttivo che forma certe espressioni e certi gesti. Capisci perché non devi trasmettere un atto violento on line? Non è un filmato (e anche quello il bambino deve avere una certa età per capire che è un filmato inventato), ma è un atto vero in cui si partecipa attivamente e si subisce la stessa violenza che si trasmette! In noi l’adrenalina, l’odio, l’emozione può assumere intensità pericolose e diventare un pericolo.

Pensaci al concetto di “scandalo” pensa a tuo figlio quando dici che chi si scandalizza è solo un bigotto!

Se poi sei uno di quelli che va a messa la domenica allora domandati: la verità mia qual è? Credo in questa fede che professo o è solo un atto formale? Se ci credo allora come mai non mi fa né caldo né freddo assistere a scene scandalose? E’ la fede che è sbagliata o sono io che non ho più il senso di ciò che è sano?

Leggevo adesso l’articolo “La violenza in TV” di V. Amodeo del 2002 (http://www.arengario.net/poli/poli92.html) dove veniva fatto l’esempio di una legge proposta da Prodi in cui esisteva una fascia protetta per nostri figli. La cosa sembrava abbastanza buona. Sentivo invece l’altra sera (sono passati dieci anni da allora!) un noto attore che in una trasmissione fin troppo libera, in merito alla giusta critica cattolica per l’abitudine a trasmettere nelle ore dedicate ai ragazzi storie e scene di adolescenti omosessuali (o di ragazzi che si drogano tranquillamente), ha dichiarato che non esistono fasce protette, non devono esistere, che tutti devono vedere tutto perché se no sarebbe ipocrisia.  Mah! Posso capire i politici e gli attori, che si schierano sempre con la moda del momento, con quelli che gli danno da mangiare o dove possono mangiare di più, ma tu che leggi, che idea ti sei fatta? Ce l’hai una idea tua? Sei un credente? Hai confrontato questa idea tua con gli insegnamenti cristiani? Cosa ne è uscito fuori? A cosa ti conformi o non ti conformi?

 

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