Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

LA MIA CONVERSIONE: UN PERCORSO

di Anna Cuomo (3-11-08)

 

Nel linguaggio corrente la conversione viene intesa come un fatto personale. Si sente da taluni dire: “Tizio si è convertito al cristianesimo, prima era buddista a o ateo ecc.” Oppure, si parla di vera conversione quando una persona abbraccia la fede in Gesù, non solo dal punto di vista formale ma reale.

Letteralmente, significa cambiamento di direzione. E’ questo il punto. Cosa dice Gesù in proposito? Il primo passo che mi viene in mente è “Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli” Luca 22:31-32

Le parole di Gesù nel rivolgersi a Simone sono lapidarie. Tanto si è detto e scritto su Pietro. E’ il discepolo più anziano, è sempre stato vicino a  Gesù negli ultimi tre anni e Gesù durante l’ultima cena ne rivela i limiti. Sembra un discorso duro. Si può solo immaginare ciò che abbia provato Pietro e che abbiano pensato gli altri apostoli nell’udire quelle parole. Ma Gesù è la via, la verità e la vita e come verità non può mentire. Egli conosce i cuori e sa quali sono i punti deboli di Pietro. Sa che finora le difficoltà non sono state molte e, quindi, anche le prove. Gesù sa che da lì a poco ci saranno i momenti della prova e soltanto Lui è pronto. Ma Gesù è anche la via e la vita. Ha già provveduto a tutto e tutto sta per compiersi in Lui e mostra a Pietro la via, il cammino futuro: quando sarà convertito, dovrà confermare i suoi fratelli nella fede.

Gesù ha provveduto perché ha pregato affinché la sua fede non venga meno e sembra quasi che la conversione gli verrà da Dio stesso e non da opera umana. Solo allora la conversione dà   i frutti e si propaga pure agli altri.

Spesso ci sentiamo a posto con la coscienza perché abbiamo creduto, ci siamo ravveduti, ci sentiamo rinati in Cristo, perdonati e salvati. Tutto vero per carità! Anche Pietro aveva predicato, testimoniato, aveva riconosciuto in Gesù il figlio del Dio vivente. Eppure, per Gesù, sommo bene di ogni uomo, Pietro non era ancora convertito. Presto Pietro ne avrebbe avuto anche le prove, quando avrebbe rinnegato Gesù per ben tre volte e la paura lo avrebbe trattenuto e tenuto lontano fino al giorno in cui, alla vista del sepolcro vuoto, avrebbe compreso. Poi avrebbe seguito Gesù, avrebbe pascolato le pecore e gli agnelli di Gesù, avrebbe ricevuto la potenza dello Spirito Santo e avrebbe seguito Gesù  fino alla morte.

Di fronte a questa riflessione, non ci sono dubbi che la conversione, quella vera, non consiste solo nel credere in Gesù nel professare la fede in Lui o nel fare testimonianza, ma nel seguire Gesù. Non è un cammino facile, tutt’altro. All’inizio si è guidati, trasportati per mano e la presenza di Gesù al nostro fianco e ci infonde coraggio e ottimismo. Poi se Dio vuole c’è un momento in cui Gesù dice: “Seguimi!”. Se siamo disposti a seguirlo, nonostante le nostre debolezze e di nostri difetti, Egli saprà fare di ognuno degli strumenti che mostreranno veri frutti di conversione. E’ un percorso.

 

Io mi chiedo in che modo Gesù possa volere che io lo segua. E’ un percorso. A volte sembra che si siano fatti passi in avanti ma non sempre è così. All’inizio di questo nuovo percorso, circa due anni fa, quando i dubbi e le incertezze mi avevano fatto mettere in discussine tante cose, ero arrivata al punto di affermare in preghiera che avrei preferito morire anziché offender Dio,credendo in cose non vere. Ero sincera, così come lo era Pietro, quando prima di rinnegarlo, aveva fatto troppo affidamento su se stesso, dichiarando di essere pronto a seguire Gesù fino alla morte.

Ma Dio conosce i cuori e sa cosa è meglio per noi! Quante volte quelle che pur sono delle certezze e delle verità sono state usate male! Quante volte la certezza della fede in Gesù mi ha reso intollerante o poco comprensiva (e talvolta mi faccio prendere ancora la mano) verso chi si trova o si trovava più indietro. Poi Gesù armonizza anche gli eccessi. Non si può conoscere tutta la verità, basta avere lo sguardo fisso su di Lui. Ed ecco che senza che me ne accorga noto tanti piccoli grandi cambiamenti.

C’è una differenza tra sapere le cose di Dio e conoscere Gesù,  ma soprattutto sapere di essere conosciuti da Dio.

E’ più facile accettare certe cose, anche se magari non subito. Da qualche tempo non mi sento più in competizione sul lavoro, non mi interessa il carrierismo di certe mie colleghe e soffro meno anche delle ingiustizie: un sano distacco verso le cose del quotidiano, salvo eccezioni. In compenso, il rapporto umano, già buono prima è migliorato. La giornata pesa meno e sto prendendo consapevolezza che piano piano sto uscendo dal sistema.

 

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