RIFLESSIONI SULLA VITA LEGGENDO IL LIBRO DI RUTH

-         di Gabriella Ciampi, psicologa psicoterapeuta – 15-1-21

 

 

Ruth la spigolatrice (Marc Chagall)

 

Dalla lettura del testo biblico di Ruth si possono estrarre temi importanti su diversi piani, dal teologico allo psicosociale (la solidarietà, l’accoglienza dello straniero, la fedeltà, l’amicizia…).

 In questa occasione vorrei estrapolare dalla storia di Ruth e Noemi un argomento che mi sembra utile e attuale: il rovesciamento della propria sorte, il cambiamento delle condizioni della propria vita, da felici a disperate o viceversa.

Quello a cui assistiamo nel libro di Ruth è una tragedia con un lieto fine, una trasformazione totale delle condizioni iniziali delle protagoniste le quali, da emarginate (donne, povere, vedove, sole e straniere) alla fine si ritrovano in una condizione decisamente migliore, addirittura allietate dalla nascita di un bambino che sarà Obed, il nonno del re Davide (Rut 4:17).

-         La vita ci porta sorprese: noi facciamo programmi, scelte, progetti, poi accade qualcosa che sconvolge tutto. Ne abbiamo fatto esperienza tutti attraverso la pandemia, anche se in misura diversa ogni individuo, grande e piccolo, ha subìto un cambiamento del proprio stato, lo stravolgimento del proprio schema di vita, sul lavoro, nelle relazioni, nell’organizzazione delle proprie attività.

Anche Ruth, insieme alla suocera Noemi e alla cognata Orpa, avevano fatto esperienza di qualcosa del genere: Noemi aveva un marito, Elimelec e due figli; a causa di una carestia [1° evento] non possono far altro che emigrare in un’altra terra. Ma ad un certo punto Elimelec muore [2° evento]; i figli prendono moglie - Ruth e Orpa - ma poi muoiono  anche loro [3° evento] lasciando le tre donne da sole. Da un viaggio della speranza, progettato con l’obiettivo di andare a stare meglio, ne viene fuori un fallimento: il “caso” rovescia le sorti e le donne si ritrovano in terra straniera, sole e povere.

-         Quante volte stava andando bene e poi ci è accaduto qualcosa di imprevisto che ha rovinato tutto? Siamo stati bravi se, difronte a questo evento negativo, siamo riusciti a reagire, a resistere e a prendere una decisione che suonava come un rimedio, una soluzione, come per esempio può esserlo a volte un trasferimento, un cambiamento di lavoro, la scelta di separarsi dal partner.  

Si chiama resilienza, la capacità di riemergere dalle proprie ceneri, di risollevarsi e far fronte alla situazione problematica.

Ma può accadere che quella scelta costata così cara, perché nata come reazione ad una disgrazia, a sua volta porti altri problemi. Ci sembrerebbe proprio che Dio si stia sbagliando, che tutto vada contro di noi.

Non siamo sempre così capaci di risollevarci, anzi. A volte non ce la facciamo e restiamo a terra, disperati, pensando che non ci sia più niente da fare per cambiare la nostra esistenza. Subentra la mancanza di speranza, il desiderio di morire.

Eppure non si può escludere la possibilità che accada ancora qualcosa di buono, qualcosa che possa ridare una svolta positiva a tutto, e di nuovo rovesciare le cose in meglio.

 E’ quello che accade a Ruth e Noemi, ma attenzione: loro non stanno con le mani in mano! Le due donne, presa coscienza della situazione veramente misera in cui si trovano, si attivano, riflettono sul da farsi, prendono decisioni, si muovono comunque, senza chiedersi se riusciranno o no ma comunque spinte dal desiderio di andare avanti per migliorare il loro stato. Ed infatti accadranno altre cose, fatti imprevisti, come un’opportunità di lavoro (Ruth va a spigolare), un incontro con un uomo comprensivo e attento (Boaz), gesti di gentilezza e generosità che orienteranno verso una ripresa.

-         Noi non sappiamo chi incontreremo, cosa accadrà in futuro ma sappiamo che le cose che ci accadono acquistano un senso soltanto se andiamo avanti, se procediamo lungo la linea della vita, perché gli eventi, gli accadimenti, sono interrelati, collegati tra loro, e ciò che sembra inutile o senza motivo, svela la sua ragion d’essere dopo, in un altro tempo che vedremo. E allora capiremo perché bisognava che ci accadesse quel fatto doloroso, perché serviva soffrire un danno o attraversare quel periodo di disperazione.

-         Le crisi sono spesso le porte di accesso ai buoni cambiamenti.

 

 

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