IL GRANDE POTERE DI CHI ASCOLTA  - PARTE 6 tratta dal dossier: LA RESPONSABILITA' DI CHI PARLA E IL POTERE DI CHI ASCOLTA - di Renzo Ronca - 21-6-17 - (9-2-21)

 

(segue)

L’autorità indiscussa di certi cattivi leader politici o religiosi non esisterebbe se migliaia di persone non dessero loro retta ascoltandoli e facendo crescere la loro popolarità. 

L’ascolto che intendiamo qui, quello vero, non è solo il senso dell’udito, ma un insieme ricettivo-attivo della nostra persona che dirige i nostri pensieri e quindi opera le scelte e infine determina le nostre azioni. Il saper ascoltare è perfettamente unito al saper vedere e al saper pensare.

Scegliere dove soffermare la nostra attenzione e affinare l’ascolto di ciò che sia bene elaborandolo poi nella coscienza, sviluppa il discernimento e fa parte della nostra responsabilità di essere uomini maturi.

Questo sistema di cose in cui viviamo invece, non ha alcun interesse a farci rendere conto del potere che ancora possediamo, cioè la possibilità di dire di si o di no ad ogni cosa che ci sviene presentata.

Chi compie azioni condannabili ripete spesso in sua difesa: “..non avevo altra scelta” giustificando così ogni tipo di aberrazione. Non è vero che non abbiamo scelta! Noi abbiamo sempre una scelta tra bene e male! Ciò che ci si presenta nella vita è come la televisione: un susseguirsi di trasmissioni fatte apposta per condizionarci, ma dimentichiamo sempre che abbiamo il telecomando! Il potere di chi ascolta è decisivo: può scegliere SE ascoltare e CHI ascoltare! Non è solo una battuta: il numero degli ascoltatori determina l'audience degli ascoltatori e questi fanno gonfiare d'orgoglio chi ne acchiappa di più (con tutti i modi possibili).

Spesso vediamo dei grotteschi pagliacci al governo di qualche Stato, sembrano caricature dei peggiori film-spazzatura… ma se sono lì ed hanno tanto potere è perché NOI abbiamo rinunciato al nostro potere di scelta tacendo, restando in silenzio, dormendo. Loro, personaggi piccoli ed insignificanti, diventano grandi temibili e pericolosi perché si sono rivestiti di un potere che NOI più o meno volontariamente abbiamo dato a loro.

Nelle chiese non è diverso. Se la maggior parte delle chiese stanno apostatando è perché noi credenti siamo stati indifferenti ed abbiamo delegato pigramente ad altri quel potere che dovevamo esercitare noi per primi, a salvezza e protezione delle anime nostre. I falsi profeti chi mai potrebbero guidare se nessuno li ascoltasse? Anche un Hitler sarebbe rimasto un imbianchino se nessuno lo avesse ascoltato nella sua propaganda. Della mia anima ne devo rispondere io, non altri. Quando incontrerò il Signore Lui mi domanderà come ho usato il corpo l’anima la mente che Lui mi ha affidato. E cosa dirò allora? “..si ho sbagliato ma non avevo altra scelta?” La scelta l’abbiamo sempre! SEMPRE! Da una parte ci sono le parole di Dio, dall’altra ci sono le parole del “mondo” (o le parole  dell’anti-dio), dipende da noi dare ascolto alle une o alle altre.

Qui non stiamo parlando della facilità o della difficoltà di scegliere (che è un argomento importante ma da sviluppare separatamente); siamo ancora prima, all’inizio, qui stiamo parlando della consapevolezza: quanti sono CONSAPEVOLI del potere che hanno di scegliere?  Noi possiamo scegliere! E’ questo che dovremmo capire bene.

Il primo potere per salvaguardare la sanità della nostra anima nel suo vitale rapporto con Dio, il più importante, è nelle nostre mani, lo abbiamo noi! E’ il potere della scelta. Questa è stata la volontà di Dio per tutte le Sue creature: le ha volute libere di poter scegliere se amarLo o rifiutarLo. Noi prima di tutto e tutti possiamo/dobbiamo decidere chi seguire, cosa far entrare nella nostra mente e nel nostro cuore.

Tutti i guai dell’uomo, dopo la sua creazione, sono iniziati proprio dalla rinuncia di questo potere che, pur essendo semplice, si articola e ramifica in modo profondo e complesso.

 “Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra»”. (Genesi 1:26-28)

L’uomo appena creato, seppure nella sua “infanzia esistenziale”, era un essere importante. Aveva una somiglianza con Dio ed  in un certo senso era stato delegato da Lui come il “signore della terra”. Aveva un potere da esercitare su tutto ciò che essa conteneva: “rendetevela soggetta”. Il tutto secondo una dipendenza benefica da Dio, una armonia di crescita, a somiglianza di Dio stesso e dei Suoi pensieri di bene. Questo è ciò che l’uomo aveva ed era; egli conteneva in sé un potere benedetto da Dio; cosa non da poco!

«La creatura umana testimonia della Divinità di Dio esercitando libertà ed autorità su tutte le altre creature affidate alla sua custodia. L’immagine di Dio insita nell’essere umano è un mandato di potere e responsabilità. Ma di potere esercitato come Dio lo esercita. L’immagine raffigura l’uso creativo del potere, di un potere che invita, che stimola, che permette. Non vi è traccia, qui, di un potere di tipo coercitivo o tirannico, né attribuito a Dio né concesso all’umanità. Che l’immagine sia insignita di potere è ulteriormente ribadito nelle parole “rendetevela [la terra] soggetta e dominate”.  […]  Il ruolo dell’essere umano consiste nel far si che la creazione divenga pienamente la creazione voluta di Dio. […] Quest’uomo e questa donna non sono proprietà gelosa di Dio, né suoi servi; sono agenti di Dio, a cui molto è stato dato e molto sarà chiesto.» (1)

Tutto questo grande potere non era stato dato a degli esseri senza cervello, ma a delle persone che potevano e dovevano usare responsabilità dignità e consapevolezza del loro ruolo. Dobbiamo ricordarcelo.

Cominciamo subito allora, da adesso!

Se noi siamo di Cristo abbiamo già in noi stessi una coscienza che si sta evolvendo. Invece di sentire di tutto senza filtri, cominciamo a filtrare ciò che ci arriva. Se affiniamo questo senso dell’ascolto cristiano saremo in grado di trattenere solo il bene scartando ciò che è male.

E’ come con i cibi: molti di noi sanno già che certi cibi fanno loro male e li evitano. E’ così anche per la nostra anima. E la coscienza cristiana sa come dirci che certe notizie dei telegiornali o certi spettacoli o certi film ci fanno del male. Cominciamo su questa base cristiana ad esercitare il nostro potere di scelta evitando quello che non è in linea con il carattere e la volontà di Dio.

Valutiamo bene ciò che la TV trasmette, evitiamo turpiloqui, violenze, trasmissioni che accettano come “normale” lo spiritismo o il sesso esplicito. Non ci facciamo coinvolgere in sciocchi programmi dove tutti alzano la voce. Non soffermiamoci sul linguaggio giornalistico che mette in evidenza il sangue della cronaca nera o cerca di servire l’ipocrita politico di turno. Evitiamo anche le trasmissioni che sembrano religiose ma che banalizzano il progetto dell’Eterno. Non dimentichiamo di esaminare le profezie bibliche sugli ultimi tempi. Controlliamo se le “conquiste sociali” sono tali o sono un obbrobrio davanti a Dio (come quando una nonna "presta l’utero" per far partorire un figlio alla propria figlia).  Cerchiamo di non subire le campagne di stampa su questo o quell’argomento che fa leva sulle emozioni, ma manteniamo i piedi a terra sui problemi reali: l’uomo si allontana da Dio, impoverisce e muore nei suoi peccati. Questa è la realtà che dobbiamo combattere. Si stanno realizzando fenomeni storici mai visti prima, ma il Signore ce li aveva preannunciati. Perché non ascoltarLo? Perché preferiamo gli oroscopi, le carte, i maghi? Il ritorno di Gesù è vicino! Studiamo le Scritture! E’ da come ascoltiamo o non ascoltiamo i leader politici e religiosi (e tutti gli altri rumori del mondo)  che inizia la nostra coscienza di poter essere o non essere.

(continua)

 

 

(1) Tratto da “Genesi” di W. Brueggemann - Claudiana

 

 

 

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