INGRATI, IRRELIGIOSI, INSENSIBILI

-parte 3 - dI Renzo Ronca – 7-8-15- h. 8,15 (livello 2 su 5)

“…negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno […] ingrati, irreligiosi, 3 insensibili…..” (2Timoteo 3:1-9)

(segue)

 ingrati,

L’ingrato è colui che non mostra gratitudine per il bene ricevuto. In senso stretto può capitare che se fai del bene a qualcuno nemmeno se ne accorge, oppure lo dà per scontato o ti dice un blando “grazie” incolore. Sono rare le persone che apprezzano. Oppure può capitare che puoi sorprendere: per esempio siamo così abituati a tagliarci la strada a passare prima degli altri che quando uno, di sua iniziativa, senza fretta ti cede il passo rimani sconcertato. Tempo fa una persona (un extracomunitario!) trovò un portafoglio con dei soldi e li portò alle autorità. Il proprietario rimase così sorpreso che oltre alla mancia gli offrì anche un lavoro. Qui si può parlare di gratitudine e stima. Il mondo però non ci spinge verso la gratitudine perché non la conosciamo, non conoscendo il bene. Quando Gesù guarì i dieci lebbrosi, solo uno, straniero per giunta, tornò indietro a ringraziarlo! (Lc 17:11-19); questo la dice lunga su come siamo fatti.

L’ingratitudine  degli ultimi tempi, a cui si riferisce il passo, è qualcosa di molto più esteso: oggi diremmo la globalizzazione dell’ingratitudine, dove non è più questione di singole persone ma è un modo di essere quasi “normale”, anche tra i c.d. “credenti”. Un esempio? Quanti cristiani ringraziano davvero Dio per la gratuita salvezza ricevuta per mezzo del Cristo?

irreligiosi,

Il senso greco del termine “anosioi” significa appunto senza nulla di santo, di sacro; quindi profani.

Da una parte sono i materialisti gli atei, dall’altra quelli che seguono la religione solo come abitudine, senza fede. Io mi sbaglierò ma nel nostro mondo occidentale penso siano di più i secondi: quanta gente infatti va in chiesa ma in fondo al cuore è distante dal Signore? La tendenza generale è quella di non interessarsi più della cose di Dio, che oggi annoiano o vengono viste come poco pratiche, anacronistiche. In parte la responsabilità è delle chiese addormentate o appiattite solo su regole vuote e in parte è della incapacità delle persone di distinguere tra Dio come Essere e chiesa come istituzione di uomini. In una maniera o nell’altra resta il fatto che il disinteresse per la fede aumenta ogni giorno di più. L’uomo moderno pensa di essere autosufficiente e dimentica facilmente chi lo ha creato e perché. La mancanza del senso del sacro è un fenomeno ampio e molto grave perché se non abbiamo più nulla di sacro in cosa orienteremo le nostre vite?

Insensibili,

Pensate ad una parte del nostro corpo che diventa insensibile: una mano, un piede che non sentono più nulla degli stimoli esterni. Pensate se tutto il corpo non avesse più sensibilità; come potremmo avvertire ad esempio i segnali di pericolo per allontanarci? Se non potessimo più gustare i cibi come faremmo a sapere ciò che buono da ciò che è disgustoso?

Come sono utili al corpo in nostri sensi, così esiste una sensibilità del cuore per partecipare affettivamente a quanto accade attorno a noi. Se non provassimo carità-amore verso un bambino ferito o un vecchio caduto in terra, come potremmo definirci uomini completi? Poi come la sensibilità degli affetti, esiste una sensibilità dello spirito. La base della sensibilità spirituale serve a riconoscere la voce di Dio, quando, in mille modi ci comunica ciò che per noi è bene.

Negli ultimi tempi, come possiamo constatare, le persone allontanandosi da Dio si allontanano dagli ascolti, dalle percezioni, dalla capacità di “sentire”. Lontani dal Signore sono lontani da tutto, persino dalla cura di se stessi, regredendo sempre più allo stato barbarico animalesco. Il nostro è il tempo della apparenze e delle falsità: la nostra epoca è quella delle comunicazioni mediatiche dei cellulari di internet… comunichiamo con tutti ore ed ore, eppure non conosciamo più nessuno, nemmeno noi stessi; aggressivi o depressi,  senza Dio stiamo morendo.

(continua)

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