PREDICAZIONI TROPPO FESTOSE BUONISTE CHE FANNO INCIAMPARE I CREDENTI - E’ VERO CHE IL CREDENTE NON SOFFRE? di Renzo Ronca - 7-5-19

  

 1Pietro 4:17

17 Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?

 

Pensavo alle predicazioni che promettono solo felicità e assenza di problemi e sofferenze. Qs fa inciampare i credenti. E’ vero che la nostra anima si rifugia nel Signore  e ne trae  speranza e grande pace, ed è bene essere gioiosi, ma la “Casa di Dio” (cioè tutti noi che facciamo parte della Chiesa di Gesù), nel periodo dalla Pentecoste al rapimento passerà periodi di sofferenze di vario genere, fisiche e mentali. Questa “purificazione” terrena dei credenti andrebbe studiata e spiegata meglio da parte dei pastori.

 

Il “giudizio” di cui parla Pietro non indica una condanna bensì l’espiazione e purificazione della Chiesa (MacArthur).

“I credenti soffrono ora cosi come Gesù soffri quando era sulla terra” (MacDonald).

 

“Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene.” (1Pietro 4:19)

Esiste una “sofferenza secondo la volontà di Dio” che non andrebbe rigettata. Attraverso questa infatti, tutti i cristiani che compongono la Chiesa vengono raffinati affinché al momento del rapimento siano splendenti senza scorie e pronti ad accogliere lo Sposo-Gesù.

 

Questa consapevolezza ci deve dunque aiutare di fronte alle prove, ai momenti difficili. Forse ci sembrerà di vivere una contraddizione poco “digeribile”: come mai infatti proprio noi che crediamo nel Signore dobbiamo passare attraverso tante prove mentre nel mondo c’è tanta gente che si comporta davvero male e sembra molto più fortunata e benedetta di noi? In realtà non è né fortunata né benedetta, si vedrà più avanti “la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve.” (Malachia 3:18)

 

Per quanto sia difficile da capire, Dio ha stabilito al presente delle prove proprio per i credenti, delle sofferenze proprio per noi. Dovremmo aggiungere forse la parola “inizialmente”, infatti possiamo comprenderle solo in vista di quanto avverrà dopo. Quello che capita ai credenti oggi è solo un piccola cosa rispetto a quanto accadrà sulla terra dopo che i credenti saranno rapiti, nella tribolazione, quando non resterà più come oggi l’assistenza e la consolazione dello Spirito Santo.

 

Io non credo che i salvati saranno così tanti come afferma la predicazione buonista, ma solo una piccola parte di quelli che si dicono credenti.  Solo una fede provata ce la farà; una fede che sa resistere e mantenere la speranza dell’avvento e del regno di Cristo che aspettiamo. Non è certo facile. E cosa ci resta da fare se non affidarci alla grazia e all’amore di Dio come dice l’apostolo? “Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio[1] affidino[2] le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene.” (1Pietro 4:19)

 


 

[1]

“Soffrire secondo la volontà di Dio” è molto diverso dall’atteggiamento di alcuni che si infliggono volontariamente varie sofferenze.  “Ci sono sofferenze necessarie, altre invece inutili, che ci infliggiamo da soli. Preghiamo per poter riconoscere la differenza e agire di conseguenza” (S.I.)

 

[2]

Affidare” è un termine bancario che significa “Depositare per custodire al sicuro” (MacArthur)

 

 

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