Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

COMMENTO A 1 CORINZI 3 - di Filippo - 27-8-17

1Corinzi 3

1 Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. 2 Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche ora lo siete; 3 perché siete ancora carnali: dal momento che c'è tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera tutta umana?
4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini?
5 Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. 6 Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. 7 Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. 8 Non c'è differenza tra chi pianta e chi irriga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. 9 Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.
10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. 11 Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12 E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13 l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno. 14 Se l'opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; 15 ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. 16 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
18 Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; 19 perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. 20 E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani. 21 Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! 23 Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

 

 

1) Commento generale a 1Corinzi 3:

L’apostolo Paolo si rivolge alla comunità cristiana di Corinto, esortando i fratelli a non avere divisioni tra di loro, ma a stare perfettamente uniti, avendo un medesimo modo di pensare e di sentire. Egli vorrebbe poter svelare loro tanti misteri di Dio che appartengono esclusivamente alla dimensione spirituale, ma sa di rivolgersi a persone che ancora non sono riuscite a liberarsi da certi atteggiamenti umani, dal momento che tra di loro vi sono gelosie e contese. Da dove hanno origine tali discordie? Dagli impulsi della carne che, non avendo lasciato posto ai desideri dello spirito, li attrae verso ragionamenti contrari alla santità: elemento, quest’ultimo, indispensabile per ricevere la grazia della conoscenza dei disegni di Dio. Essi, quando vogliono stabilire la loro appartenenza cristiana chi ad Apollo, chi allo stesso Paolo, non si rendono conto che questi sono solo uomini; ministri e collaboratori di Dio attraverso i quali sono venuti alla fede, secondo la misura che il Signore gli ha concesso. Nessuno può porre la gloria che appartiene solo a Dio, in degli uomini: Paolo lo spiega chiaramente quando afferma che “né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere”. Tra chi pianta e chi irriga non c’è differenza, ma ciascuno riceverà la sua ricompensa secondo le proprie opere. Ma qual è l’opera di cui parla Paolo? dato che egli dice: “l'opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno”. Vediamo un po’ più da vicino l’esempio che l’apostolo fa ai corinzi, nel tentativo di spiegare in maniera semplice (come a neonati in Cristo) la verità che sta nascosta ai loro occhi. Egli rappresenta il corpo di ogni credente come un edificio, e la comunità intera come il campo di Dio. Paolo, quale sapiente architetto di questo edificio, non si attribuisce alcun merito se non quello di aver posto un fondamento: Gesù Cristo. Questi è il fondamento necessario ed indispensabile sul quale costruire l’edificio, ma ognuno deve stare attento anche alla qualità dei “materiali” che vi pone sopra perché, un giorno, tali materiali verranno provati dal fuoco ed il fuoco mostrerà la qualità dell’opera di ciascuno. Un edificio può essere costruito in legno, con un tetto intessuto di paglia e fieno, ma alla prova del fuoco tale edificio non resisterà; chi avrà edificato in tal maniera verrà punito. Mentre chi sopra il fondamento edificherà con oro, argento o pietre preziose, avrà una ricompensa in quanto la sua opera durerà al fuoco. Adesso riflettiamo: un edificio può essere costruito con oro, argento o pietre preziose? Se queste cose rappresentano la qualità dell’opera costruita, chi potrebbe permetterselo? Mentre ognuno di noi potrebbe facilmente disporre del legno, della paglia e del fieno, chi potrebbe possedere così tanto oro o argento in grado di costruire un edificio intero. Ma allora cosa rappresentano l’oro, l’argento e le pietre preziose? Alcuni studiosi hanno ritenuto che questo passo della Scrittura si potesse riferire alle buone opere che ogni credente è tenuto ad “edificare” sulla fede, posta sul fondamento che è Cristo, ma se fosse così chi potrebbe compiere opere talmente grandi e preziose da essere paragonabili all’oro, all’argento ed alle pietre preziose. Dio, come sempre, ci fornisce la risposta per bocca dello stesso Paolo, ispirato dallo Spirito Santo: Queste dunque le tre cose che rimangono (durano): la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” (1 Corinzi 13:13). Chiunque avrà costruito il proprio edificio con questi tre elementi, ponendo quale fondamento Cristo, sarà sicuro che la propria opera, quando provata dal fuoco, resisterà e ne riceverà una ricompensa. La fede, la speranza e la carità rappresentano quindi l’oro, l’argento e le pietre preziose che noi, con le nostre sole capacità, difficilmente potremmo possedere. Ecco quindi che Dio ci viene incontro e ci rende partecipi delle Sue ricchezze, donandoci Egli stesso quella fede, quella speranza e quella carità che noi non riusciremmo mai ad ottenere da soli.

La fede si mostra quindi come l’accettazione delle realtà invisibili, accolte per vere, secondo le promesse garantite da Dio stesso. La speranza nasce e si sviluppa in funzione della fede, ma il “cemento” che le mantiene saldamente unite tra di loro è l’amore. Esso, infatti, “tutto crede e tutto spera”.

L’uomo spirituale costruisce la propria “santificazione” facendo affidamento su queste tre cose, che durano nel tempo e superano ogni prova; l’uomo carnale si fa corrompere invece dall’invidia, dalle gelosie, dalle divisioni, dalla sicurezza nelle proprie capacità, dalle proprie esperienze, dai propri stati d’animo, dalle proprie passioni, tentando di costruire il proprio edificio con gli elementi di cui è in grado di poter facilmente disporre la carne: tutti materiali poveri che, come il legno, la paglia ed il fieno, non passeranno il fuoco. Ma la grazia e l’amore di Dio superano ogni immaginazione, infatti la Scrittura dice: “se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.”. Ancora una volta, per mezzo di Dio, otteniamo quello che non avremmo mai sperato di meritare: infatti il corpo dei credenti rappresenta il tempio di Dio, che è santo ed indistruttibile, perché in esso abita lo Spirito di Dio; quindi l’opera sarà bruciata, ma il fondamento resisterà, ecco perché la Scrittura dice: “… tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco”.

Nessuno poi si illuda: la sapienza di questo mondo è stoltezza per Dio, per cui chi crede di essere sapiente in questo mondo, si faccia stolto: ovvero, sprovveduto; cioè in tutto mancante in quanto a quella sapienza che proviene dall’uomo, ma ricco in quanto a quella parola e a quella scienza che provengono da Dio. “Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l'intelligenza degli intelligenti. 20 Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? 21 Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 22 E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, 23 noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; 24 ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. 25 Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. 26 Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. 27 Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, 28 Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, 29 perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. 30 Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, 31 perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore” (1 Corinzi 1:19-31).

 

2) Commento personale: “Cosa potrebbe volermi dire il Signore con questo passo?”

 Il Signore ha risposto alle mie preghiere, mi ha fatto capire il significato dell’oro, dell’argento e delle pietre preziose: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l’amore; ma di tutte più grande è l’amore!” (1 Corinzi 13:13). Ancora ho i brividi, se penso a come ho ricevuto questa risposta. Sia benedetto L’Eterno!

Cerchiamo, fratelli in Cristo, di non dividerci, perché Dio ci vuole uniti nella stessa fede, nella stessa speranza e nello stesso amore: predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.

Cerchiamo ardentemente l’amore che proviene da Dio e che è Dio, tutto il resto il Signore ce lo darà al tempo giusto.

Solo così la nostra opera potrà durare in eterno.

 

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