Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

QUANDO CAMBIARE CHIESA? – motivazioni valide e motivazioni errate

Di Renzo Ronca – 28-1-10 - parte 2

 

 

[chiesetta di montagna - foto di elmar in fotoantologia.it]

 

 

(segue) 

La maggioranza delle persone credenti segue la chiesa che seguivano i genitori. Generalmente c’è in questo seguire molta abitudine e tradizione: non si è mai veramente messo in dubbio che quella sia la chiesa giusta. Molte di queste brave persone sarebbero rimaste nella loro chiesa in ogni caso; pure se vissute in ambiente cristiano cattolico, protestante, ortodosso… Alcune tra loro possono essere veramente convinte e non sentire affatto il bisogno di confrontarsi con altre chiese.

C’è poi una minoranza che vuole sapere di più, composta principalmente di due tipologie:

1)    quella che desidera provare/sapere la verità per una esigenza sua, che vuole fare una scelta consapevole, rendendosi prima conto di quello che c’è nel mondo,

2)    quella che si trova a farlo quasi forzatamente, perché magari certi fatti accaduti, o certi “traumi” li hanno messi fuori dalla “normalità” dottrinale della loro chiesa o li hanno spinti a riflettere più fondo.[1]

Queste persone “che cercano”, hanno a loro disposizione alcune “metodologie” tra cui:

a)    quella razionale-teologica;

b)    quella interiore-spirituale;

c)     Fattori di comodo.

La prima (razionale-teologica) è relativamente semplice: si esamina il credo dottrinale di una chiesa e poi si decide sul buon senso quella più adatta più conveniente.

La seconda (interiore-sprituale), più complessa, valuta non solo il credo dottrinale, ma anche la propria coscienza, che scaturisce da un rapporto profondo con Dio.

La terza (fattori di comodo) per quanto possa sembrare strano, secondo la nostra esperienza, è la più numerosa. A volte si cambia chiesa non tanto per nobili motivi di fede quanto per banali questioni pratiche: disaccordi col parroco, per aver litigato col pastore, perché non ci sono coetanei per fare amicizia, perché non si trova la possibilità di essere utili, o di primeggiare in qualche attività o solo perché è troppo lontana da casa nostra.

Ma quando è necessario davvero cambiare chiesa?

Secondo noi due sono i motivi più importanti:

1)    Quando ci rendiamo conto che vengono impartiti insegnamenti che vanno contro la Parola di Dio;

2)    Quando ci rendiamo conto di essere sospinti dallo Spirito per motivi di crescita spirituale.

Il primo caso (insegnamenti errati) è abbastanza frequente. Vi sono parecchie chiese libere che vano avanti senza molto confronto ed a volte si soffermano su particolari periferici scritturali e ne fanno elementi sostanziali; il rischio è di diventare come delle sètte. Ma più frequente, anche se sembra incredibile, è la diffusione di teologie qualunquiste da parte di chiese tradizionali: troppe volte ad esempio si predica che il diavolo non esiste, che è solo un simbolo traducibile con il concetto di “male”. In questi casi è inutile a stare a perdere troppo tempo, meglio cambiare senza polemizzare. Staccarsi da grandi chiese tradizionali è più difficile, ci vuole coraggio, motivazione, ed un minimo di preparazione: eppure ci si deve staccare da  insegnamenti errati sulla preghiera rivolta a persone morte ("santi"), rivolta agli angeli, o quant'altro che non sia Dio.

Il secondo caso (crescita personale) è molto interessante, ma non va confuso con altre motivazioni; perché sia veramente lo Spirito a spingerci ad un cambiamento occorre comprovarlo con preghiere di discernimento e molta, molta umiltà. Tuttavia alle volte è vero: le chiese (come vedremo più avanti) sono spesso come le scuole: elementari, medie, superiori…  non è che una chiesa si debba sempre lasciare perché non va bene; alle volte è solo una chiesa che si è come “fermata” nel suo sviluppo ma compie lo stesso la sua opera. Gli insegnamenti del pastore magari sono buoni ma forse ripetitivi e potrebbe non avere ricambio o non aprirsi a studi scritturali o sviluppi sociali.. può darsi che il Signore voglia farci passare ad un tipo di insegnamento più complesso ed articolato ed allora ci fa conoscere una chiesa dove quel talento che ha messo in noi e che deve essere tirato fuori e che magari nella vecchia chiesa non era previsto, nella nuova sia invece già organizzato ed incoraggiato.

Vi sono pastori o predicatori che sono molto bravi in edificazione generale di massa, altri bravi in introspezioni scritturali, altri nella realizzazione pratica di quanto meditato…  certo l’ideale sarebbero chiese con diversi pastori dove tutto questo sia compreso e bene articolato, ma non sempre questo è possibile. La causa forse nel caso del protestantesimo può stare nell’eccessiva frammentazione denominazionale o nelle tentazione del protagonismo da parte dei responsabili… chissà. Comunque ciascuno deve saper ascoltare prima di tutto l’unica Guida che abbiamo e che ci istruisce: lo Spirito di Dio, poi possibilmente confrontarsi con fratelli di cui si ha stima, e su queste basi pensare e decidere ogni cosa.

(continua)
 

puntata precedente

 

 

Correlazioni:

ACCENNI DI MEDITAZIONE SULLA “CHIESA”

 

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[1] Mi riferisco ad esempio ai separati o divorziati che si trovano da un giorno all’altro giudicati come peccatori e in certi casi, come nella Chiesa cattolica, privati dei sacramenti; vi sono poi numerosi traumi dovuti ad esaurimenti, perdite di persone care,  ecc. che spingono le persone ad approfondire determinati argomenti e a cercare poi la verità.

 

 

 

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