LA MORTE E’ REALTA’ O APPARENZA? QUAL E’ LA VERA CONSOLAZIONE? –Resurrezione di Lazzaro in Giov.11:19-44- di RR 22-3-20

 

 

 

 

Giov 11:19 ...e molti Giudei erano andati da Marta e Maria per consolarle del loro fratello.


// la consolazione umana di parenti ed amici è una cosa buona ma spesso non riesce ad andare oltre le apparenze. Per noi chi è morto non c’è più e basta; secondo la fede in Cristo invece la morte fisica è "solo" la morte fisica, non tiene conto della realtà della vita eterna (1).

 

23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell'ultimo giorno».

 

// Anche il credere genericamente nell'aldilà  può non bastare. A volte crediamo di sapere tutto ma non è così: non c'è infatti una sola resurrezione nell'ultimo giorno, quello del "giudizio universale". Le scritture bibliche parlano di una prima e di una seconda resurrezione con in mezzo un periodo di mille anni. Gli insegnamenti hanno profondità sorprendenti. Inoltre il Signore in questo passo non ci parla solo di una presenza divina futura lontana, ma di uno stato di eternità già presente “in nuce” (cioè in embrione, in un seme, in abbozzo) nella potenzialità del nostro oggi.

 

25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?»

 

// Immaginiamo che questa domanda a Marta sia rivolta da Gesù a ciascuno di noi personalmente: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» Se siamo onesti ci accorgeremo che non ci è facile dare una risposta immediata sulla qualità della nostra fede, che troppo spesso ha dei limiti razionali.

 

 […] 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

// La resurrezione di Lazzaro non è una manifestazione eclatante fine a se stessa e non è per l’eternità ( infatti Lazzaro resuscitato poi dovette morire comunque), ma attraverso questo esempio il Signore mostra che le Sue parole “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”, non sono solo parole bensì un potere divino sulla morte fisica. Si tratta di un anticipo della cosiddetta “prima resurrezione”, quando al momento del rapimento i morti considerati “giusti” da Dio risorgeranno e assieme ai “giusti” trovati vivi, tutti insieme saranno “trasformati in un attimo” in corpi eterni, per sempre.

 

Ecco allora che nella lettura di un passo che evidenzia tutto questo noi troviamo la chiave per la vera consolazione: non un conforto nell’accettazione di una morte inevitabile, ma nella sicura attesa per fede alle promesse del Signore. Leggiamo bene il passo seguente:

 

1 Tess 4:15 Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; 16 perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; 17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. 18 Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.

 

// Solo dopo una attenta meditazione di questo concetto possiamo comprendere cosa significhi quel «Scioglietelo e lasciatelo andare». C’è infatti in tutti noi una “mentalità legata”, un blocco, un impedimento che solo Gesù il Risorto può sbloccare, aprire, sciogliere e lasciare libero. Il senso della nuova nascita non è un raggiungimento razionale di un concetto complicato, ma è l’esperienza vissuta di una rinascita vera, prima interiore spirituale ma che "si tocca con mano", poi fisica e reale nel rapimento che aspettiamo, dove incontreremo ancora i nostri cari.

 

 

(1)

Matteo 10:28 - E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna.

Luca 12:4 - Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono fare di più.

 

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