Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

CHE COSA E' PER VOI LA VITA? - (Rispondete, partecipate! scrivete a mispic2@libero.it )

 - (le riflessioni, espresse da voi liberamente, vengono riportate secondo la data di arrivo alla nostra redazione. Alla fine si realizzerà una raccolta)

 

 

Riflessione n. 2 del past. Salvatore Di Certo (http://www.ristoramento.org/ ) - 10-4-17

 

Domanda alquanto complessa e pur semplice in una risposta succinta. Ciò che resta poi è capire la risposta.

Giovanni 1/1-4 narra: Nel principio la Parola era, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.  Essa era nel principio presso Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di essa; e senz'essa niuna cosa fatta è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini”.

Ebrei 1/3 scrive: “Egli, che è lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver egli stesso compiuto l'espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell'alto dei cieli”.

Da quanto sopra non dovrebbe essere difficile la risposta, ma come accennato, il problema è capire il senso delle cose.

Nella prima citazione, è noto ormai a tutti, credo, Giovanni parla di Gesù e del fatto che ogni cosa creata è stata creata per Lui, a mezzo di Lui, e non senza di Lui.

Poi si può anche filosofeggiare se si vuole ma non esiste alcuna possibilità di una diversa conclusione.

Per poter cominciare a comprendere concretamente la risposta, dobbiamo rifarci a ciò che è scritto in 1Giovanni 1/1-10 : “Quello che era dal principio, quello che abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con gli occhi nostri, quello che abbiamo contemplato, e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita (e la vita è stata manifestata, e noi l'abbiamo veduta, e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna, la quale era presso il Padre, e ci è stata manifestata); quello, dico, che abbiamo veduto ed udito, noi ve l'annunziamo; affinchè ancora voi abbiate comunione con noi, e che la nostra comunione sia col Padre, e col suo Figliuol Gesù Cristo. E vi scriviamo queste cose, affinchè la vostra allegrezza sia compiuta. Or questo è l'annunzio che abbiamo udito da lui, e il qual vi annunziamo: che Iddio è luce, e che non vi sono in lui tenebre alcune. Se noi diciamo che abbiamo comunione con lui, e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo, e non procediamo in verità. Ma, se camminiamo nella luce, siccome egli è nella luce, abbiamo comunione egli e noi insieme; e il sangue di Gesù Cristo, suo Figliuolo, ci purga di ogni peccato. SE noi diciamo che non v'è peccato in noi, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, per rimetterci i peccati, e purgarci di ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi”.

Come si può evincere dal testo citato, ci sono due condizioni che possono crescere in noi; esse fanno capo alla luce e alle tenebre. Essere nella luce equivale a vivere, perché la vita si esprime nella luce e alla luce. Le tenebre si esprimono con la morte, in quanto colui che dice di non aver peccato vive nelle tenebre, e non vedendo presume, mentre colui che vede il proprio stato di morte (peccato), chiede perdonato e viene tratto in salvo e fatto partecipe alla vita. Chi dice di non essere servo di nessuno mente a se stesso perché il peccato genera servitù e quindi la morte.

Quando invece camminiamo, e qui le cose si fanno più stringenti, siccome Iddio è Luce, noi abbiamo comunione noi e Lui insieme, perché il sangue di Gesù Cristo ci purga da ogni peccato. Le ragione della comunione sono espresse solo in questi termini: “il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato”. Quando non confessiamo al Signore il nostro peccato non possiamo stare in comunione con Lui perché non siamo purgati del nostro peccato.

La vita dunque si esprime attraverso la penitenza che rende possibile il purgamento dei nostri peccati e ci mette in comunione con Dio.

Se accostandoci a Lui riteniamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola (quella che da la vita) non è in noi. Questo va oltre le ormai scontate credenze che una volta perdonati poi non c’è più bisogno di chiedere perdono, ma se chiediamo di essere perdonati, possono avvenire due cose: la prima è che probabilmente non ci sentiamo a posto ma che in fondo basta chiedere perdono e il problema è risolto. Ciò si evince della lettura superficiale del testo di 1 Giovanni 1.

La seconda è che, essendo vero che sentiamo il dolore per aver offeso il nostro Signore, andiamo davanti a Lui veramente penitenti e allora, Lui che è giusto da perdonarci, ristabilisce quella comunione perduta.

La vita dunque, non è ciò che vediamo ma ciò che non vediamo e che appartiene a Dio che la da a chiunque gliela chiede.

Lascia i morti seppellire i loro morti, disse Gesù a chi voleva seguitarlo. Se vuoi vivere veramente devi lasciare le opere morte e seguitare Colui che è e ti può dare la vita.

Il mondo è pieno di morti che camminano. Adamo aveva ricevuto la promessa che sarebbe morto se avesse mangiato del frutto proibito, ma siccome morì molti anni appresso, forse non gli riuscì di capire l’enorme danno commesso. Spesso avviene che solo verso la fine, quando l’aria comincia a rarefarsi per effetto della vecchiaia, si comincia ad apprezzare la vita, in senso fisico, ma chi cammina alla luce del Signore, vive già ora nella comunione di Colui che è la vera vita.

Non confondiamo ciò che dice Giovanni 1: “In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini”, con la vita del corpo.

 

 

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