"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

 

PERVERSIONE E NORMALITA’

 - [Tratto dal PDF  “Normale perversità dei nostri tempi” (in aggiornamento)]- di Renzo Ronca - (marzo 2008) - 24-12-20

 

 

Tito 1:15 Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure.

 

 Bastò lasciare soli un momento gli israeliti nel deserto perché tornassero allo stato idolatrico bestiale (1). Per noi uomini moderni che ci siano allontanati da Dio non è diverso. La ricerca dell’Amore [Amore come sinonimo di Dio (2)] è diventata, usando termini freudiani, “perversione” intesa come “tensione al puro godimento” (3). Mai parole come “Dio e Amore” sono state tanto usate come oggi e mai sono state tanto sconosciute.

Se non siamo perfettamente uniti al Cristo (la vite e i tralci) non portiamo frutto. Senza la Sua guida perdiamo la via, ci corrompiamo facendo posto al peccato; il peccato inteso come tutto ciò che si trova  nell’assenza di Dio.

Il Signore è la Via, la Verità, la Vita (4);per cui in una via diversa dalla Sua, c’è la Sua assenza, il peccato, ed ecco la “per-versione” intesa come “altra direzione, altro ‘verso’ da quello di Dio”. “Perversione” e “conversione” indicano due cambiamenti radicali del nostro percorso della vita: uno generalmente inteso verso il male, ed uno verso il bene che ci indica Dio.

Il concetto di ”normalità” dunque dipende da quale strada noi decidiamo di percorrere: se siamo cristiani, credenti, fedeli a Dio allora è “normale” e “giusto” seguire la Sua volontà e ci “convertiamo” dal mondo; vale a dire fermiamo il nostro camminare inutile e vuoto appresso alle passioni mondane, torniamo indietro attuando una “conversione di marcia” e seguendo gli insegnamenti cristiani.

Se invece crediamo solo in noi stessi allora sarà “normale” e “giusto” seguire solo quello che dice la nostra volontà, priva dei suggerimenti di Dio.

Per chi non ha in sé le radici della fede e non accetta i confini tra ciò che secondo Dio è giusto e sbagliato, sarà più che normale cercare solo il proprio piacere, il proprio successo.

Non facciamo qui questioni di giudizio ma di scelte, e avendone noi fatta una, di quella parliamo a chi come noi vorrebbe condividere la stessa fede.

Dio ci rende liberi, ma se la libertà non si esprime con un atto di volontaria sottomissione a Lui da cui trarre Sapienza, allora risulta essere troppo elevata per poter essere gestita bene dall’uomo terreno, il quale subito ricade a contemplare se stesso. O peggio.

“Il SIGNORE disse a Mosè: «Va', scendi; perché il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è corrotto; si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si son fatti un vitello di metallo fuso, l'hanno adorato, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: "O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto"»”. Esodo 32:7-8

 Viviamo un’epoca molto difficile. I “valori” dei primi anni del 1900, (Dio-Patria-Famiglia) forse perché poco capiti, andarono in crisi a metà secolo (in Italia nel 1968.); in seguito, a parte pochi movimenti pacifisti presto degenerati, questi vecchi pseudo-valori contestati, non trovando una buona elaborazione culturale e cristiana, invece di evolversi ritrovando Dio, sparirono quasi del tutto, lasciando le persone senza vere alternative.

Quello che adesso i giovani del nuovo millennio si ritrovano ad ereditare ed amministrare è solo il vuoto, l’assenza di tutto, con la conseguente necessità di avere tutto.

A questa profonda e terribile carenza i nostri giovani cercano di sopperire in vari modi, ma con drammatici risultati sociali. Alla giusta equazione: crisi personale = discernimento della cause = scelta soluzione, viene sostituita l’altra: crisi = istintiva rapida e spesso violenta ricerca della soluzione.

In pratica non c’è più lo spazio intermedio che era riempito dal discernimento e poi dalla scelta.

La “fame di Dio” non è riconosciuta come tale, ma solo come fastidiosa inquietudine che ti logora, che non ti fa essere “solare” sorridente, di successo; come tale è dunque da “curare” o “coprire”, come fosse una patologia; ed ecco il sorgere delle tecniche orientali, pratiche  yoga, terapie, innamoramenti sentimentali continui, ecc ecc. Ma così facendo come potrà “sfamarsi” lo spirito dell’uomo?

Questo sistema di cose condizionato da internet, dalle cronache televisive con effetti sempre più speciali, ti bombarda di emozioni e non ti fa più pensare.

La sana inquietudine interiore, utilissima all’anima che cerca il Creatore, finisce davanti alle chat-line, dove tante persone sole combattono il vuoto del loro cuore cercando amori ideali che ti hanno confezionato i “media" (5) e che non esisteranno mai. Le figure che ti presentano, di uomini e donne felici usando un prodotto o guidando una macchina o sfilando su una passerella, non esistono nella realtà. Se tu cerchi di assomigliargli non potrai fare altro che cadere in crisi sempre più profonde, da cui poi né l’alcol né la droga ti potranno salvare.

La responsabilità principale è di chi, essendo chiamato da Dio a dare “cibo” nutrimento spirituale, non lo fa (6). 

(continua con "Fame di Dio")

 

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1) Esodo 32

2)  1 Giov 4:8

3) wikipedia

4) Giov 14:6

5)  Nel linguaggio corrente i “mass media” o  “comunicazioni di massa” sono il complesso delle informazioni e dei mezzi  (stampa, radio cinema, televisione, Internet, ecc,)  che le producono e le diffondono, rivolgendosi a un pubblico ampio e fortemente eterogeneo. (enc. encarta)

6) Giovanni 4:34 Gesù disse loro: «Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua. Matteo 14:16 Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!»