Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

QUELLO CHE CONTA PER IL CREDENTE CRISTIANO

 -di Renzo Ronca - 15-2-17-

 

 

 

A volte certe verità sono così semplici da risultare banali: il credente si distingue dal non credente proprio perché “crede” in Dio. Soffermiamoci sulla parola “credere” perché molti si dicono “credenti” e non lo sono.

 

Credere in Dio è credere anche nella Parola biblica che Lui ha ispirato.

Se Dio ha scelto di manifestare il Suo carattere la Sua volontà ed il nostro futuro tramite la Parola scritta è logico dunque che la Bibbia abbia particolare valore per noi; un valore particolare ma non idolatrico. La Bibbia non è un libro magico, ma l’espressione ispirata di tutti quegli insegnamenti che ci possono essere utili nel corso della nostra vita terrena in attesa del ritorno di Gesù.

Non c’è tutto nella Bibbia ma c’è quanto ci basta: “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. (Gv 21: 20-25)

 

Credere alla Bibbia non significa essere fanatici esecutori del testo preso alla lettera, dovremmo cercare di percepire l’insieme dei libri della Bibbia che sono tra loro in perfetta armonia; non è una parolina qui ed una là che costituisce il nostro sapere ma è la totalità degli insegnamenti dell’Antico e del Nuovo Patto, che ben meditati, ci portano a comprendere ciò che è vero per sempre: La somma della tua parola è verità; tutti i tuoi giusti giudizi durano in eterno. (Salmi 119:160)

E’ questa ESSENZA potente immensa eppure che sa farsi piccola come noi, che, per i meriti di Cristo, per l’opera dello Spirito Santo, viene ad abitare nel cuore del credente:

io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11 E nessuno istruirà più il suo prossimo e nessuno il proprio fratello, dicendo: "Conosci il Signore!". Poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro, 12 perché io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti». (Ebrei 8:10b-12)

 

Credere alla Scrittura biblica è semplicemente proseguire il cammino di crescita verso la nostra maturità che si era interrotto. Per poterlo fare occorre agire in modo contrario di come facemmo quando sbagliammo: allora facemmo da soli, ci rendemmo autonomi e cercammo strade indipendenti da Dio pensando di saperne più di Lui; oggi visti i risultati, visto che senza Dio siamo vicini ad una autodistruzione globale, non ci resta che tornare a Lui pentiti e fare quello che non facemmo: crederGli.

 

Il problema è tutti dicono di credere in Dio ma poi fanno come gli pare. In effetti pare che nel mondo l’85% delle persone dicano di credere in Dio. Evidente che c’è qualcosa che non va visto che, nonostante questo, si uccidono gli uni con gli altri.

 

Allora abbassiamo il volume delle cose del mondo; parliamo meno ascoltiamo di più. Cerchiamo nel silenzio nella preghiera spontanea una relazione profonda intima con quel Dio che ci ha creati per elevarci fino a Lui. Manteniamo il nostro cuore in ascolto mentre poi leggiamo i passi del Vangelo e riprendiamo a camminare secondo la Sua guida.

 

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