DA COSTORO ALLONTÀNATI! (2Timoteo 3:1-5) - parte 7  – di Renzo Ronca – 22-8-15 – h. 17,30 – (livello 2 su 5)  

 

 

 

 

“Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; 2 perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, 3 insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, 4 traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, 5 aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati!” (2Timoteo 3:1-5)

 

 

 

(segue)

 

Preferisco la traduzione della vecchia Diodati: “anche tali schiva”; infatti “allontanarsi” dà più l’idea di fuggire, arretrare, quasi tornare indietro; mentre “schivare” indica meglio un proseguire il cammino stando però attenti a scansare chi commette tutte quelle azioni che abbiamo elencato fino ad ora.

 

Perché dobbiamo stare lontani, schivare queste persone?

 

1- Vale sempre il discorso dell’odiare il peccato non il peccatore. Si parla qui di una lontananza materiale, fisica, dal peccato che queste persone commettono. Un “non entrare” nella loro sfera mentale/comportamentale che in qualche modo ci condizionerebbe.

 

2. C’è una ingenuità dei cristiani da poco convertiti ed è quella di poter essere dei superuomini invulnerabili in grado di poter far tutto. Questo ovviamente non è vero, questa è solo inavvertenza, mancanza di vigilanza e di saggezza. Il peccato infatti si contagia facilmente ed è facilissimo che “andare con lo zoppo (anche per aiutarlo a camminare) faccia prima o poi zoppicare anche noi”. Sottolineo questa immaturità di molti credenti perché è molto diffusa l’idea che “pur di salvare il peccatore si possa anche condividere lo stesso peccato”. Non c’è niente di più errato!   So di molti casi ad esempio in cui una ragazza per salvare il proprio ragazzo (o viceversa) dalla droga accetta lei stessa di passare per quelle esperienze pensando di aiutarlo ad uscirne; invece finisce quasi sempre che anche lei si perde. Ma non sono solo i giovani ingenui ad essere così superficiali: a volte persino alcune chiese piuttosto “avventurose” partono con eccessiva sicurezza senza considerare abbastanza se sia il modo giusto. Una delle cause è la superficiale interpretazione del versetto di Paolo: “perché io stesso vorrei essere anatema, separato da Cristo, per amore dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne” (Rom. 9:3). Senza entrare nello studio specifico penso che questo si possa tradurre con “darei volentieri la mia vita per poterli salvare”. A volte l’eccessiva filosofia su un solo versetto, estrapolato dal contesto, può indurci in errori pericolosi.

 

Ad ogni modo allontanare o schivare è una chiara indicazione dell’apostolo a stare attenti e a non aver nulla a che fare con chi COSCIENTEMENTE compie queste azioni.

 

Ovviamente diverso è il caso di chi manifesta pentimento e vorrebbe convertirsi.

 

Sorge ora una constatazione inquietante: se ripercorrete velocemente tutti questi comportamenti negativi agli occhi del Signore, vi accorgerete che sono i “normali” comportamenti della maggioranza delle persone di oggi, più che mai sospinti e reclamizzati dalla quasi totalità delle trasmissioni televisive e dei mass media in genere. Se da una parte questo ci consola perché ci fa capire che il ritorno del Signore è vicino, dall’altra comprendiamo che non dobbiamo abbassare la guardia ma vigilare con maggiore forza, perché  il cristiano di oggi è molto solo. Il nostro comportamento infatti non sarà capito facilmente, ma sempre più spesso sarà contrastato, perché noi credenti costituiamo, in un certo senso, un intoppo all’ingranaggio globale della malvagità in atto.

 

Chi ha una buona comunità di fratelli di fede ha un bel dono e troverà pace e edificazione, ma negli ultimi tempi anche in molte denominazioni evangeliche si sono infiltrate dottrine apostate, per cui la solitudine può aumentare anche per chi frequenta chiese con appiattimenti dottrinali o insegnamenti ambigui di base sociale-mondana.

 

Per resistere alla corruzione che già si manifesta in tutti i campi c’è solo una strada: dopo la conversione percorrere la via della consacrazione. Questa parola, “consacrazione”, non significa "farsi prete" o  “prendere i voti” come nei cattolici, ma aumentare l’intimità del ns raporto di preghiera anima-Dio; affidarsi a Lui sempre più; amarLo lasciandosi amare in modo più intenso e significativo dedicandoGli pensieri intenzioni, la vita stessa. Questo versamento del ns cuore verso il Signore è possibile a tutti noi mentre conduciamo una normale vita con tutti i doveri che essa richiede.

 

(fine)

 

 

 

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