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TUTTE LE COSE COOPERANO AL BENE DI QUELLI CHE AMANO DIO - Romani 8:28-30 - di Filippo - 23-10-17
28 Or
sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali
sono chiamati secondo il suo disegno. 29 Perché quelli che ha
preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio
suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 e
quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha
pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. ( Che passi stupendi ci apprestiamo oggi a meditare! Che
meraviglia! Per la grazia e la potenza di Dio cresciamo ancora un poco nella
conoscenza dello straordinario e misterioso piano, che il Signore ha predisposto
per la nostra salvezza.
Riflettiamo, con l’aiuto prezioso dello Spirito Santo,
sul primo passo: “28 Or
sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali
sono chiamati secondo il suo disegno.” Cosa vuol dire? Forse che le persone
che amano Dio non avranno mai sofferenze causate da avversità, malattie,
disgrazie, delusioni, frustrazioni o lutti in famiglia? No, il significato è un
altro: qui l’apostolo Paolo sta dicendo che Dio fa tendere, ogni cosa che
accade, al bene di quelli che lo amano,
e poi aggiunge: “i quali sono chiamati
secondo il suo disegno”. Ciò significa che, coloro che amano Dio,
saranno chiamati ad ottenere la
salvezza e a partecipare alla Sua gloria.
Istintivamente, questo ci può sembrare difficile da
credere, ma la Scrittura, in questo passo, sta affermando che qualunque
accadimento Dio permetta nella nostra vita, non è frutto di avvenimenti casuali,
ma risponde ad un unico scopo: quello di condurci, gradualmente ed in modo
misterioso, verso il Figlio, per mezzo del quale abbiamo
già ricevuto il perdono e la
salvezza.
Ogni singolo evento, in ogni singolo istante della
nostra esistenza, è stato pensato e
voluto da Dio stesso. Se solo per un attimo chiudiamo i nostri occhi e
pensiamo a come Dio riesca a manovrare gli eventi di ogni singola persona,
facendoli coincidere e intersecare con le innumerevoli esperienze di vita di
altrettanti individui, veniamo colti dallo smarrimento, perché comprendiamo la
maestosità e la complessità del progetto. Ogni cosa è in equilibrio con il
libero arbitrio di ogni singolo individuo, ma in modo misterioso si lega,
indissolubilmente, ad un lungo ed un unico filo conduttore, fermamente saldo
nelle mani di Dio (1). Persino nella sofferenza, nel peccato e nella tentazione,
il Signore continua a dirigere il suo piano, destinandoci,
giorno dopo giorno, a conoscerlo,
amarlo e servirlo, per mezzo del Figlio, al quale ci ha anche destinati ad
essere simili, “… perché quelli che ha
preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio
suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli”. Da sempre Dio ci ha conosciuti, da sempre ci ha amati,
da sempre ci ha destinati ad essere simili a Suo Figlio, in modo che Gesù fosse
il primo tra molti fratelli. Prima che ognuno di noi venisse all’esistenza, Dio
sapeva già di noi; ci conosceva, ci amava e ci chiamava per nome. Noi non
potevamo sentirlo perché ancora non c’eravamo, ma il Suo amore eternamente
presente già si espandeva nell’universo da Lui creato e plasmava ogni cosa,
secondo la Sua volontà, preparandola al nostro arrivo. Come un padre che attende
con impazienza la nascita del suo primo figlio, come una madre che porta verso
il petto il suo bambino e dolcemente ne sussurra il nome. Che indescrivibile gioia si prova nel sentire la voce
del Signore pronunciare il nostro nome! Per mezzo di Gesù, che è il primogenito dei figli che
Dio ha eternamente amato, ci ha scelti e predestinati ad essere partecipi della
Sua gloria, liberandoci dal potere delle tenebre, per mezzo del Suo sangue
prezioso. Qualunque cosa Dio permetta nella nostra vita serve a
trasformarci nell’immagine di suo Figlio. Ciò non vuol dire che avremo le
perfezioni uniche ed esclusive di Dio o che saremo trovati simili a Gesù nel suo
aspetto, ma che saremo come Lui sotto il profilo caratteriale, assolutamente
privi di peccato, buoni, giusti, corretti. Pronti ad essere considerati giusti
davanti a Dio e, in virtù dei meriti di Cristo, rivestiti della Sua giustizia e
quindi ammessi alla Sua presenza.
“…e quelli che
ha giustificati li ha pure glorificati.” Ora, vorrei che riflettessimo
ancora, sulla coniugazione dei verbi: se ci facciamo caso sono tutti al
participio passato. Come è vero che siamo
già stati giustificati dai nostri
peccati, non siamo ancora stati glorificati, ma quest’ultima cosa diventa
certa e come se già avvenuta, in
quanto messa in relazione dipendente dalla prima. In definitiva, l’apostolo Paolo ci vuole dire che ognuna
delle persone amate, preconosciute e predestinate da Dio, sarà chiamata,
giustificata e glorificata.
“…Le
mie pecore ascoltano la mia voce e
io le conosco ed esse
mi seguono; e io do loro la vita
eterna e non periranno mai e nessuno le
rapirà dalla mia mano.” (Giovanni
10:27-28).
Neanche una andrà persa!
Sia
benedetto Dio in eterno, per mezzo di Suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore e
salvatore. Amen!
NOTE (1) “Nel
pensiero tomista, che asserisce l'esistenza di Dio al di fuori del tempo a causa
della Sua capacità di percepire tutto in una volta, tutto ciò che Dio conosce
nella Sua mente già esiste. Quindi, Dio non sa nulla che
non sia
in esistenza (altrimenti esisterebbe), e Dio sa anche tutto quello che
è
in esistenza (altrimenti non esisterebbe), e Dio possiede questa conoscenza di
ciò che esiste e non esiste in qualsiasi punto nella storia del tempo.”
(Wikipedia)
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