COMUNICAZIONE  PARTE 9 - LA STRADA PIU' BREVE CHE CI SUGGERISCE IL SIGNORE -  Renzo Ronca -28-9-19

 

 

 

 

 

 

(segue)

 E qual è la via più rapida per unire partenza e arrivo se non un percorso dritto, diretto? Una linea retta. Vediamo più nel dettaglio seguendo il ragionamento:

 

Fig-1

 

Supponiamo che questa in fig-1 rappresenti la via suggerita dal Signore, il cammino che Egli intende farci percorrere.

 

Se ci fidiamo del Signore continueremo a seguire la direzione che Egli ci indica giorno per giorno, sia che piova sia che nevichi.

Ma se osservando la strada vediamo ad esempio che ci sono periodi di solitudine che dovremmo attraversare (le masse grigie della fig-2)…

 

 

 Fig-2

 

…ci verrebbe istintivo, seguendo le opinioni del mondo (dove la socializzazione va bene e la solitudine è da evitare), SCANSARE quelle parti. Schivare non solo la solitudine ma tutte quelle parti che il mondo non considera piacevoli o “convenienti”.

 Potrebbe succedere allora che a furia di evitare le cose che non ci piacciono faremmo dei giri lunghissimi per arrivare a destinazione… (Fig-3)

 

Fig-3

  

…”giri lunghissimi” nella migliore delle ipotesi, ammesso cioè che arriveremmo comunque all’arrivo.  Ma arriveremo mai a Dio (che è il nostro punto di arrivo) se non ci fidiamo della strada che Lui ci mostra giorno per giorno? Io ne dubito.

 

Questa caparbietà durezza e ribellione da parte dell’uomo verso Dio, con gravissime perdite, è già avvenuta storicamente al tempo di Israele liberato dall’Egitto, nel cammino del deserto, e faremo bene a richiamarla alla mente per non ricadere nello stesso errore.

 A quel tempo il popolo di Dio guidato da Mosè (come la Chiesa di oggi guidata dallo Spirito Santo) non sapeva com’era il percorso attraverso il deserto, per questo seguiva una “nuvola” di giorno ed una “fiamma” di notte, che gli indicava non solo la direzione ma anche quando fermarsi e quando ripartire.[1]  Oggi non è diverso da allora, il popolo di Dio (in cui anche noi siamo stati ammessi per grazia e merito del Cristo) non sa bene come orientarsi in un mondo pieno di tutto ma completamente vuoto come un deserto. Anche noi abbiamo un punto d’arrivo per la nostra “terra promessa” ma non sappiamo orizzontarci bene. Per questo lo Spirito di Dio ha pensato di farci fare delle soste, o “fasi di crescita”. Alcune fasi riguardano noi singolarmente  (ascolto del Signore, conversione, battesimo, crescita apprendimento, servizio, santificazione consacrazione, elevazione), altre riguardano noi come popolo cristiano di Dio (rapimento dei credenti, ritorno del Signore, millennio, giudizio finale). Il dialogo con Dio, o comunicazione Dio-uomo,  è oggi meravigliosamente diffuso in tutti i cuori, cosicché il Mosè di allora (lo Spirito Santo di oggi) parla a tutti i cuori “nati di nuovo” in maniera coordinata armonica, perfetta. 

 

Israele con alti e bassi seguì e non seguì Mosè e fu sempre corretto dall’Eterno per mezzo dei profeti. Ma verso quella che poteva essere la fine del viaggio si spaventò e non accettò di “combattere” contro popoli che vedeva troppo forti (anche noi abbiamo combattimenti nella vita interiori ed esteriori) [2].

 

Questo ennesimo non seguire le indicazioni dell’Eterno, questo indietreggiare e cercare una nuova strada con il loro “buon senso” umano, causò loro la perdita di tutta una generazione di uomini che errarono per 40 anni nel deserto e non videro la terra promessa (salvo Giosuè e Caleb che rimasero fedeli).

 

Non dobbiamo pensare a un Dio che perde la pazienza e punisce. Anche se questo è il modo più semplice per spiegare le cose alla gente semplice, sarebbe più giusto pensare ad un sottile limite esistente nel rapporto Dio-uomo che riguarda la libertà umana il libero arbitrio, che solo l’Eterno sa equilibrare. Se Dio forzasse troppo l’uomo obbligandolo, questi non sceglierebbe, ma seguirebbe rabbioso il comando del padre-padrone. E’ anche per questo motivo, secondo me, che Dio tenta di “ripescare” l’uomo che si ribella  “solo tre volte”, cioè solo in tre fasi: la legge di Dio Padre, l’amore di Dio Figlio, i pungoli di Dio-Spirito-Santo. Dopo di questi, se l’uomo persiste  nel suo allontanamento caparbio dal Signore non c’è più possibilità e probabilmente non c’è più nemmeno perdono.[3]

 

Tornando alla fig.3, alla generazione che non vide mai la terra promessa, pensate a quanto tempo perso a quante vite perdute! Guardando di nuovo le fig2 e 3 domandiamoci:  ci è davvero “conveniente” farci la strada da soli? Siamo certi che quello che il mondo evita (come la solitudine, i silenzi) sia davvero da evitare? 

Da questo ragionamento possiamo dedurre che seguire il cammino di Dio non significa vivere già nel paradiso, ma significa essere consapevoli di una realtà terrena con cui dobbiamo fare i conti. Una realtà che è composta anche di momenti difficili i quali, nei limiti della nostra maturità di fede, dovremmo tentare di accettare.

 

 

(continua)

 

 

 


 

[1]

Per chi volesse approfondire c’è un ns dossier di 62 pag:  IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA ;

 

[3]

 “A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.” - Matteo 12:32 – Per approfondire vedi la pagina: PERCHÈ IL PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO NON PUO’ ESSERE PERDONATO E IN COSA CONSISTE.  [Meglio sarebbe, per chi ha una ventina di minuti, seguire il nostro  studio-video youtube “LA DIFFICILE MATURITA' DI FEDE prima del rit. di Gesù - PARTE 2 - sorprendente insegnamento” in  https://youtu.be/52a49fHWrcw (da qs sito potrebbe non aprirsi, copiare eventualmente il link sulla barra internet)

 

 

 

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