IL VIAGGIO DELL’UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO - 17 parte - Renzo Ronca

 

Tratto da: IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relativita' delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri - SEME, RADICE DELL'UOMO: "IMPRINTING DI DIO"  - di Renzo Ronca - 3^ edizione genn. 2015 (PDF 900 Kb - pg 115  -   Riflessioni abbastanza approfondite sulla nostra crescita personale e di gruppo)

 

 

(segue)

     Anche oggi, come nella figura che abbiamo visto, il movimento religioso più illuminato subisce trasformazioni sempre più rapide da parte del Signore. Siamo più vicini alla linea ideale, abbiamo più possibilità di scorgere lo Sposo, ma le prove da superare, anche le più piccole, sono per questa vicinanza anche più dolorose[1]. Il popolo di Dio, più ci avviciniamo alla fine dei tempi e più e' sottoposto a prove di fede sempre più difficili e selettive.

      Forse sbagliamo di meno, ma siamo anche più fragili e stanchi per il lungo cammino e rialzarsi può apparire difficile. Questo però solo in parte può dipendere dalla nostra stanchezza, in verità gli sforzi di Satana più ci avviciniamo agli ultimi tempi e più aumentano. Costui veramente ci sta "vagliando come il grano".[2]

      Come in metamorfosi continue, la Chiesa di Gesù, il "rimanente", si trova continuamente passato al setaccio e sempre più solo. Quanti di noi muoiono in questo deserto di solitudine umana!

      E' triste osservare che a tutt'oggi pure se dovremmo essere maestri di tante cose, non abbiamo imparato molto  e che in qualsiasi tipo di chiesa ci troviamo commettiamo sempre gli stessi errori! Ma lo Spirito di Dio c'e': non abbandona chi ha ancora voglia di continuare il cammino. Il suo ruolo e' quello di insegnare ogni cosa[3] ed in più ci consolerà dandoci forza.

      Ma perché, mi chiedo, non lo lasciamo insegnare? Perché non Gli diamo più spazio?

      Che sia per paura? Per una scarsità di fede? Per esibire noi stessi?

      O forse lo Spirito Santo parla solo ad una persona? Può essere monopolio di qualcuno?

      O siamo troppo occupati ad evangelizzare per poterci ricordare anche che le chiese devono ascoltare continuamente?

      Se la preghiera e' come un respiro tra noi e Dio, dove il dialogo vive perché vive l'ascolto, come potremo ascoltare se siamo tanto presi ad operare? L'operaio che ha il compito di scavare una buca, continuando a scavare senza ascoltare il padrone, si troverà in una buca così profonda da non poterne uscire più.

 Cerchiamo l’equilibrio in tutto ciò che facciamo.

 (continua)

 

 

 

 

[1] Di un peccato qualsiasi, commesso alcuni anni fa, ne avevamo coscienza fino ad un certo punto; ma adesso, con la maggiore sensibilità (santificazione) acquisita, ogni piccola offesa al Signore ci può causare un profondo dispiacere e una grande prostrazione.

[2] Luca 22:31